Modica – Omicidio Lucifora. Davide Corallo: “E’ confidando nel Signore che si supera tutto”
- 17 Giugno 2020 - 9:45
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Rimane in carcere il carabiniere di 39 anni, Davide Corallo, sospeso a febbraio e arrestato con l’accusa di omicidio: avrebbe ucciso il cuoco modicano Peppe Lucifora.
Davide Corallo è rinchiuso nel carcere di Caltagirone, “è sereno e fiducioso” dice il suo avvocato.
Ma è lo stesso Corallo, a scrivere su FB, qualche settimana fa: “Confidando nel Signore si supera tutto”.
Corallo posta sui social molte foto, quasi sempre da solo, questo lo descrive come un tipo egocentrico, decine e decine di foto, stesso sguardo e muscoli in bella vista.
Giuseppe Lucifora, 57 anni, è stato rinvenuto cadavere, lo scorso 10 novembre 2019, la porta della sua abitazione era chiusa; stessa cosa per la porta della camera dove si trovava il cadavere di Lucifora, chiusa a chiave.
Davide Corallo carabiniere già in servizio alla Stazione CC di Buccheri (SR), fin dal giorno seguente all’interrogatorio e all’avviso di garanzia a febbraio è stato dichiarato temporaneamente non idoneo al servizio militare incondizionato.
Le complesse e prolungate indagini condotte dai militari dell’Arma e coordinate dal Sostituto Procuratore Francesco Riccio non hanno tralasciato nessuna delle ipotesi inizialmente paventate e ritenute plausibili, arrivando infine all’individuazione di Davide Corallo, grazie anche al determinante apporto del reparto speciale dell’Arma preposto alle investigazioni scientifiche, il RIS di Messina.
Il repertamento e l’analisi tecnica dei campioni biologici da parte dei RIS, unitamente ai segni di particolare violenza evidenti fin dall’inizio sul corpo della vittima e agli elementi acquisiti nel corso delle indagini più tradizionali svolte sul territorio dai militari dell’Arma, hanno consentito altresì di ricondurre i motivi del gesto al movente passionale, attesi i rapporti pregressi con la vittima.
Il cuoco modicano sarebbe stato colpito con veemenza tale da fargli perdere i sensi, e poi soffocato con una presa mortale collo. Nel corso dell’indagine sarebbero emerse delle incongruenze sulle testimonianze raccolte in merito alle frequentazioni dei due e gli esami tecnici effettuati dai Ris avrebbero ricondotto alla presenza di Davide Corallo in casa di Lucifora in un arco temporale compatibile con il crimine.