di Carmelo Riccotti La Rocca

Parliamoci chiaro: se verità deve essere, questa deve essere chiara, netta, trasparente e totale. Non ci possono essere più verità parziali o di comodo, di quelle che stanno bene a tutti a seconda della prospettiva da cui si guardano. La relazione della commissione regionale Antimafia non dà risposte, ma pone dei dubbi, molti, e lancia dei sospetti, tanti ed inquietanti. Poche cose sono certezze in tutta questa angusta ed ombrosa vicenda che riguarda lo scioglimento del consiglio comunale di Scicli del 2015. Due vale la pena dirle chiare in premessa:
Il sindaco Franco Susino non doveva essere nemmeno processato (e questa è una verità processuale) ed è stato, invece, il capro espiatorio individuato per fare spazio a manovre perverse e contorte delle quali ancora non è stata fatta piena luce; la seconda verità è che, in quel periodo, Scicli era oscurata da una cappa criminale composta da soggetti che ruotavano attorno al mondo della gestione della raccolta rifiuti e dell’affissione dei manifesti.
Bene hanno fatto, per chiudere la premessa, i consiglieri di allora a non dimettersi e bene fanno, convinti di aver operato per l’esclusivo bene della comunità, a chiedere oggi giustizia per una giusta riabilitazione da una accusa infamante insopportabile per chi ritiene di avere agito onestamente.
La relazione della commissione regionale Antimafia non approfondisce la vicenda dello scioglimento, ma la tratta in relazione al «caso Acif» tanto che il capitolo, a pagina 118 del documento, è intitolato proprio «L’impianto ACIF e lo scioglimento del comune di Scicli», manca quindi tutta la parte istruttoria che ha portato al Processo Eco e sulla quale ancora tanto ci sarebbe da chiarire.




Ma cerchiamo di andare per ordine:

Il caso Scicli va inquadrato a partire dall’ultimo periodo della legislatura Falla, poco prima delle elezioni del 2008. L’aria era incandescente e lo stesso Bartolomeo Falla iniziava a dirsi preoccupato. C’era stato da poco l’omicidio di Giuseppe Drago, maturato in una faida tra famiglie. Falla iniziò a parlare pubblicamente di un atteggiamento quantomeno ambiguo di alcuni consiglieri comunali. Ricordo una lunga intervista realizzata con l’allora sindaco di Scicli per la rivista FreeTime: parlava di politici che accreditavano persone al limite della legalità nelle stanze del Comune.

Già nelle elezioni precedenti si era registrata la pesante presenza di un gruppo dedito all’affissione dei manifesti. Nessuno doveva metterci mano, a pensarci era una squadra capeggiata da Mormina: non si affiggono manifesti che il gruppo non voglia. Nei documenti istruttori del processo Eco sono riportate numerose intercettazioni dove si evincono minacce a chi vuole sottrarsi al sistema o mette in dubbio l’operato della gang.

Una in particolare vale la pena ricordarla e la riporta il 22 luglio del 2014 il quotidiano online La Spia, del giornalista Paolo Borrometi. L’articolo è intitolato: «Scicli, Sono Franco u trinchiti, e qui comando io. Ecco come tutto iniziò» e riporta uno stralcio di intercettazione: «Appena noto una carta (ndr. Manifesto elettorale) a Scicli, salgo a casa e ammazzo anche quelli che ancora devono nascere. Informati chi è “Franco u Trinchiti” Anche se vai dai Carabinieri “ma suchi”! Appena gli sbirri arrestano me, ne rimangono 500 come me e vengono fino a casa. Io in carcere, ma 500 saranno addosso a te!». Quell’articolo non riporta la replica dell’interlocutore di Franco Mormina, componente di una famiglia modicana molto in vista. L’uomo, che non asseconda il proprio interlocutore, anzi, continua a ribadire che si rivolgerà alle forze dell’ordine, ad un certo punto afferma: «E se le mando a Santapaola di Catania, le piace?» Dopo la discussione continua ancora con Mormina che minaccia e l’interlocutore che replica dicendo che si rivolgerà alle forze dell’ordine, questo fino ad una riappacificazione.

Venticinque: “la mia attività era manovrata dai cosiddetti potenti”

A vincere quelle elezioni fu Giovanni Venticinque, sostenuto dal centro-destra (PDL-UDC). La luna di miele tra Ventinque e Orazio Ragusa però non durò a lungo, nel 2011 iniziarono infatti i primi dissidi pubblici con accuse anche pesanti.

