La cooperazione come via privilegiata per favorire percorsi e processi di sviluppo.

È questo il tema affrontato nel corso della prima giornata di lavori del Secondo Seminario sull’Economia sociale organizzato a Ragusa Ibla dal Consorzio “La Città solidale”. Un appuntamento che ha avuto per cornice l’aula magna dell’ex Facoltà di Agraria.
Tutti di grande spessore gli interventi registrati nel corso della sezione antimeridiana.
“La cooperazione sociale – esordisce Aurelio Guccione, presidente del Consorzio – è un attore di politica attiva del lavoro che dimostra, ancora oggi come sia possibile fare impresa, vera impresa, competendo sul mercato, investendo crescendo e incrementando l’occupazione, coinvolgendo nei processi produttivi i lavoratori che le imprese, cosiddette profit escludono.
Pertanto occorre considerare la cooperazione sociale come strada originale e di successo verso la crescita, l’occupazione e la coesione sociale”.
Al colonnello della Guardia di Finanza di Ragusa il compito di offrire alcune riflessioni sul mondo della cooperazione. “Guardiamo a questo settore – afferma Fallica – con grande interesse e rispetto. È chiaro che anche per il mondo delle cooperative è da esigere il massimo rispetto delle regole. Un rispetto che può portare solo benefici. La deriva del liberismo, del resto, con la sua spietata corsa verso il denaro come unico obiettivo, ci ha condotti in questa situazione di crisi. Come Guardia di Finanza siamo a disposizione dei cooperatori per sostenerli nel loro ruolo di servizio alla comunità”.
Gaetano Mancini, presidente regionale di Confcooperative Sicilia sottolinea il ruolo determinante svolto dal mondo del no profit.
“Nel mare tempestoso della crisi – spiega – il mondo cooperativo si è rivelato, in questi anni, un porto tra i più sicuri per l’occupazione. Il capitale per noi è fondamentale per l’esercizio dell’attività d’impresa, ma è uno strumento, non è il fine. Il fine per noi è rappresentato dal socio, con i suoi bisogni e con i suoi legami. Ed è per questi motivi che lo sforzo compiuto dalle cooperative in questi anni si sintetizza bene con la frase “meno utili e più occupati””.
Claudia Fiaschi, presidente nazionale del Consorzio “Gino Mattarelli” entra nel merito delle prospettive future per il settore.
“Il valore dell’economia cooperativa – afferma – si misura dalla capacità di una rete capillare e affidabile, come quella di CGM, di coinvolgere nel mercato dei beni comuni le persone, le organizzazioni, le imprese e i diversi attori della comunità. Grazie alla propria capacità di relazionarsi sempre meglio con nuovi interlocutori, le nostre cooperative generano processi occupazionali e produttivi, in un momento in cui il territorio fatica a sostenere lo sviluppo dei mercati tradizionali. Alla base c’è un atteggiamento imprenditoriale che sa comprendere il nuovo e le sue intuizioni, sperimentando forme innovative d’impresa sociale. Sono, infatti, 65 le start up innovative censite nella nostra rete che operano in mercati finora inesplorati dall’impresa sociale, come ad esempio l’housing sociale, la sanità leggera, la green economy, il turismo, la logistica e i trasporti”.
Nino Grasso, neo eletto presidente di Federsolidarietà Sicilia si sofferma su un contesto regionale piuttosto negativo.
“Viviamo nell’assurdo – afferma – con una Regione che fa registrare nei pagamenti alle cooperative ritardi anche di due anni. Occorre rivedere il sistema alla radice e lavorare per la realizzazione di una nuova legge che dia un piano regolatore sociale. È necessario fondare un nuovo concetto di welfare”.
“Il sistema è imploso – aggiunge Paolo Venturi, direttore del centro di ricerca nazionale Aiccon – e si richiede alla società un cambio di paradigma con l’assunzione di una prospettiva diversa. Lo sviluppo prevede l’idea stessa della cooperazione come capacità di tenere insieme strumenti comuni utili per raggiungere anche fini diversi. Occorre creare e sviluppare reti che abbiano prospettive industriali e sociali”.
Sul ruolo sociale dell’industria si sofferma anche Giusy Migliorisi, direttore di Confindustria Ragusa. Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana di Ragusa, sottolinea la necessità di investire nuovamente nelle relazioni umane per arginare una deriva che appare senza fine.
Le seduta pomeridiana del Seminario si è concentrata sugli aspetti legati all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
In quest’ottica si inserisce anche la sessione di domani mattina dedicata all’economia carceraria. Oltre agli interventi di Achille Tagliaferri e Miriam Ruffino, verrà presentata alla stampa l’impresa sociale “Sprigioniamo sapori”. Un progetto di inclusione lavorativa promosso da “La Città Solidale”.
Ufficio Stampa

Antonio La Monica (tessera ordine n°120554)