Uilcem: a Modica mietono cultura e si scordano dei lavoratori

Il primo cittadino di Modica dichiarava oggi, in un intervento di stampa su un noto quotidiano territoriale, che le sorti delle famiglie dei lavoratori della Servizi Per Modica -quelli che, a onor di cronaca, non ricevono gli stipendi da Marzo 2012, o meglio, i dipendenti della società in house del comune di Modica che devono percepire ben cinque salari mensili arretrati- gli stanno decisamente a cuore. Buscema, evidenzia, inoltre, nel suo comunicato che:  “l’amministrazione comunale di Modica non calpesta i diritti dei lavoratori, e che la preoccupazione unica del sindaco è di cercare di garantire la costanza nel pagamento degli stipendi”.

E noi della UILCEM Ragusa, crediamo fermamente che tutto ciò che il sindaco dichiari sia vero, autentico e indubitabile. Non abbiamo mai messo in discussione la lealtà del mandato elettorale e politico, del primo cittadino di Modica nei confronti dei suoi amministrati.

Ma ci preme sottolineare che prima di tutto -prima dei trasferimenti di cassa che avrebbero potuto saldare le spettanze arretrate e correnti dei lavoratori della società per i servizi utili al comune di Modica, evidentemente, per il sindaco e la sua amministrazione, viene lo spettacolo, per mietere culture e per movimentare le serate nelle frazioni rivierasche.

Quasi 200.000 euro stanziati per nani e ballerine e, soprattutto, per la trebbiatura, a ogni costo, così pare, della arti e della cultura. Le delibere di giunta per il finanziamento degli spettacoli estivi e per gli eventi culturali sono facilmente raggiungibili da chiunque sul sito internet del comune di Modica, a testimonianza del dichiarato.

Il nostro richiamo al senso di responsabilità amministrativa risiedeva proprio in questo, per la facilità con cui, in un momento di rivisitazione attenta delle spese di gestione degli enti pubblici e per le difficoltà di cassa oramai note di, la politica, a Modica, trovi le risorse per foraggiare i circensi con facilità e si scordi, inevitabilmente, di mietere risorse per il pane dei lavoratori.

Giuseppe Scarpata