Scicli è priva di Servizi Sanitari di emergenza urgenza
- 10 Marzo 2014 - 13:14
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Quante promesse, da anni annunciate e mai mantenute, sul potenziamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale e sull’Ambulanza Medicalizzata del Servizio 118 a Scicli.
Una problematica, di notevole rilievo e di estrema delicatezza, trattata con scarso senso di responsabilità’ da parte dei dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale e dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia.
Scicli è il solo Comune della Provincia di Ragusa a non avere servizi sanitari di emergenza -urgenza adeguati ed efficienti, anzi forse l’unico ad esserne stato privato con il depotenziamento e il declassamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale.
Sull’argomento, sono stati diversi i Consigli Comunali convocati e i sopralluoghi effettuati nei vari presidi sanitari e da cui non è emersa alcuna decisione operativa ; in questi appuntamenti, fra l’altro, è stato triste constatare l’atteggiamento dei vari responsabili istituzionali intenti ad avvicendarsi in sceneggiate e pantomime per nulla confacenti alla serietà’ dell’argomento.
In merito interviene il CUTASS (Cittadini uniti per la tutela dell’ambiente e della Salute -Scicli): “La verità – si legge in una nota stampa – è questa : la città’ di Scicli è la sola a dover pagare per il riordino della sanità in provincia, con la soppressione di servizi salvavita, Pronto Soccorso, Ambulanza medicalizzata del Servizio 118, Servizio di Cardiologia, Servizio di Radiologia e TAC, Laboratorio Analisi. Tutto ciò in nome di una assurda politica sanitaria in Sicilia messa in atto da un governo Regionale a guida Partito Democratico, Megafono e UDC che depaupera i servizi dei piccoli Ospedali di prossimità per stornare le risorse economiche sui gruppi della sanità privata convenzionata che operano in Sicilia. I cittadini di Scicli, ben consapevoli di ciò che si sta tramando alle loro spalle a danno della loro sicurezza ed incolumità’, sapranno come difendersi nei prossimi appuntamenti elettorali da chi impone scelte calate dall’alto e non condivise democraticamente con le comunita’ che vivono nel territorio”.