carabinieri 2014I militari della Stazione Carabinieri di Santa Croce Camerina e di Marina di Ragusa hanno condotto – ieri mattina – un’operazione contro l’immigrazione clandestina presso le contrada caratterizzate da alta densità di serre, ove si concentrano molti stranieri, quasi tutti regolari ma alcuni irregolari, per lavorare nel comparto agricoltura. Sono stati ispezionati diversi casolari di campagna nella fascia costiera compresa tra l’Irminio e Bosco Braccetto, tra i comuni di Ragusa e Santa Croce Camerina.

Purtroppo la clandestinità di molti stranieri è una cosa naturale, connessa alla spinta migratoria insistente da sud a nord, essa però è senza dubbio favorita da datori di lavoro delinquenti e senza scrupoli che, per risparmiare sui costi di produzione ed essere quindi più efficienti poi sul mercato, non esitano ad impiegare manodopera clandestina. Sorprenderli “con le mani nel sacco”, ovvero trovare i clandestini nelle serre mentre lavorano, è quasi impossibile poiché tali strutture sono talmente grandi che di fatto è impossibile controllare tutte le uscite salvo impiegare un battaglione di militari.

Più facile è rintracciare i clandestini la sera tardi o la mattina presto presso le abitazioni degli stranieri extra-UE. Spesso infatti chi è irregolare non può far altro che trovar assistenza e ospitalità da qualche parente titolare di permesso di soggiorno.

Dalle prime luci dell’alba sono stati controllati i documenti di decine di persone. Tre di essi M.R. 58enne algerino, H.R. 38enne tunisino e A.S. 18enne anch’egli tunisino, non avevano alcun documento al seguito e hanno quindi rallentato e reso più difficoltosa l’identificazione. S’è scoperto poi che erano regolari ma l’omessa tempestiva presentazione di un documento d’identità e del titolo di soggiorno costituisce reato e quindi sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica iblea.

O.G. 36enne libico sedicente è stato sottoposto a fermo d’identificazione assieme al ghanese trentenne E.A., entrambi privi di alcun documento d’identità. È emerso che il primo fosse gravato da un ordine di espulsione dell’agosto 2010, il segondo, medesimo ordine, ma del gennaio 2014. Peraltro quest’ultimo s’era reso responsabile di un grave tentativo di rapina in abitazione la scorsa estate a Marina di Ragusa. Espulso allora e accompagnato al C.I.E., dopo sei mesi avevano dovuto rilasciarlo poiché non erano riusciti a rimpatriarlo nei tempi di legge. Ovviamente anche il nuovo ordine d’espulsione con invito ad allontanarsi entro sette giorni era stato trattato dall’uomo come carta straccia e nemmeno ci aveva pensato minimamente ad andarsene. Mentre per il primo dei due, il libico, è stato emesso un nuovo ordine d’espulsione, il secondo – il ghanese – è stato riportato al C.I.E. di Trapani. L’uomo per manifestare il suo malcontento ha inveito contro i due carabinieri accompagnatori per circa 350 chilometri da Ragusa a Trapani.

Un altro straniero, Dridi Bacem, alias Mohamed Alì Woieur, algerino trentenne, è stato arrestato poiché i militari di Santa Croce, fermatolo per identificazione poiché vi erano dubbi sulla sua vera identità (e infatti aveva cinque alias), hanno scoperto che prendeva a suo carico una condanna a cinque mesi di reclusione per spaccio di stupefacenti aggravato e continuato in concorso, residuo di pena inflitta dal Tribunale di Catania in seguito alle indagini che i Carabinieri di Vittoria avevano svolto con la Distrettuale Antimafia per un grosso traffico di stupefacenti sull’asse Palermo – Vittoria – Santa Croce. L’algerino, forse pensando di averla ormai fatta franca con il nuovo nome, evidentemente non era ancora stato fermato dagli attenti militari di Santa Croce che non si fanno convincere dai sedicenti. È finito quindi in carcere alla contrada Pendente. I Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa stanno valutando di proporlo al Signor Prefetto per l’espulsione per motivi di sicurezza pubblica cosicché all’uscita dal carcere forse troverà un biglietto di sola andata per l’Algeria.

Purtroppo gli stranieri clandestini, spesso non trovando un collocamento lavorativo o trovandolo a condizioni di paga e impiego disumane, optano per delinquere e maggiormente si dedicano a rubare o spacciare droga, come anche la recente indagine “biberon” del nucleo investigativo provinciale dei carabinieri ha mostrato.