marco causarano 4«Ritengo doveroso, per la stima ed il rispetto che mi legano all’avvocato Nino Gentile, per parte mia partecipare alla richiesta di dialogo e confronto che questi ha richiesto sul tema del ricorso al Tar Lazio avverso il provvedimento di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Scicli.

Se ho ben compreso, l’analisi di Gentile si fonda su una premessa di carattere politico e su conclusioni di carattere giuridico in ordine all’interesse ad agire dei ricorrenti.

Partiamo dalla premessa politica che, per altro, rilevo è stata spunto per un immediato intervento del neo-Portavoce del Segretario Pd (Omar Falla) che in queste sue prime uscite pubbliche, devo confessare, mi pare si sia distinto più per livore ed astio personale, che per lo svolgimento di un’azione costruttiva.

Chiede Gentile se fosse doveroso per Franco Susino dimettersi a seguito dell’avviso di garanzia notificatogli nell’estate 2014? E’ questa una domanda che bisognerebbe rivolgere all’interessato, così come la domanda se, venuto meno il patto elettorale con gli elettori, Susino avrebbe dovuto dimettersi.

Per quello che mi consta posso solo riportare quanto l’ex Sindaco disse nella sua lettera di dimissioni del dicembre 2014, motivando la sua scelta di restare con la necessità di non lasciare la città in piena tempesta finanziaria e di garantire il varo di quegli atti che portassero a compimento il piano di riequilibrio finanziario per evitare il dissesto. Fu così che dal dicembre 2014, appena varati gli storni e variazioni di bilancio, Franco Susino separò definitivamente le sue vicende giudiziarie dalle vicissitudini del Comune.

Queste le sue scelte che, piaccia o non piaccia, rientravano nella piena ed autonoma determinazione di un Sindaco direttamente eletto dai cittadini e non legittimato da un voto di fiducia che – nei consigli comunali – non esiste, a differenza di quanto avviene nel Parlamento nazionale.

Gentile contesta ai consiglieri comunali una “mutazione antropolitica”.

Ricordo ai meno attenti che nel documento dei “responsabili” del gennaio 2014 c’erano le firme di tutti e quattro i consiglieri comunali del Partito Democratico (la mia era la quarta!) che, in una situazione di piena tempesta amministrativa, dovuta alla manifesta incapacità di altri di garantire l’ordinaria amministrazione (nel gennaio 2014 non c’era ancora il bilancio 2013), condivisero un percorso di risanamento complicato (praticamente eravamo in dissesto) piuttosto che fregiarsi di una pseudo purezza politico/amministrativa che, magari, sarebbe valsa a dire “io non c’entro nulla” ma che non avrebbe evitato ai cittadini il fallimento del loro ente.

Si badi, peraltro, i consiglieri comunali del Pd non siglarono nessun accordo politico sul modello di quello sottoscritto dal Pd di Pozzallo appena qualche mese fa (tanto per restare dalle nostre parti). Nel comune marinaro, infatti, il Partito Democratico (sconfitto al ballottaggio delle elezioni del 2012 da Luigi Ammatuna, come  a Scicli) dopo che il Comune non è riuscito a varare il proprio piano di riequilibrio, è entrato testa e piedi proprio nella giunta di Luigi Ammatuna chiedendo al proprio capogruppo Francesco Ammatuna (politicamente vicinissimo alla Senatrice Padua) di svolgere il ruolo di assessore comunale che attualmente ricopre, sostenendo politicamente proprio quel Sindaco che li aveva sconfitti al ballottaggio!

No, a Scicli il Partito Democratico ha doverosamente perseguito un’altra strada poichè “La nuova classe dirigente del partito non intende più perseguire i vecchi metodi, della demonizzazione ad ogni costo dell’avversario politico con l’ottica del tanto peggio tanto meglio purchè il nemico cada. (…)” e perché “non possiamo consentire che il Comune si trovi nuovamente davanti al baratro del disseto (…)ecc.”. Mi scuserà il mio amico Giovanni Spadaro (segretario cittadino del Pd di Modica, consigliere comunale della sua città e capo della Segreteria politica della Senatrice Padua!) se faccio mie le sue riflessioni di dieci giorni fa.

