Bernardetta Alfieri e Guglielmo Ferro: “Sexy Car Wash a Sampieri, una caduta di stile”!
- 1 Maggio 2013 - 11:12
- 2
Si può pensare che incombenze più urgenti, come la grave crisi che attanaglia tutto, finanze pubbliche, lavoro, famiglie, suggerirebbero di sottacere la cosa, ma neppure la gravità del momento ci può e deve far dimenticare il nostro ruolo di adulti responsabili ed abdicare alle responsabilità verso la società futura. Siamo padri, madri, educatori e riteniamo che sia inaccettabile concedere il patrocinio del Comune a un evento come la sagra del Pomodoro, tra le cui iniziative compare “il sexy car Wash
Ci stupisce che un’amministrazione contraddica gli scopi istituzionali dell’ente stesso:, partecipando attivamente ad una manifestazione che riproduce gli schemi diseducativi e maschilisti della mercificazione del corpo femminile.
L’Italia è al 74° posto per parità tra uomo e donna e alla politica viene chiesto di promuovere iniziative che riducano il divario tra i generi anziché ampliarlo.
Il “Sexy car wash”, promosso quale pezzo forte dell’intrattenimento in pieno giorno, rappresenta la rinuncia da parte delle nostre istituzioni all’esercizio di un ruolo pedagogico-culturale che nega la valorizzazione dell’identità femminile. Infatti, il sexy car wash nasce come performance caratterizzata dal legame erotico tra automobili lucide e potenziate e modelle sexy, dove il corpo della donna ha un unico messaggio e non ha niente che vedere con la libertà di espressione.
Il nostro contesto paesistico, la nostra cittadina barocca, sono in grado di fornire ben altre performance attrattive, sia in termini di offerta culturale che di puro svago, sempre restando nell’ambito di iniziative di tutto rispetto (il bookcrossing, la digitalizzazione della Fornace, le mostre nelle gallerie d’arte).
Noi non vogliamo vietare niente a nessuno, e ciascuno può trovare divertente, nei limiti della legalità naturalmente, ciò che gli aggrada. Ma qui il problema è diverso: se si trattasse di una manifestazione proposta da un privato, questa denoterebbe semplicemente un livello culturale infimo e la incapacità di proporre nulla di più evoluto oltre le pulsioni istintive di un quattordicenne. Ma trattandosi di una pubblica promozione gli enti preposti o deleganti non possono defilarsi rispetto al problema della proposizione di modelli culturali deteriori, di un’immagine lesiva e umiliante della dignità femminile.
Forse saremo considerati dei bacchettoni però ci sembra un po’ incoerente ed ipocrita il diffuso stupore verso adolescenti con comportamenti sessuali precoci, truccati o con abbigliamenti e pose ammiccanti sui social networks, quando il mondo adulto e istituzionale- ricordiamo che in questo caso tra gli organizzatori c’è anche un consigliere comunale- promuove modelli di sessualità lasciva il cui presupposto culturale è la mercificazione femminile.
I Consiglieri Comunali di SCICLI BENE COMUNE
Bernardetta Alfieri e Guglielmo Ferro
memmo
io le cose le vedo in maniera leggermente diversa… diciamo che per me, il nudo femminile oggi è un’imposizione sociale e culturale che non è dettato dalla maggiore indipendenza della donna, ma al contrario da una reificazione della stessa, ridotta a un mero pezzo di carne a uso e consumo del maschio… che poi questo cominci a riguardare anche l’uomo, ridotto anche lui a oggetto da esibire e da guardare nei cartelloni, mi rende ancora più triste… negli anni 70 le femministe lottavano andando a protestare contro i vari Miss Italia e affini, oggi la situazione si è completamente ribaltata non perché quella lotta ha portato una maggiore indipendenza dei soggetti (delle donne, in questo caso), ma perché l’apparire ha prevalso sui contenuti, in tutti i campi e non solo per quel riguarda la condizione delle donne e la loro presunta emancipazione. secondo me, anzi, si è tornati indietro, caso mai, e sia uomini che donne hanno difficoltà a ricreare se stessi in questo marasma di input pubblicitari che volenti o nolenti ci condizionano la vita e ci trasformano in merce.
Andrea
A me sembrano solo bassezze politiche! Hanno voluto sfruttare una buona occasione “fornita” dal loro collega Consigliere Comunale, organizzatore della manifestazione!
Oggi la donna non è per nulla “mercificata” e non ha di bisogno di “pseudopaladini”, sa quello che vuole ed è consapevole di quello che fa.
Piuttosto, se la lettera non dovesse avere fini “politici”, come credo che sia, così come formulata, mi suona tanto intrisa di patetico e tardivo femminismo anni 60 “l’utero è mio e lo gestico io”, quando aveva ragion d’essere e di esistere, portando la donna oggi ad essere libera, anche se in alcuni casi, con qualche deviazione ed eccesso che non Le fa onore.
Per quanto riguarda la morale, l’educazione ecc. sono ben altre le azioni che i consiglieri dovvrebbero intraprendere, prima di occuparsi di queste “stupidaggini”.