La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

Alayed Matlhlooth Bilal nato in Tunisia, 25 anni,  Mahjoub Abderahmen nato in Tunisia, 23 anni e Ben Nasser Saber nato in Tunisia, 36 anni.

Secondo i testimoni sarebbero loro ad aver condotto  l’imbarcazione partita dalle coste tunisine.

I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.




Qui di seguito i fatti raccontati in un comunicato stampa dalla Polizia di Stato.

Alle ore 16.45 del 25.11.2017, la nave della Marina Militare Francese in assetto Frontex “Jean-Francois DENIAU”, rilevava una colonna di fumo scuro proveniente da una piccola imbarcazione, pertanto procedeva in quella direzione al fine di verificare cosa stesse accadendo. Al contempo la predetta unità navale informava IMRCC di Roma e, accortasi che fosse un’imbarcazione carica di migranti, tra l’altro sprovvisti di salvagente, dichiarava evento SAR. Alle ore 17.12 successive, a mezzo dei propri gommoni di salvataggio, iniziava il soccorso trasbordando tutti i migranti sulla naveper un numero complessivo di 39. Come da disposizioni ricevute, l’unità navale procedeva verso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 08,30 del 26.11.2017.

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 3 scafisti.

I migranti sono partiti dalla Tunisia ed hanno pagato circa 2.000 euro cadauno per raggiungere l’Italia.

Dalle indagini è emerso che i tre membri dell’equipaggio fossero in accordo con gli organizzatori tunisini tanto da non averli visti se non quanto saliti a bordo della barca in legno.

Grazie alle testimonianze è emerso che una volta giunti in acque internazionali i membri dell’equipaggio hanno dato fuoco ad alcuni indumenti al fine di attirare l’attenzione delle navi presenti in quello specchio di acqua, cosa che poi si è realizzata.

Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.

La Squadra Mobile di Ragusa ha accertato che 7 tunisini erano già stati in Italia ed espulsi o respinti al momento del tentativo di permanere sul nostro territorio. Due dei 7 tunisini sono stati arrestati in quanto hanno tentato di fare ingresso in Italia non prima dei 5 anni che devono passare per chi è stato espulso. Dopo le formalità di rito la Procura della Repubblica ha disposto la liberazione e di poter procedere nuovamente all’espulsione. Questo tipo di attività possono essere portate a termine grazie al lavoro della Polizia Scientifica mediante la comparazione delle impronte digitali che vengono prelevate a tutti i migranti sbarcati.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017 sono 100 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.