Nel dicembre del 2011 Giovanni Venticinque, all’improvviso, decise di dimettersi con questa lettera:

…«Il sottoscritto Venticinque Giovanni, sindaco pro tempore del Comune di Scicli, venute meno le condizioni politiche per espletare dignitosamente il mandato di governo della città, rassegna le dimissioni dalla carica di sindaco».

Ma cosa c’è davvero dietro le dimissioni di Venticinque? Chi lo conosce bene lo descrive come un combattente, uno che non avrebbe mai mollato, che non avrebbe gettato la spugna.

Cosa è successo veramente? Qualcosa lo stesso ha detto nell’ottobre del 2012 con una lettera agli sciclitani

….«Il motivo delle dimissioni- scrisse- è presto detto: il quadro politico all’interno del quale ero costretto a esercitare la mia attività di Sindaco era manovrato dai cosiddetti “potenti”, al solo fine di rendere impossibile la gestione della città, in un balletto di potere totalmente fine a se stesso che non teneva minimamente conto dell’interesse dei cittadini. Mi sono battuto con tutte le mie forze affinché questo ridicolo gioco finisse, perché al centro dell’interesse di tutti, politici e amministratori, tornasse il benessere collettivo e non i privilegi personali, le prove di forza tra i componenti della coalizione o altre insensate logiche. Mi dispiace, non sono riuscito a fermarli ma ho fatto in modo di non essere loro complice, ho salvato la mia dignità».

Allusioni a potenti che hanno interessi altri rispetto al benessere della comunità. Un concetto, questo, che ritornerà spesso.

Ecco cosa dichiarerà tempo dopo Teo Gentile, vice-sindaco nella giunta Venticinque:

“Ho l’impressione che la nostra giunta sia caduta per la volontà di voler tutelare il territorio da nuove discariche” (nella seconda parte del servizio video pubblicato su La Prima Tv)

 




L’elezione di Franco Susino, la rottura con l’Udc, il ribaltone e le dimissioni

Si va verso le elezioni del maggio 2012 con Franco Susino che, dopo la sconfitta delle precedenti elezioni, ci riprova con il sostegno di alcune liste civiche e dell’Udc di Orazio Ragusa. Intanto la gang criminale c’è sempre, ha il monopolio dei manifesti e ruota attorno al mondo dei rifiuti.

Susino vince le elezioni e il tema della gestione della raccolta dei rifiuti è uno dei primi che deve affrontare annunciando un decisivo cambio di rotta:

…«Ho dato personalmente disposizione di valutare se all’interno dell’ente pubblico ci sono uomini e mezzi per riportare, almeno parzialmente, in house il servizio. Tre dipendenti comunali, a bordo di un auto compattatore di proprietà del Comune, hanno da qualche settimana iniziato il servizio di raccolta dell’indifferenziata nel territorio circostante il Comune»

Nel dicembre 2013 lo stesso Susino annullò quattro assunzioni irregolari alla ditta “Ecoseip”, tra cui quella di Mormina e procedendo con i licenziamenti a dicembre 2013. Qualche mese prima, intanto, stranamente, i servizi segreti si erano interessati a Scicli con gli accessi alla banca dati del ministero dell’Interno riguardanti il sindaco Susino, assessori e due dirigenti, fatti con gli user id di ‘foca 608’ e di ‘foca 606’, quindi due operatori diversi, in uso all’Aisi di Roma (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, i nostri servizi segreti interni – ndr).

Questo si saprà in sede di processo (Eco) grazie alle dichiarazioni del Maresciallo Furnò, ma le sue richieste di saperne di più furono negate per “motivi di sicurezza”.

Da lì per Franco Susino iniziò una stagione politica e personale molto difficile: la rottura con L’Udc di Orazio Ragusa, le gravi accuse a vicenda (leggi ad esempio: Orazio Ragusa a Susino: dimettiti, libera la città Franco Susino a Orazio Ragusa: a determinare la paralisi sono stati i tuoi uomini), il cosiddetto ribaltone, Il rinvio a giudizio a marzo, l’insediamento della Commissione che relazionerà al ministero dell’Interno e le dimissioni dello stesso Susino rassegnate il 23 dicembre del 2014. In ultimo lo scioglimento con decreto del 29 aprile del 2015

Ma di questo ne parliamo in un prossimo articolo……(la prossima settimana)