omicidio scoglittiE’ prevista in mattinata, presso la sala “Filippo Raciti” della Questura di Ragusa, la conferenza stampa inerente l’omicidio del rumeno RADUCAN Nicolae, di 38 anni ed il sequestro di persona e violenza sessuale della sua compagna di 53 anni.
Il fatto è accaduto nelle prime ore del 26 Aprile, a pochi metri da una discoteca della frazione marinara di Scoglitti. Il cadavere dell’uomo giaceva ai margini della strada che dalla S.P. 31 Scoglitti-Gela porta al mare, in località “costa Esperia”.
A seguito di complesse indagini, il Servizio Centrale Operativo, la Squadra Mobile di Ragusa ed il Commissariato di Vittoria hanno individuato gli autori dei gravissimi reati commessi: 4 giovani tunisini che hanno reso confessione agli investigatori della Squadra Mobile e poi lo hanno confermato al Pubblico Ministero che ha disposto il Fermo di indiziato di delitto.
Tutti i dettagli saranno resi noti durante la conferenza stampa. Vi terremo aggiornati.
AGGIORNAMENTO NEWS ORE 14:30  
a cura di Viviana Sammito
Era il 26 aprile alle 7.45 quando il proprietario di una serra sulla Vittoria-Scoglitti ha chiamato la polizia: ha rinvenuto sul ciglio della strada il cadavere martoriato di un rumeno di 38 anni. Ucciso perché  quattro balordi volevano violentare a turno e seviziare la sua donna, una rumena di 53 anni.
Quattro tunisini: Nizar Brahim 23 anni, Marouane Tebra, 27 anni, Anwari Tebra di 23 e Hamdi Boukhobna, 24, braccianti agricoli, incensurati, ubriachi,  notano la coppia mentre esce da un locale, la sera tra sabato e domenica, e la seguono a fino a quando i due si trovano  poco distante dal pub, frequentato da rumeni e tunisini che lavorano nel campo dell’agricoltura. E’ la prima volta che i due fidanzato entrano nel locale. Lei vuole festeggiare il compleanno del suo compagno. Da solo un mese vivevano a Vittoria e lavoravano  come braccianti agricoli. Il racconto straziante è stato descritto, anche con dettagli, nonostante lo stato psicologico, dalla vittima.  La rumena quella tragica sera nota i quattro tunisini ed  sospetta i loro cattivi propositi: lei è indifesa perché il suo  compagno è ubriaco. I malviventi si avvicinano  con una spranga, che ancora gli investigatori stanno cercando, ferendo a morte il rumeno davanti agli occhi impotenti della sua compagna che viene violentata a turno, poi i quattro, volendo proseguire in santa pace i loro piani, trascinano a piedi nudi e quasi nuda, con solo la maglietta addosso, la rumena in un casolare dove viene ancora abusata e poi abbandonata.
Lei riesce a tornare a casa; il suo primo pensiero è lavarsi, poi chiama i vicini di casa raccontando ciò che è successo e mettendosi alla ricerca del corpo del compagno. Lei si  presenta alla polizia, in c.da Esperia, sul luogo del delitto, come la fidanzata del rumeno e la vittima. Inizia l’audizione della donna con il sostituto procuratore Monica Monego: la donna racconta i dettagli di una notte diabolica: un delitto, un sequestro di persona e la violenza subita da chi ha messo fine alla vita del compagno. Inizia anche la ricerca dei responsabili: determinante è la stata la dichiarazione dei proprietari delle serre, delle immagini di video sorveglianza del locale, dello stesso proprietario che, in un primo momento, è stato reticente.  Poi sui vestiti della donna, trovati dagli agenti, sono state prelevate macchie  di sperma.  Il cerchio si è chiuso il 30 aprile, i quattro sono stati condotti in questura per un lungo interrogatorio:  uno di loro sospettato ha fatto un nome ed è crollato anche se  ha riferito di essere solo una persona informata sui fatti. Gli altri tre alla fine hanno ammesso le loro responsabilità aggiungendo di averlo fatto perché ubriachi.
Chi ha dato il corpo mortale al rumeno ha anche spiegato che appartiene ad una famiglia con una rigida educazione ed è uscito di casa approfittando dell’assenza del padre.  I quattro tunisini sono in carcere a Ragusa con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo.
 La vittima è in un luogo protetto.