Ergo, ci siamo assunti responsabilità politiche e consiliari che il ruolo ricoperto c’imponeva senza chiedere poltrone in cambio. Su questo tema anche i sassi, ormai, a Scicli sanno che si confrontano due anime del Partito Democratico e che ognuno rimane sulle proprie (legittime) posizioni.

Anche la riflessione personale dell’avv. Gentile è legittima ma, appunto, è personale! Credo che a questo punto spetterà ai cittadini, quando chiamati alle urne, giudicare tali responsabilità che sono – sottolineo – meramente politiche.

I consiglieri comunali del Pd dovevano dimettersi, chiede ancora Gentile?

Per fare cosa, chiedo io, essere surrogato da un collega che aveva preso meno voti di me? Per dare adito a maldicenze o innumerevoli dietrologie sulle accuse di mafia? Noi, lo abbiamo detto allora ed oggi è confermato dal decreto di scioglimento, non abbiamo scheletri negli armadi.

Ad ogni modo, all’indomani del documento politico varato dal Pd nell’agosto 2014 quello che diceva “la sindacatura Susino è politicamente, socialmente e moralmente conclusa”, io per primo con il consigliere Aquilino ci dicemmo pronti a sottoscrivere una mozione di sfiducia a Susino per essere consequenziali a quanto deliberato dal Coordinamento ma, ahimè, non mi risulta che il Partito Democratico sia fatto promotore di tale iniziativa politica in città. Non mi risulta neanche, ad essere onesto, che il Pd di Scicli si sia assunto l’onere di raccordare, attorno ad un documento politico, le firme di 11 consiglieri, buone ad interrompere la sindacatura, dopo aver preso atto che il Sindaco non se ne andava.

Infatti un Sindaco non si manda a casa perché così va a qualcuno o perché c’è qualcuno che grida più di altri, ma perché si utilizzano gli strumenti che la legge ti mette a disposizione, a meno che – nel prossimo futuro – non si decida di introdurre anche l’eliminazione fisica per destituire un Sindaco…

Le successive dimissioni dei consiglieri Giannone e Caruso (a distanza di sette mesi l’una dall’altra) sono stati atti esclusivamente individuali, anche queste condivisibili o meno, ma meramente atti individuali.

Per contro il gruppo del Partito Democratico, compatto, aveva votato favorevolmente al rendiconto 2013 (un voto “tecnico”, dichiarò il giorno dopo un comunicato della segreteria), mentre compatto scelse di uscire dall’aula in occasione del Piano di riequilibrio varato il 3 settembre 2014 “per consentirne comunque l’approvazione”, dichiarò l’allora capogruppo Caruso,unico rimasto fra i banchi a nome del partito. Sino al 2 aprile 2015, inoltre, il gruppo consiliare del Pd è stato riunito innanzi al Coordinamento cittadino per assumere congiuntamente le decisioni consiliari su Truncafila, dopo che lo stesso segretario era intervenuto all’ultimo consiglio comunale aperto tenuto sul tema, in nome e per conto del Partito.

Dunque perché, avvocato Gentile, da un canto si continua a parlare di dimissioni di consiglieri e dall’altro il Partito ha costantemente partecipato alle attività promosse in seno al Consiglio?

Mi si consenta una digressione personale: oggi che la questione finanziaria (vera ragione per cui abbiamo scelto di restare) è messa veramente su binari di speranza anche grazie al Pd, mi guardo indietro e penso che questa mia esperienza politica – forse – non è tutta da buttare!

E veniamo alla questione squisitamente giuridica, ovvero l’interesse ad agire ed a ricorrere avverso lo scioglimento.

