“Lascio perché decaduta. Mi dimetto per non dare in pasto la delicata attività amministrativa alla strumentalizzazione politica della campagna elettorale. Le Regionali? Per quanto mi riguarda, prima viene la città”. A parlare è Sonia Migliore oramai ex assessore di Ragusa, nella giunta Dipasquale.

“Un’esperienza esaltante la mia, consumata in appena 14 mesi di amministrazione. Che mi ha visto impegnata in molteplici settori, quali quelli economico e socio-culturale della nostra città. Una città che presenta tratti di rassegnazione, a volte di sconforto, tra le cui pieghe serpeggia la disperazione della crisi. Numerose le cose affrontate. Alcune risolte. Altre non ancora. E tante, tante altre da rivedere per snocciolare questioni importanti che sotto l’influsso della crisi assumono dimensioni e caratteri abnormi: riequilibrare i toni, i rapporti che vedono troppo spesso contrapposizioni tra fasce sociali, politiche, sindacali e di categorie; moderare, mantenere ed investire sul futuro, con la sinergia tra tutte le classi che coinvolgono l’aspetto politico, culturale e socio-economico della nostra comunità e in convergenza con la nuova deputazione palermitana che deve avere idee chiare e programmi precisi su Ragusa in collaborazione con la nuova Amministrazione; riformando anche la macchina amministrativa comunale in modo tale da sburocratizzare al massimo tutti i lacci che oggi paralizzano anche lo sviluppo.

Fare sistema, dunque, e riprogettare Ragusa nella sua organicità, ponendosi il problema su quale economia futura occorre investire: penso alle questioni culturali, turistiche, urbanistiche ed imprenditoriali. Se tanto è stato fatto, oggi alla luce delle dimensioni drammatiche che sta assumendo la recessione socio-economica, ancora tantissimo c’è da fare. Penso alle reti d’impresa, alla rete museale, alle politiche sul centro storico, alla valorizzazione dei beni culturali con riferimento al turismo, alle politiche di incentivazione per le attività imprenditoriali e commerciali. Tutto ovviamente in relazione allo sbocco occupazionale giovanile. Con un Comune che deve cambiare la propria impronta assistenzialista in imprenditoriale. Ovviamente l’interruzione “traumatica” del mio mandato, anche se attesa, non mi ha permesso di portare a termine tante delle cose affrontate, alcune realizzate, altre in itinere, altre ancora da consolidare. E di questo chiedo scusa per gli impegni assunti e non ancora espletati. E ringrazio tutto il personale comunale, le associazioni di categoria con cui avevamo intrapreso un intenso e proficuo lavoro di collaborazione. Lascio con la consapevolezza di avere lavorato con impegno e spirito di abnegazione, prendendomi cura della mia città che amo profondamente con onestà e dedizione al di là di eventuali errori commessi o di scelte che possono essere più o meno condivise. In sintesi, penso che bisogna “tirare su” una città che ha bisogno di vedere prospettive future che rilancino la nostra economia.

Ovviamente ritengo fuori discussione che obiettivi così importanti, delicati e difficili si possano raggiungere con la contrapposizione politica e partitica che non solo rallenta ma alla fine massacra la crescita. Pertanto mi auguro che responsabilmente la prossima coalizione di governo della città abbandoni le arroganze personali ma si ponga con umiltà e determinazione: una volta tanto si pensi solo al bene della città e dei suoi giovani e non alle posizioni personali o di partito”.