carabinieri lotta lavarotari nero I carabinieri di Santa Croce Camerina hanno identificato e denunciato l’autore delle lesioni subite il 29 ottobre scorso dal pizzaiolo di via Caucana nell’azienda agricola di proprietà del fratello. Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, il pizzaiolo, non è stato aggredito la seconda volta per vendetta ma per un’offesa.

Era il 29 ottobre quando un pizzaiolo si era presentato in caserma a Santa Croce Camerina, denunciando di essere stato aggredito con un taglierino da un tunisino che cercava lavoro nell’azienda agricola del fratello. Mentre il giovane raccontava il fatto, aveva spiegato ai militari che potrebbe trattarsi di una vendetta perché qualche giorno prima aveva avuto nella sua pizzeria un diverbio con un immigrato che, ubriaco dopo avere preso una pizza d’asporto gli aveva contestato la mancata restituzione del resto. Era il 26 ottobre. E ne è nata una colluttazione.

A distanza di un paio di settimane i carabinieri che, sulla seconda aggressione, non avevano dato informazioni ufficiali, oggi sono intervenuti dopo avere dettagliatamente ricostruito i fatti che sono diversi rispetto a quelli raccontati da pizzaiolo.

Secondo le indagini, il tunisino non era andato nell’azienda del fratello del pizzaiolo per cercare lavoro perché già era dipendente da tempo come bracciante agricolo nelle serre in contrada Menta della Marina, campagna nel territorio del comune di Ragusa a confine con quello di Santa Croce, vicino a Randello. Quindi il pizzaiolo ha mentito quando ha raccontato ai militari di non conoscere l’aggressore. La mattina del 29 ottobre, dopo alcuni giorni di lavoro, il tunisino s’era avvicinato all’imprenditore agricolo, fratello del pizzaiolo, spiegando che il proprio coltello, usato nelle serre per tagliare gli ortaggi e/o le fascette, era poco affilato e ne aveva chiesto un altro. Per tutta risposta, il fratello del pizzaiolo lo aveva intimato a proseguito di lavorare, chiamandolo “negro”.  Ne era nato un diverbio:  il tunisino si era sentito offeso, considerato anche che da dieci anni lavora nelle serre camarinensi. E’ intervenuto il pizzaiolo che, con il fratello, aveva picchiato il tunisino che, per difendersi e divincolarsi, aveva colpito il pizzaiolo al volto. Altri braccianti erano intervenuti in difesa del connazionale e la situazione era tornata alla normalità ed il tunisino era fuggito.

I carabinieri ora stanno cercando di capire perché il pizzaiolo ha mentito. Questo è stato medicato dopo l’aggressione subita e ha avuto una prognosi di 7 giorni. Il tunisino deve rispondere di lesioni personali.

Viviana Sammito