donna nella vascaAppuntamento con la grande arte del novecento. E’ stata inaugurata dallo spazio Edonè “arte viva club”, venerdì 18 marzo la mostra “Tra moderno e contemporaneo”, una collettiva dedicata alla pittura di grandi artisti italiani che hanno contribuito all’evoluzione – rivoluzione culturale avvenuta nel secolo appena passato. In esposizione opere di artisti del calibro di Giacomo Balla, Fortunato Depero, Giulio D’Anna, Medardo Rosso, Fausto Pirandello, Piero Guccione, Renato Guttuso, Giulio Turcato, Gianni Dova, Ugo Nespolo, Claudio Verna, Pino Pinelli, Arturo Di Modica, Mimmo Germanà.

Tra le opere più interessanti sicuramente è da menzionare lo studio per decorazione del 1920 di Giacomo Balla, il pezzo museale sino ad ora quasi inedito di Piero Guccione, che fu esposto fin dagli anni sessanta nella sede del partito comunista in via delle Botteghe oscure a Roma; “Donna nella vasca” del ‘68 di Renato Guttuso, opera rara facente parte del ciclo della pittura scura; oppure il rarissimo olio di Fausto Pirandello testimonianza della sua evoluzione verso l’informale, cominciata dopo la Biennale del 1956 o ancora le opere degli artisti analitici Pino Pinelli e Claudio Verna.
La mostra è aperta in via Cavour 39 a Vittoria, dalle 19.00 alle 21.00 dal martedì alla domenica. Sabato e domenica la mostra invece sarà fruibile pure di mattina dalle 10,30 alle 13,00 sino a domenica 24 aprile.

I curatori della mostra sono Giovanni e Livio, padre e figlio, gallerista il primo, critici e appassionati d’arte e della cultura, entrambi. “Per questa esposizione – ha spiegato Livio, abbiamo voluto ricostruire in larghe linee quella che è stata l’evoluzione artistica italiana dell’ultimo secolo. Il percorso parte già da questa prima sala con le opere di due esponenti della Transavanguardia, Sandro Chia e Mimmo Germanà, membri di quello che si può considerare l’ultimo movimento artistico di spicco nel panorama italiano, fondato da Bonito Oliva nel 1982 con la volontà di ritornare alla figurazione classica. La mostra poi si struttura nelle quattro altre sale restanti partendo dal futurismo sino alle avanguardie contemporanee. Nella sala a seguire si fa un salto temporale cominciando così il nostro percorso con le opere futuriste di Balla, D’Anna e Rizzo, e la figurazione di Greco, Modigliani e Ziveri. La sala a seguire invece presenta il dualismo tra i quattro pittori contemporanei siciliani scelti e artisti che hanno partecipato attivamente ai grandi cambiamenti del novecento. Quindi da un lato troveremo i lavori di Momò Calascibetta, Giovanni La Cognata, Giovanni Iudice e Luciano Vadalà, artisti che con il loro realismo pungente riescono a descrivere gli svariati problemi socio-culturali che attanagliano l’uomo oggi, dall’altro il realismo del passato con le museali opere di Piero Guccione, un omaggio al pittore belga Costant Pemeke proveniente dalla sede del partito comunista di Via delle Botteghe Oscure a Roma e Renato Guttuso, con un opera del ciclo della pittura oscura, “Donna nella vasca” del 1968, sicuramente tra i dipinti di maggior spicco di quel periodo per il pittore di Bagheria. Sempre in questa sala troviamo “Nudo disteso” di Fausto Pirandello, “Biondo Platino” opera del sessanta di Renzo Vespignani ritraente una prostituta, tema molto trattato in quel periodo di transizione dell’artista, e l’opera dell’unico surrealista presente nella sala, il siculo parigino Jean Calogero, con “Profilo” dipinto su tela del 1970. La sala grande invece presenti i lavori pop e di astrazione, dove già si può notare l’apertura dell’arte nostrana ad altre realtà, pur mantenendo sempre una propria personalità creativa. Svariati sono gli esempi di Pop Art partendo dalle diverse interpretazioni degli artisti della scuola di Piazza del Popolo, capitanati da Mario Schifano, dove quest’arte è atta a rappresentare quello che è ed è stato il popolo italiano, dall’interpretazione in tele quasi seriali di un classico della letteratura come Don Chisciotte di Cervantes di Tano Festa o la rappresentazione bicromatica di un calciatore di Titina Maselli e l’iconografia di della vita quotidiana a Roma di Franco Angeli. Pop art rappresentata pure dai lavori di Nespolo, Pozzati e Rotella. Per l’astrazione abbiamo le geometrie, che ricordano tanto il suprematismo russo, di Mauro Reggiani e Gualtiero Nativi. Il primo fu tra i partecipanti alla prima mostra dedicata all’arte geometrica in Italia nel 1931 e viene rappresentato dalla sopraffina sintetizzazione del opera Composizione, olio del 1975. A seguire troveremo Emilio Scanavino con una delle sue classiche tramature, lavoro su cartoncino di fine anni settanta, dove l’artista con lo smalto riesce a trasmettere più che su tela, tutta la forza di quella che è stata la ricerca che ha caratterizzato la sua carriera, poi Ennio Finzi ed il firmatario del manifesto di “Forma I” Piero Dorazio. L’ultima sala è stata dedicata invece a quelle che sono da considerarsi avanguardie, in questo caso Arte Analitica, Arte Cinetica e Concettuale, movimenti atti alla sintetizzazione del modo di fare arte. A rappresentare l’analitica abbiamo un olio su tela risalente al periodo della prima partecipazione del gruppo alla Biennale di Venezia del 1980 di Claudio Verna ed un due elementi verdi realizzati da Pino Pinelli. Mentre il cinetico è rappresentato dall’opera su due tele di Gioppè Di Bella, dove con un lavoro di intreccio, l’artista riesce a creare un effetto ottico col contrasto tra i colori delle due tele. Infine l’arte concettuale, un arte, legata prevalentemente al pensiero, in questo caso ben rappresentata dalle cancellature di Emilio Isgrò, pittore e scrittore siciliano che sin da gli anni sessanta porta avanti quello lavoro di protesta sociale>>.

Viviana Sammito