Gli uomini della Squadra Volanti della Questura di Ragusa, hanno arrestato Paolo RAPPOSELLI 62 anni residente a Ragusa, per lesioni personali aggravate. Venerdi scorso una donna di 30 anni ha chiesto aiuto al 113 riferendo che il compagno la voleva uccidere e che lei si era chiusa in bagno dopo essere stata picchiata furiosamente. Immediato l’intervento di due equipaggi della Squadra Volanti che fatto ingresso nell’abitazione sita al centro storico di Ragusa, bloccando Rapposelli.

La donna, ancora dolorante chiedeva aiuto in quanto non riusciva a respirare bene per un forte dolore al petto, motivo per cui considerate le sue condizioni di salute veniva affidata alle cure del Pronto Soccorso che al termine di tutte le indagini diagnostiche è stata giudicata guaribile con una prognosi superiore a 20 giorni.

Gli agenti, mentre accompagnavano la donna in ospedale, riuscivano ad entrare in empatia con la vittima ed a farsi raccontare una storia di violenze e soprusi che andava avanti da più di un anno. La vittima riferiva che l’uomo, più volte l’aveva minacciata di morte, picchiata ed umiliata, approfittando della sua invalidità al 75% certificata da locale nosocomio. La giovane donna, riferiva inoltre che l’uomo molto più grande di lei aveva approfittato del suo stato di salute perché non aveva più un’abitazione e con molta insistenza era riuscito a fare ingresso in casa sua nonostante i continui rifiuti, ma con la promessa di dividere le spese.

Rapposelli una volta entrato in casa si comportava come “padrone” della giovane trattandola male ogni giorno, con continue umiliazioni. La vittima aveva confidato tutto al padre che per questo motivo lo aveva invitato a non infastidirla ed a lasciare l’immobile che lui stesso le aveva comprato per farla stare tranquilla in quanto la sua volontà era quella di vivere da sola nonostante i problemi di salute mentale.

Le minacce che quotidianamente subiva, erano molto specifiche in quanto Rapposelli custodiva delle armi presso una falegnameria dove lavora e la vittima viveva con questa spada di Damocle, difatti l’uomo le aveva anche fatto vedere la armi con lo specifico scopo di farla vivere con la paura. Effettivamente dalle indagini immediatamente iniziate, gli operatori di polizia a seguito della perquisizione rinvenivano varie armi (un arco, pugnali, stiletti e balestre) che essendo state utilizzate per minacciare la donna sono state sequestrate nonostante parte di queste possono essere detenute previa denuncia all’Autorità di P.S.

I due avevano avuto l’ennesima lite per futili motivi, l’uomo era andato su tutte le furie perché la vittima aveva mangiato del cibo che a suo dire non doveva toccare, da li un’accesa discussione verbale che in pochi minuti è diventata aggressione fisica; spinta sul letto e picchiata con calci, pugni e ginocchiate; solo un attimo di distrazione dell’uomo e la richiesta di lasciarla stare, le hanno permesso di liberarsi dalla presa e chiudersi in bagno. I medici effettuati tutti gli accertamenti, hanno diagnosticato che a causa delle lesioni subite, la donna ha lo sterno ed una costola fratturati.

Al termine degli accertamenti effettuati dalla Polizia Scientifica, l’uomo con vecchi precedenti di Polizia è stato arrestato e messo a disposizione dell’A.G. competente.
La vittima con l’aiuto degli Agenti di Polizia è riuscita a rompere il silenzio che in questi casi può portare fino alla morte. La Polizia di Stato invita tutte le vittime di violenza a denunciare i reati subiti e ad affidarsi alle Istituzioni per la tutela di queste fattispecie di reato subite che se non denunciate possono avere conseguenze molto gravi.