I fratelli sciclitani Roberto e Mauro  Gesso, 50 e 43 anni, in occasione dell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto davanti al Gip del Tribunale di Lagonegro, hanno dichiarato di avere tentato di uccidere lo scorso sabato in c.da Zagarone a Scicli M.C., 57 anni, e G.C., 30 anni, per vendetta. I due, padre e figlio, sono rimasti gravemente feriti dai colpi di fucile sparati da Roberto Gesso.

Una vendetta dunque, il movente del tentato omicidio: il più grande dei fratelli Gesso sarebbe stato picchiato, un paio di mesi fa, da G. C., che lo avrebbe mandato in ospedale per diverse settimane, ricoverato a Catania in prognosi riservata.

Roberto Gesso si sarebbe ora assunta la responsabilità ammettendo di essere stato lui a sparare contro padre e figlio mentre transitavano da c.da Zagarone. I due però hanno fatto in tempo a scappare chiedendo aiuto ai carabinieri recandosi direttamente in caserma. I fratelli Gesso invece decidono di fuggire e lasciare la Sicilia; verranno bloccati a Sala Consilina.




Le due vittime avrebbero notato la scorsa settimana di essere seguiti dai Gesso, stavano quindi  sul chi vive, questo gli avrebbe consentito di avere salva la vita: alla vista dei due e del fucile in mano a Roberto Gesso, il 30enne alla guida dell’auto ha accellerato tentando subito di allontanarsi.

Nel corso delle indagini, i militari dell’Arma avrebbero rinvenuto il fucile a canne mozze presumibilmente usato dai due fermati per compiere l’agguato. I carabinieri hanno perquisito nella giornata di sabato scorso le abitazioni dei due fratelli.

I Gesso sono entrambi indagati oltre che per duplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, anche per la ricettazione e la detenzione abusiva d’arma.