È giunta in redazione una lettera firmata da una studentessa la quale, prendendo anche spunto dagli ultimi episodi di violenza avvenuti negli Istituti scolastici italiani, fa in qualche modo una analisi sociologica di come sia cambiato oggi il ruolo della Scuola.




Quella che una volta era semplicemente una istituzione demandata ad erogare “pacchetti di formazione” senza invadere minimamente la sfera educativa dello studente (a quello ci pensavano i genitori), oggi si ritrova invece a fare i conti con una società radicalmente mutata, con i genitori che spesso demandano il compito educativo ad altre istituzioni. In questo contesto è cambiato radicalmente anche il ruolo degli insegnanti che si trovano ad affrontare situazioni completamente nuove, spesso difficili e paradossali (con i genitori pronti ad inveire se alzano il tono con un alunno indisciplinato).

La lettera di Arianna si trasforma alla fine in un appello accorato agli insegnanti perchè possano rappresentare un sostegno per i ragazzi prendendoli per mano, contribuendo alla loro crescita personale e formativa. (premessa Carmelo Riccotti La Rocca)




Di Arianna Scarso (Studentessa di Modica)

Forse con lui abbiamo fallito?>” così si interroga, dopo il tragico accaduto, la docente accoltellata da un suo alunno 17enne: ferita brutalmente al volto, ha ancora il coraggio di mettersi in dubbio, non condannando il ragazzo, ma cercando piuttosto di capire cosa lei, nel suo fondamentale ruolo di insegnante, abbia sbagliato.

Questa professoressa è stata quindi definita da molti, per la sua audacia, una “santa laica”, posseduta dalla sua missione: educare e salvare i ragazzi a lei affidati. A differenza della docente casertana, però, tanti, tra coloro che oggi portano avanti le nostre scuole, non hanno ben chiaro il ruolo e la priorità che essi hanno nella società. Come sancito dalla legge, gli insegnanti devono, infatti, contribuire alla formazione umana e critica della personalità dei loro alunni; spesso però ciò che fanno è ben lontano dalla loro missione e la scuola, oramai svuotata del suo pieno significato, si trova così ad accogliere ragazzi fragili, senza saperli gestire.

Gli insegnanti sembrano divenire semplici erogatori di nozioni e se da un lato si impegnano, in prima linea, nella lotta contro la mafia e il bullismo, dall’altro fingono che non esistano, tra i propri alunni, situazioni di disagio o additano, classificandolo come sbagliato, chi ha qualunque tipo di difficoltà.

Spesso si ergono a giudici supremi, pensando che il ruolo di docente conceda loro un abuso spregiudicato di potere e perdono così, dinanzi ad alunni già poco fiduciosi, di credibilità, sensibilità e umanità.

La situazione è dunque tragica poiché si è persa di vista, nella maggioranza dei casi, la funzione educativa e determinante della scuola e di coloro che la rappresentano. Come affermato da Malala Yousafzai, infatti, un bambino, un insegnante, un libro e una penna sono le uniche armi in grado di cambiare il mondo. Ma soltanto coloro che hanno l’opportunità di crescere sotto la guida di insegnanti pronti ad essere un sostegno e un punto di riferimento fermo ed amorevole, solo loro, potranno davvero fare qualcosa.

(Appello agli insegnanti)

Cari insegnanti, oggi pochi di voi sembrano avere davvero a cuore i propri ragazzi, tanto che spesso ci chiediamo se esista ancora qualcuno disposto a spendersi per noi.

Perciò, FATEVI AVANTI: I VOSTRI RAGAZZI HANNO BISOGNO DI VOI.