Dieci giorni al servizio della popolazione terremotata dell’Emilia Romagna. È questa l’esperienza vissuta lo scorso luglio da tre volontari dell’AVS, Associazione Volontari del Soccorso, di Santa Croce Camerina, affiliata Anpas Sicilia, che sono partiti alla volta dell’Emilia per portare il loro contributo concreto ai terremotati di quella zona.

Antonia Dimartino, Giovanni D’Ambrogio ed Alessio Fedino dal 21 al 29 Luglio hanno partecipato alle attività del Campo Andrea Costa allestito e gestito dall’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) a Mirandola in provincia di Modena.
Il campo ospita circa 350 sfollati per la maggior parte di nazionalità straniera. Trenta i volontari provenienti da tutta Italia ed impegnati in attività di logistica e primo soccorso.

“Quando siamo arrivati – racconta Antonia – siamo stati accolti dai volontari con un bellissimo sorriso che ci ha accompagnati per tutti i dieci giorni e ci ha dato la forza di reagire nei momenti più bui. È stata un’esperienza molto forte, soprattutto perché la tensione era alta e bastava un non nulla per accendere diverbi”.
Antonia nel suo racconto evidenzia infatti lo stato d’animo di queste persone costrette a vivere una situazione che non riescono ad accettare. A dimostrarlo il non comprendere, in alcune occasioni, la necessità di rispettare le regole di convivenza previste all’interno del campo e vissute quasi come una restrizione della libertà individuale.

“ Io e Alessio – continua Antonia – ci occupavamo della mensa mentre Giovanni svolgeva il servizio di Guardia in Carraia; a volte ci siamo ritrovati a dover fronteggiare situazioni spiacevoli legate al malcontento generale ma nonostante tutto siamo anche riusciti a trovare le modalità più opportune per superare questi episodi. Attraverso il coinvolgimento di queste persone, per quel che era possibile considerate le regole del campo, nelle nostre attività, abbiamo cercato di alleviare in qualche modo il loro malessere”.
Molti i bambini all’interno del campo e con i quali i volontari sono riusciti ad istaurare un bellissimo rapporto.
“ Nonostante fosse stata allestita una ludoteca – aggiunge Antonia – i bambini ovviamente cercavano di occupare il loro tempo anche in altri modi e così spesso venivano in mensa da noi. Ed è stato grazie a loro che siamo riusciti a superare le difficoltà di comprensione con gli adulti dovute anche alla diversità di linguaggio. In molti infatti non conoscevano la lingua italiana e di conseguenza le difficoltà di comunicazione rendevano più difficile il nostro compito”.
Un’esperienza di certo forte e positiva quella vissuta dai ragazzi dell’AVS e che ha lasciato un’impronta indelebile.
“Io – conclude Antonia – sarei pronta a ripartire subito. Ho ancora nitido quel sorriso che ci ha accolto appena arrivati ma soprattutto il ricordo dei bambini che nonostante la triste condizione in cui sono temporaneamente costretti a vivere ci hanno insegnato tanto. Prima di partire hanno scritto anche una lettera in cui ci ringraziavano per quello che avevamo fatto per loro. È stata un’esperienza che mi ha insegnato davvero tanto sia sotto il profilo umano che personale”.
“Sono fiero – aggiunge infine il Presidente dell’AVS Scillieri – del lavoro svolto dai miei volontari nel campo dei terremotati di Mirandola dimostrando anche in quel luogo la disponibilità a vivere ed applicare i principi di solidarietà e di gratuità che ispirano l’AVS.”

L’Ufficio Stampa
Francesca Bocchieri