carabinieri mitraUn algerino e un tunisino sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Ragusa per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, a Santa Croce Camerina.

Sebbene, infatti, in città siano stati dati diversi duri colpi all’attività di spaccio di droga, essa purtroppo continua senza sosta, segno evidente che la richiesta dello stupefacente è sempre alta.

I carabinieri in borghese hanno effettuato un blitz, un paio di giorni fa, in un’abitazione sospetta, da dov’è visto uscire un ragazzo con il volto coperto dalla felpa del cappuccio che, con velocità, si è allontanato. I militari hanno fatto irruzione nell’immobile trovando però davanti alla porta, lasciata socchiusa, un tunisino, di grossa stazza, il  26enne Fares Ben Hassen, già noto alle forze dell’Ordine. Lui ha tentato di impedire ai carabinieri di entrare ma alla fine ha desistito.  Con l’immigrato, in casa c’era anche un algerino, anch’egli conosciuto, il 34enne Abdenour Guettache.  Sul tavolo del monolocale un coltello aperto, della carta stagnola e diverse banconote, per terra un tocchetto di hashish. I due sono stati quindi perquisiti e in una tasca dei pantaloni dell’algerino i carabinieri hanno trovato diverse stecchette di hashish. Sono state rinvenute e sequestrate  sette stecche di hashish, per un peso netto complessivo di dodici grammi. Dalle analisi di laboratorio è comunque emerso che l’hashish era di ottima qualità e avrebbe permesso di produrre 47 dosi e fruttare diverse centinaia di euro.

I due sono stati arrestati e posti ai domiciliari per detenzione in concorso di stupefacenti ai fini di spaccio. La droga, i soldi e il materiale da confezionamento sono stati sequestrati.

Il  GIP, Vincenzo Ignaccolo, ha disposto per  Hassen la remissione in libertà, considerato che aveva fatto resistenza ai carabinieri e non aveva spacciato droga, mentre  all’algerino è stato imposto l’obbligo di firma dai carabinieri di Santa Croce. L’attività anti droga di prevenzione e repressione dei carabinieri continua per arginare e ridurre tale piaga sociale.

Viviana Sammito