passaggio a livello aperto“Quali scenari futuri per i trasporti in Sicilia?” e’ la domanda che si pone un ingegnere di Scicli, Bruno Mirabella, che ha inviato una lettera agli onorevoli siciliani e alla nostra redazione. L’oggetto della denuncia  è il trasporto pubblico siciliano e le condizioni delle strade ma soprattutto l’inefficienza di una classe politica che, in virtù della spending review, non ha tutelato gli interessi dei siciliani.

Bruno Mirabella, ingegnere sciclitano, ha destinato una lettera ai politici siciliani per raccontare, semmai non lo sapessero, com’è cambiato il trasporto pubblico nell’isola. Una lunga missiva con una dettagliata descrizione che narra di un quotidiano regresso che si trasforma in terrore: autobus pieni di passeggeri, alcuni lasciati a terra e tra questi turisti che devono raggiungere l’aeroporto di Catania; malati che devono arrivare in strutture sanitarie; studenti che devono andare all’università per sostenere esami. Mezzi che si bloccano perché inefficienti. Aggressioni tra passeggeri e autisti.

Parole che descrivono  immagini che si alternano e si rincorrono, nell’arco di 35 anni perché è da tanto che, Bruno Mirabella, si muove con i mezzi di trasporto pubblici; da circa quindici come lavoratore pendolare da Scicli a Catania. <<Ho assistito negli anni –  ha raccontato –  al depotenziamento  della tratta in treno Scicli-Ragusa, con stazioni convertite ad altro uso. Negli ultimi cinque anni anche i treni che dalla Sicilia andavano verso il Nord sono stati smantellati, eliminando quasi del tutto il servizio cuccette.   Mirabella scrive, perché si sarebbe aspettato da parte dei  rappresentanti politici nazionali e del Presidente Crocetta una particolare presa di posizione, ma questo non è avvenuto, come lui ha denunciato.  Quale sistema di infrastrutture alternativo? Si è chiesto.  “Quale scenario futuro ci aspetta?”.  Una lettera – denuncia che illustra la fotografia di una Sicilia che è carente di collegamenti e che, sola e abbandonata,  sta soffrendo; nessuno si impegna per cercare una cura. Questo risentimento – conclude la lettera –  sta diventando un luogo comune per noi Siciliani.

Viviana Sammito

 

Foto: repertorio novetv