RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

acifDa alcuni mesi in città sembra essere scemata l’ attenzione collettiva sula questione dell’impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi dell’ACIF. Quasi che essa si fosse  positivamente risolta.

Tutt’altro. Essendo caduta – per sentenza del TAR e per l’insipienza della Regione siciliana (Il TAR aveva chiesto l’acquisizione di documenti che la Regione non ha fornito) – la revoca del decreto 218/2016 concedente all’impianto ACIF l’Autorizzazione Integrata Ambientale, quel decreto è diventato esecutivo. Dunque l’ACIF può procedere nella realizzazione dell’impianto.

Di certo continua a pesare sulla vicenda   l’esito del  ricorso, tuttora pendente davanti al TAR di Catania, che  Legambiente e il Comitato cittadino per la tutela della salute e dell’ambiente ha presentato nel maggio del 2016 .

Si trattò allora di una azione a  protezione della comunità che   larghissima parte dell’associazionismo ambientale, politico  e culturale,  per passione civile e senso di responsabilità civica,  intraprese, assumendone gli oneri ed i rischi finanziari conseguenti, in assenza, se non con la ostilità, della commissione prefettizia, che governava la città; ma incontrando il favore ed il plauso della collettività, come  dimostrò la nota manifestazione del maggio 2016, allorquando oltre cinquemila cittadini sciclitani occuparono le vie della città per dire no al quell’impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi .

Ma adesso  abbiamo un’amministrazione “democratica”, peraltro  eletta anche sull’onda di quella manifestazione. Ed in effetti  la Giunta, insediatasi sul finire del 2016,  nello scorso  1 febbraio ha avanzato richiesta di riapertura della procedura per l’AIA (nei fatti una richiesta di revisione del provvedimento), ma, a quanto se ne sa, non ha avuto finora alcuna risposta. O almeno non ha dato alcuna comunicazione alla città, giustamente preoccupata per il silenzio calato sulla vicenda e per le notizie giornalistiche riguardo a d altre vicende siciliane relative appunto al trattamento di rifiuti pericolosi attenzionate dalla magistratura , nonché alle voci sulla ipotizzata destinazione anche a Scicli  del  polverino dell’ILVA di Taranto.

Queste le ragioni sottese alla determinazione del Comitato cittadino per la tutela della salute e dell’ambiente di reiterare, con una lettera formale lo scorso 7 maggio, le proposte già avanzate all’Amministrazione comunale in un incontro il 10 gennaio e successivamente riproposte nel Consiglio Comunale aperto del 30 gennaio.

Dopo aver ripercorso analiticamente i passaggi  del complesso iter amministrativo e le iniziative politiche e giurisdizionali del Comitato ( tra cui spiccano, come ricordato, la grande manifestazione popolare del maggio 2016, il ricorso al Tar tuttora pendente, gli interventi presso la Regione Siciliana in collaborazione con alcuni deputati regionali, la manifestazione con gli avvocati sugli aspetti tecnico-giuridici della questione, la presentazione della litografia “L’Eden non è altrove”,  ecc.) il  Comitato puntualizza una serie di “azioni” che l’Amministrazione Comunale potrebbe  promuovere per addivenire alla definitiva soluzione della questione.

Tra le richieste segnaliamo in particolare l’opportunità che il Comune si costituisca nel ricorso al TAR tuttora pendente – di fatto l’unico ostacolo posto a contrasto dello stabilimento industriale – a sostegno di Legambiente e dello stesso Comitato, con la possibilità di nominare un consulente tecnico di sua fiducia (un esperto del settore) che i ricorrenti non hanno potuto incaricare per mancanza di mezzi finanziari.

Di particolare importanza anche un intervento del Comune presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per verificare la ritualità della procedura relativa alla concessione del finanziamento per la realizzazione dell’impianto. Tra le condizioni  per la concessione del finanziamento c’era infatti la “dichiarazione di conformità urbanistica”,  requisito che all’epoca non poteva sussistere nelle zone agricole del nostro territorio.

Tra gli altri impegni che si chiede alla Amministrazione di assumere è anche la  verifica delle procedure che portarono alla realizzazione dell’attuale impianto ACIF, nonostante il parere di “non conformità urbanistica” degli Uffici Tecnici Comunali.

Infine, viene chiesto all’Amministrazione di tenere alta l’attenzione della città sulla problematica, valutando l’opportunità di promuovere una nuova grande manifestazione popolare. Infatti, la sola azione amministrativa – condotta presso quegli stessi Uffici regionali che sino ad ora non hanno mostrato alcuna solerzia –  non sortirà alcun effetto, se non è adeguatamente supportata dalla azione in sede giurisdizionale; e soprattutto dalla mobilitazione popolare.

A tutt’oggi , ad un mese dall’invio della lettera, l’Amministrazione Comunale non ha dato nessuna risposta; e soprattutto non ha  comunicato alla città a che punto siamo con la vicenda ACIF e quali siano i suoi intendimenti  e le sue azioni al riguardo.

Scicli 7 giugno 2017

Per il Comitato cittadino per la tutela della salute e dell’ambiente

Guglielmo Palazzolo