E’ di tutta evidenza che noi del Pd che abbiamo firmato (ben cinque consiglieri comunali) non ricorriamo in giudizio per riportare il Sindaco e la sua giunta al Palazzo di città. Questo non è possibile perchè Franco Susino – come sottolinea lo stesso Gentile – si era già dimesso e la giunta era cessata un mese dopo. Questo, aggiungo io, non è il nostro obiettivo politico.

No, il nostro esclusivo interesse è dimostrare che la città non meritava l’onta dello scioglimento per mafia ed il danno di immagine che ne è conseguito e che, sistemata la questione finanziaria, dimessosi il Sindaco (che in sede penale avrà tempo e modo di difendersi), convocate le elezioni amministrative per il 31 maggio, non c’era davvero motivo per sciogliere gli organi elettivi dell’ente ed infierire in questo modo sulla città.

Ringrazio l’On.le Dipasuqale per avere pubblicamente ricordato che il Pd ed i suoi consiglieri comunali non sono stati minimamente sfiorati dall’inchiesta in questione e per aver sottolineato che il ricorso non avviene per ragioni individuali (nessuno dei ricorrenti ha ricevuto proposte di incandidabilità alle prossime elezioni, come pure era stato mistificato, e men che meno avvisi di garanzia) ma semplicemente perché l’atto di scioglimento porta in sé una tale quantità di contraddizioni ed interrogativi che appare giusto sottoporlo al giudizio di un Giudice per amore di verità.

E se tali incongruenze e perplessità le abbiamo manifestate pubblicamente ponendo delle domande, ritengo fosse nostro dovere di ultimi rappresentanti dei cittadini agire di conseguenza ed impugnare un provvedimento contestato nelle sedi in cui il diritto permette di farlo, ovvero dinanzi ad un Tribunale. Quale che sarà, l’esito del ricorso, noi lo accetteremo… personalmente non provo nessun accanimento sulla questione, solo passione per la città e spirito di servizio (i danari per pagare gli avvocati li tiriamo fuori noi, di tasca nostra!)

Pur nel rispetto della riflessione giuridica dell’avv. Gentile, peraltro, non posso sottacere che da autorevoli ambienti giudiziari della Provincia di Ragusa (cito per tutti il Giudice Salvatore Rizza) o dello stesso foro di Ragusa (si leggano gli interventi sul tema degli avvocati Scarso e Galazzo), nonché dagli avvocati che hanno accettato di sostenere le ragioni dei ricorrenti (il Prof. Gaetano Armao e l’avv. Iacono) sono state espresse enormi perplessità sul provvedimento di scioglimento e, per contro, è stato incoraggiato l’interesse a ricorrere dei consiglieri comunali.

Una domanda, invece sia consentita anche a me sul finire di questa risposta: non è che qualcuno ha pensato che lo scioglimento per mafia (o il semplice avvio del procedimento ad esso finalizzato) fosse il sistema per fare fuori definitivamente Franco Susino e cessare così una battaglia politco/personale che va avanti da oltre un quindicennio?

Ed ancora, visto il dibattito acceso che è montato anzitutto dentro il Pd di Scicli attorno alla scelta di presentare ricorso, non sarebbe giusto che il più autorevole rappresentante del Pd di Scicli, appunto la Senatrice Padua, ci dica cosa ne pensa sulla questione?

Ed infine, caro avvocato Gentile, se lo scioglimento per Mafia era la sanzione giusta per Scicli (visto che lei sostiene non essere giustificato un ricorso che ha il fine di annullarlo), alla luce di tutto quello che abbiamo ascoltato in queste settimane, qual è la sanzione giusta per il Comune di Roma?

Altro che “meglio non farsi troppe domande”, io invece voglio proprio ringraziare l’avv. Gentile perché ha posto delle domande. “E la saggezza della vita consiste forse nel chiedersi, a qualunque proposito, perché? (Honore De Balzac)»

Marco Causarano