Scicli – Il Consigliere Ficili sul commissaramento: i ritardi della Giunta sono un caso?
- 4 Luglio 2014 - 7:23
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In una sua nota il consigliere comunale Bartolo Ficili sottolinea con forza tutto il suo disappunto per le vicende che ineriscono il commissariamento della Giunta comunale di Scicli circa la mancata riapposizione dei vincoli preordinati all’esproprio previsti dal Piano regolatore della città di Scicli, oggi decaduti.
Tenuto conto della mancata attivazione da parte della Giunta, dietro la sollecitazione dell’Assessorato al Territorio regionale datata 24.05.2013, per l’aggiornamento dei vincoli previsti dal PRG di Scicli, si è arrivati al commissariamento della Giunta dopo ben sette anni dal decadimento dei predetti vincoli. La situazione incresciosa venutasi a creare non può essere derubricata ad una semplice svista o distrazione dell’Amministrazione comunale attuale e precedente.
Verrebbe da pensare che si tratta di una scelta precisa da parte di tutti gli attori in causa per permettere, attraverso una scorciatoia di natura legale, di liberare le c.d. “zone bianche” dai loro vincoli e renderle edificabili. A rafforzare questo sospetto interviene l’approvazione da parte del Consiglio comunale, in data 30 giugno 2014, delle “adozioni di riqualificazione urbanistiche” presentate da alcune ditte private che costituiscono un grave precedente che darà diritto a chiunque ne faccia richiesta di poter edificare tutte quelle aree “zone bianche” che il PRG aveva interdetto alla edificazione.
Questo preoccupante rilassamento regolamentare, fra le altre cose, è stato esteso a tutto il territorio cittadino con quali conseguenze è facilmente immaginabile.
Bisogna anche aggiungere che non sono stati rispettati i passaggi formali, importantissimi per gli atti come quello in oggetto, che necessitano l’insediamento del Commissario regionale.
– Il presidente del Consiglio comunale non ha ritenuto dare comunicazione formale ai consiglieri dell’avvenuto commissariamento disattendendo gli obblighi imposti al proprio ruolo.
– L’insediamento del Commissario regionale non ha ricevuto la dovuta pubblicità almeno presso gli organi istituzionali preposti al funzionamento dello stesso Ente comunale (I Capigruppo erano all’oscuro dei sopraddetti eventi).
– Il Sindaco e la Giunta portano nel Consiglio comunale del 30 giugno 2014 delle proposte deliberative che scavalcano il ruolo del Commissario regionale, non mettendolo al corrente (a quanto si apprende per vie verbali dallo stesso Commissario) della votazione consiliare che andrà a modificare pesantemente le iniziali prescrizioni del PRG.
Siamo di fronte ad una sequenza di atti deliberativi dati con tempistica sconcertante (dei provvedimenti presi in urgenza/emergenza che non consentono le dovute riflessioni). A parere dello scrivente, ben oltre ciò che è consentito dalle norme vigenti in materia urbanistica e che potrebbero favorire delle singole iniziative private a scapito degli interessi di natura generale.
Questa mia comunicazione per rappresentare con forza, alla città, la mia contrarietà a provvedimenti regolamentari che anziché dare trasparenza e certezza alle norme di urbanistica comunale, arrecano confusione e disagio a tutti i cittadini.
Il Consigliere comunale
Bartolo Ficil
Cinà
Se quello che scrive Ficili è vero occorre che la procura faccia luce sui cospicui interessi economici che una tale vicenda mette in moto.
E, cosa ancora più grave, esce una rappresentazione della politica sciclitana come di una meretrice che offre servizi ai clienti (le lobby di potere cittadino) ormai alla luce del sole, senza nemmeno nascondersi!
Guglielmo Ferro
il proprietario di immobile in zona con vincolo pacificamente decaduto da un considerevole lasso di tempo ha diritto al rilascio della concessione edilizia secondo i generali criteri dettati dalle leggi urbanistiche come se il vincolo non fosse mai esistito. Trascorso un considerevole lasso di tempo tale area cessa il suo assoggettamento alla disciplina delle zone bianche, le quali si tipicizzano per il carattere di breve temporaneità e per le quali si giustifica un regime restrittivo solo in considerazione di salvaguardia del territorio da una edificazione non organizzata. Il reiterato disinteresse dell’amministrazione comunale alla riconferma del vincolo decaduto o alla realizzazione di quelle opere che hanno giustificato ab origine il vincolo medesimo è sufficiente a provare l’avvenuto passaggio dal regime di transitorietà alla disciplina ordinaria. In dette circostanze, l’eventuale diniego di concessione edilizia potrà giustificarsi soltanto nel caso in cui l’amministrazione dovesse dimostrare, motivatamente e con onore di prova, che di tali vincoli vi sia effettiva necessità a causa dello stato di insufficiente urbanizzazione primaria e secondaria della zona. L’eventuale diniego al rilascio della concessione edilizia costituirebbe un atto illegittimo e potrebbe configurare fattispecie illecite.
Guglielmo Ferro
Dimenticavo … ci sono vagonate di sentenze di Cassazione e pronunciamenti del Consiglio di Stato che sanciscono un principio elementare. Vale a dire il Comune ha una solo una possibilità per negare la riqualificazione urbanistica: ESPROPRIARE E PAGARE.