fornace penna degrado ambientale

Parco Mediterraneo delle arti e della cultura o archeologia industriale? Sono le due ufficiali ipotesi di destinazione della Fornace Penna al Pisciotto dopo il D-day di qualche settimana fa che finalmente ha smosso le acque su una cattedrale nel deserto da ben 90 anni trascurata e che adesso rischia di crollare, pezzo per pezzo, a mano a mano. Ci sono alcuni passaggi che però devono essere rispettati per mettere prima in sicurezza l’immobile che è di proprietà di 21 soggetti che però non hanno i fondi per effettuate i lavori. Si punta all’espropriazione del bene o ad una transazione per far sì che possa essere gestito dal comune di Scicli per dare la possibilità alla Sovrintendenza a effettuare i necessari sopralluoghi. Il primo passo lo deve fare il sindaco Susino con un’ordinanza che permette alla Sovrintendenza di accedere ai luoghi, questa a sua volta, tramite la sovrintende Rita Panvini,  ha mandato alla Regione Siciliana richieste specifiche per la disponibilità dei fondi: si parla di 250 mila euro che l’ente regionale sarebbero disposto a scommettere per il consolidamento e per  una serie di lavori  per impedire i crolli e il logoramento della struttura.  Il funzionario regionale ai Beni Culturali  Martino Russo dovrebbe verificare la disponibilità della somma e poi tocca all’assessore Maria Rita Sgarlata fare una determina per la destinazione del finanziamento.

In una seconda lettera la sovrintendete Panvini ha chiesto la disponibilità economica al dipartimento di Protezione Civile. Tutto il territorio sta unendosi al progetto di riqualificazione della Fornace Penna partita dall’ex parlamentare modicano, Concetto Scivoletto, e dalla moglie Maria Calabrese, insieme con le associazioni culturali e tanti cittadini.

Il prefetto Vardè si è anche detto impegnato perchè si arrivi al raggiungimento dell´obiettivo: “Serve la sinergia di tutte le componenti in campo” ha detto il prefetto che seguirà da vicino la vicenda perchè la Fornace Penna sia salvata dal degrado e dallo sgretolamento”.

Forse siamo ancora in tempo.

 Viviana Sammito