ibrahim scafista

E’IBRAHIM MOUHAMED ALEEM Mouhamed, egiziano di 29 anni il giovane ritenuto responsabile della traversata clandestina di 311 migranti arrivati la notte tra mercoledì e giovedì al porto di Pozzallo.  L’arrestato è reo confesso e ha raccontato alla Polizia Giudiziaria di avere sparso la voce negli ambienti frequentati dai soggetti dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, affinché qualcuno lo reclutasse quale conducente di uno dei natanti che sempre più spesso partono dalla costa libica verso l’Italia. “Una volta che mi hanno contattato, ha ancora raccontato,  mi sono accordato per la cifra di 6.000 dollari americani che doveva essere accreditata sul mio conto dopo 3 ore dalla mia partenza…

Dopo circa 13 o forse 14 ore di navigazione,  così come avevo concordato di fare con i libici,  non parlando la lingua inglese ho chiesto ad una ragazza di telefonare ad un numero per chiedere soccorso: era una siriana, faceva quanto le chiedevo e nell’occorso parlava in lingua inglese. Dopo tale fase vedevo un peschereccio battente bandiera tunisina avvicinarsi all’imbarcazione che conducevo ed i componenti del peschereccio lanciavano delle bottiglie di acqua ai passeggeri che trasportavo e specifico che nessuna bevanda o cibo si trovava sull’imbarcazione sin dal sua partenza dalla costa libica. Contemporaneamente vedevo un elicottero sopraggiungere e lo stesso cominciava a sorvolare sul peschereccio per poi, dopo circa dieci minuti, allontanarsi. Trascorse ancora delle ore vedevo sopraggiungere una nave che sempre più si avvicinava all’imbarcazione sulla quale mi trovavo fino a raggiungerci. Tutti quanti venivamo fatti salire e rifocillati di cibo e di acqua. Il natante che sino a quel momento avevo condotto veniva lasciato alla deriva e presumo che tale natante è stato recuperato da qualcuno, forse addirittura dagli stessi libici in quanto in più occasioni ho saputo che tali natanti vengono recuperati dalle consorterie per essere riutilizzati”. Al termine delle indagini gli investigatori hanno appurato che i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche, che l’organizzazione è composta da cittadini libici e che lo scafista egiziano ha incassato più di 500.000 dollari.

I migranti, dal canto loro, hanno raccontato di violenze inaudite  durante la permanenza nei centri di “reclutamento” in Libia per poter partire per il viaggio in Italia.

 La testimonianza di una passeggera siriana:

 “Mi sono recata in Libia unitamente alla mia famiglia, mio padre e mia madre e mia sorella circa un anno fa nel Gennaio del 2013. Ci siamo stabiliti nella città di ***** e svolgevo l’attività di insegnante, regolarmente retribuita. Noi ci siamo trasferiti in Libia con l’intento che appena possibile avremmo effettuato il viaggio clandestino alla volta dell’Italia per poi proseguire verso la Germania. Durante questo periodo di permanenza in Libia, un componente della mia famiglia ha contattato un personaggio libico che dietro il compenso di  1.800$ cadauno ci organizzava il viaggio e questo grazie al fatto che prima della mia partenza mi ero memorizzata un numero di telefono che avevo trovato su una pagina Facebook che denominata ************* che in Siria alcuni amici conoscevano in quanto offre diversi consigli per noi migranti che vogliamo fuggire dalla guerra. Su facebook ho incontrato diversi migranti che avevano fatto il mio percorso e mi sentivo più sicura in quanto inizialmente temevo per la mia vita e quella dei miei familiari. Dal social network ho trovato la forza in quanto altri connazionali mi spingevano a farlo per fuggire e soprattutto ho letto le loro testimonianze.

Omiss…durante la navigazione ci sono stati dei problemi che riguardavano il motore del barcone, che lo stesso egiziano cercava di sistemare, il mare era un po’ mosso ed alle volte entrava dell’acqua che noi  migranti provvedevamo a raccogliere e buttare fuori con mezzi di fortuna. Durante tutta la navigazione notavo che l’egiziano frequentemente consultava il telefono cellulare satellitare, ma non l’ho visto parlare, tale apparecchio aveva pochissima batteria, dico ciò perché lo stesso è stato usato da me in quanto parlo la lingua inglese per cercare di dare l’sos per il nostro salvataggio, cosa che succedeva.

Difatti dopo un po’ di tempo  notavo che vi era una imbarcazione che ci seguiva e che dopo ci ha affiancato dandoci dell’acqua da bere, questa imbarcazione batteva bandiera tunisina non ricordo il nome della barca, ed l’equipaggio di quest’ultima barca colloquiava con l’egiziano che conduceva la nostra barca dandoci anche delle indicazioni sulla rotta da tenere e la direzione da prendere, poi spaventati si allontanavano, rimanevo delusa da tutto ciò perché pensavo che loro potessero essere i nostri soccorsi. Dopo l’allontanamento di questa imbarcazione sono passate circa due ore ho notato sorvolare sopra di noi un elicottero ed ero molto felice di questo, difatti da li a poco tempo in lontananza si avvicinava una grossa nave che ci soccorreva. Nel mentre noi ci avvicinavamo a questa Nave di grosse dimensioni e la stessa si avvicinava a noi, alcuni miei connazionali mi facevano notare che l’egiziano aveva buttato in mare il telefono cellulare satellitare.

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 56 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo.

Intanto i due centri di accoglienza di Pozzallo e Comiso  sono saturi perché è altissimo il numero dei migranti ospiti che vanno oltre la capienza delle due strutture.  Nella masseria ‘Don Pietro’ in contrada Cifali, tra Comiso e Ragusa, una ventina di migranti hanno dormito all’aperto e ieri sera sono state montate 5 tende per consentire a 75 approdati a Pozzallo qualche ora prima di non passare la notte sotto le stelle. “Oggi all’ora di colazione nella masseria Don Pietro – ha raccontato Nello Lo Monaco, dirigente del Dipartimento regionale della Protezione Civile – erano presenti 456 migranti, un numero considerevole per la capienza della struttura. Senza considerare le norme igieniche e di sicurezza c’è un parametro che va tenuto conto: l’ingombro per ogni materasso non consente di metterne più di 370 all’interno della struttura, ecco che siamo stati costretti ad allestire le tende e l’altra notte qualcuno ha dormito fuori”. 

Viviana Sammito