scafista arrestato 3Domenica sono state due le navi approdate a Pozzallo e solo questa notte la Polizia ha individuato gli scafisti, tutti egiziani di un’imbarcazione in legno con a bordo 335 migranti di varie nazionalità. IBRAHIM SAID Ahmed, 28 enne, MAGDI AHMED Ibrahim21 anni, AHMED Mohamed, 20 anni e Amech Walid Ebrahim Mahamed, 28 enne. I responsabili del delitto previsto si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.

Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il Centro di Prima Accoglienza di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

I FATTI

Alle ore 10.15 di venerdì la nave della Polizia norvegese “OPV Siem Pilot” veniva informata di un possibile evento sar nell’aria Ovest di Creta (Grecia) di un peschereccio già avvistato e quindi inviata all’intercetto di tale unità. Nelle ore successive, esattamente alle 12.25 un mezzo aereo segnalava l’effettiva presenza di tale natante che nell’occorso appariva sovraccarica di migranti. Alle ore 04.25 di sabato la nave norvegese riusciva ad intercettare il peschereccio e alle ore 06.10 verificavano che uno dei migranti giaceva disteso sul ponte, con trauma cranico apparso subito grave. Alle ore 07.00 il medico della Polizia norvegese decideva per il ricovero urgente del soggetto con trauma cranico e per tale motivo venivano informate le autorità del Pireo che, alle ore 09.59, facevano intervenire in quel punto di mare un elicottero che vi giungeva quando tutti i clandestini, ferito compreso, erano stati trasbordati sulla nave norvegese. Il ferito veniva evacuato dall’elicottero e trasferito al in Grecia mentre la nave norvegese con i suoi 335 migranti si dirigeva in direzione del Porto di Pozzallo ove vi giungeva alle ore 13.00 del 20 decorso e dove sbarcava tutti i migranti. Questi ultimi venivano temporaneamente ospitati presso l’annesso C.P.S.A.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini solo questa notte, ovvero a distanza di 36 ore dallo sbarco giunto a Pozzallo sabato mattina.
Da quando sono ripresi gli sbarchi con partenza dall’Egitto, il lavoro degli investigatori è molto più complesso, in quanto gli scafisti sono organizzati in modo diverso.
Come sempre, i testimoni vengono obbligati a raccontare storie del tutto inventate rispetto al reale viaggio da loro effettuato.
Tra le storie più ricorrenti vi è quella di essere stati abbandonati in mare dagli scafisti tornati indietro a nuoto o con altre barche, oppure che sono stati chiusi in stiva e non hanno visto nulla. Adesso inventano pure di essere stati costretti e picchiati, insomma di storie la Polizia ne ascolta tante ma crede solo ai testimoni, a coloro che poi si determinano ad aiutare gli investigatori.
La comprensibile paura di ritorsioni nel loro paese di origine dura ore, ma poi, fidandosi della Polizia, i migranti quasi sempre aiutano le autorità ad assicurare alla giustizia spregiudicati criminali pronti a mettere a repentaglio la vita dei passeggeri per guadagnare qualche migliaio di dollari.
Questa volta i testimoni erano tutti d’accordo nel non dire nulla, riferendo di essere stati chiusi in stiva e di non aver visto nulla.
La loro versione era poco credibile stante il fatto che era quasi impossibile che tutti i migranti fossero stati messi in stiva e per di più senza mai poter uscire per una settimana.
Gli investigatori per poter risalire agli scafisti devono trovare un modo, quindi hanno preso i telefoni cellulari di ultima generazione dei siriani e sudanesi ed hanno individuato grazie ai loro video chi erano coloro che avevano viaggiato sopra coperta e vicini alla cabina del comandante.
Dopo aver visionato i filmati la Polizia convocava presso l’ufficio della Squadra Mobile all’interno del Centro Primo Soccorso e Accoglienza i migranti vicini alla cabina di pilotaggio.
Davanti all’evidenza dei fatti, i passeggeri si determinavano a parlare riferendo ogni dettaglio.
Dalle loro testimonianze è stato possibile individuare 4 scafisti egiziani, uno di loro ferito ad un piede che zoppicava vistosamente, probabilmente ferito in Egitto perché i medici che lo hanno visitato escludevano fossero ferite recenti.
Oltre ad aver individuato l’equipaggio, i testimoni hanno ricostruito ogni fase de loro viaggio durato 7 giorni. Solitamente costeggiano l’Egitto in direzione della Libia, per poi fare rotta verso l’Italia, motivo per il quale il viaggio dura tanti giorni. A bordo vi sono diversi ruoli che devono essere ricoperti e grazie ai testimoni sono stati individuati il comandante, il vice, il motorista e chi si occupava del cibo e della vigilanza a bordo.  La tecnica usata dagli egiziani è sempre la stessa, fanno un tratto di mare e cambiano barca, poi ancora un altro e cambiano ancora, così fino a riempire da diversi punti della costa, l’imbarcazione destinata a giungere fino al punto di mare dove vengono chiesti i soccorsi.
Purtroppo, per colpa degli scafisti uno dei passeggeri è rimasto gravemente ferito ed è in pericolo di vita.  “ci facevano fretta, dovevamo saltare da una barca all’altra velocemente ed eravamo tanti, troppi, così mio cugino è scivolato ed è rimasto schiacciato tra le due barche; lo abbiamo recuperato in mare ma non rispondeva e perdeva sangue; è rimasto incosciente per tanti giorni fino a quando non sono arrivati i soccorsi”.
Raccolta questa testimonianza il capo d’imputazione nei confronti degli scafisti potrebbe cambiare, qualora giungessero notizie dell’avvenuta morte del migrante trasportato nelle prime fasi di soccorso in Grecia in gravissime condizioni a bordo di un elicottero.  Al termine delle indagini è stato possibile individuare altri 4 scafisti per un totale di 120 arrestati solo nel 2015.  I migranti salpati dall’Egitto hanno pagato ben 2500 dollari in media, quindi agli organizzatori ne sono andati quasi 700.000.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2015 sono 120 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

Foto: repertorio novetv