Di tanto in tanto accadono cose inaspettate che mettono in crisi le mie sicurezze, e persino le insicurezze. Si tratta di eventualità particolari, circostanze, come quella che qualche mese fa mi ha posto dinanzi alla possibilità di bere un succo di frutta all’arancia rossa di Sicilia. Possibilità poi scongiurata dalla lettura degli ingredienti riportati a lato del contenitore in tetrapak, proprio mentre stavo versando l’oscuro liquido all’interno di un bicchiere. Mi era caduto l’occhio sul particolare: Ribes Nero! Che cosa ci fa il ribes nero in un succo di frutta all’arancia, è cosa che forse tutti sapranno, ma che io onestamente ignoravo tra le eventualità immaginabili prima della illuminante deduzione finale. Una superficiale ricerca su internet confermava la mia ipotesi, ma cosa ancora più strabiliante scoprivo che il ribes nero era forse il minore dei mali in cui potevo imbattermi. L’E120, ecco il peggiore dei coloranti in cui sarei potuto incappare, l’estratto di cocciniglia. Pensate, cari lettori, a un bravo vegano che decida di bere un buon succo di frutta e invece interrompe il suo regime alimentare con un pasto a base di insetti. Si pongono problemi esistenziali! Come del resto se ne porrebbero in un eventuale caso di cioccolato prodotto senza fava. Quale colorante sarà stato utilizzato in questo ultimo caso? Mistero e orrore!!!

Questi elementi produttivi di confusione rendono, di certo, incerto il nostro vivere quotidiano. Si prenda in considerazione il Pontefice di Santa Romana Chiesa, il quale – pensandosela bene – ha deciso di denunciare la più che probabile assenza di bue ed asinello sul reale sfondo ambientale dietro la santa culla. In effetti non sarebbe stato troppo salubre far nascere il Salvatore in un contesto così agreste. Forse a causa di tali confusioni, in una Scuola di Piacenza, in questi giorni, si è creduto giusto sopprimere i festeggiamenti natalizi all’interno dell’Istituto, conseguentemente vietando l’allestimento del presepe. Immagino la circolare: “La Presidenza, a nome dell’intero collegio dei professori, si premura di avvertire gli studenti e le famiglie, dell’assoluta impossibilità di poter sostenere intellettualmente e sanitariamente un presepe con bue ed asinello. In ordine alle più recenti normative U.E., per l’anno prossimo sarà proposta una sala parto asetticamente allestita nella migliore situazione igienica. L’eventuale abbellimento sarà costituito da disegni e raffigurazioni atti a riprodurre temi floreali e volti di Massimo Giletti stilizzati.”

Ad onor del vero, sono convinto che il Papa non voleva scatenare alcuna polemica. O almeno lo spero! Probabilmente c’era solo la volontà di affermare storicamente la circostanza natalizia di quell’anno zero. Tra l’altro le recenti voci riguardo la prossima divulgazione di sensazionali scoperte sul pianeta Marte, pongono qualche problema dal punto di vista umano-centrico cattolico. In momenti così concitati, è facile che scappi qualche parola di troppo, qualche appoggio a Monti non necessario, o una benedizione alle famiglie di Casini. Sono cose che capitano. Tuttavia, dal fronte spaziale, mi sento in dovere di rassicurare il Vaticano. A divulgare la notizia di una possibile scoperta che “entrerà nei libri di storia” è stato un geologo. Probabilmente si tratterà, come al solito, di una di quelle scoperte sensazionali che noi poveri imbecilli non capiremo o ci sembrerà troppo deludente rispetto il ritrovamento di fonti di vita intelligente (la cerchiamo altrove, dopo averne accertato l’assenza sulla Terra?). Cose da geologi insomma, niente alieni probabilmente. Al limite, ma proprio al limite, qualche traccia fossilizzata di un qualcosa di assimilabile a molecole organiche. Magari una cocciniglia spaziale! Eh, non sarebbe una cattiva idea pubblicitaria, un bel succo di frutta alle arance rosse di Marte (non per niente pianeta rosso).

Benedetto, che dici, dai, lo possiamo mettere almeno solo il bue nel presepe?

 

Gaetano Celestre