comune modica logoProposte, idee, iniziative per rendere migliore e più efficace il funzionamento del depuratore di c.da Fiumara saranno depositati, da parte di gruppi e movimenti politici all’ufficio di presidenza del consiglio comunale perché costituiscano materia su cui discutere e deliberare.

Consiglio comunale in adunanza aperta sul tema della gestione e funzionamento del depuratore di contrada Fiumara.

Sono presenti sedici consiglieri comunali, i rappresentanti di movimenti politici, associazioni di categoria, di sindacati, comitati cittadini che hanno fatto ufficiale richiesta di convocazione del civico consesso, in adunanza aperta, sul tema in discussione.

Il presidente Garaffa introduce l’argomento facendo un’articolata disamina sulla questione auspicando la nascita di proposte e suggerimenti rivolti a una soluzione definitiva per il funzionamento del depuratore.

Apre la serie degli interventi il consigliere Ivana Castello che cita una frase del sindaco. Dopo l’insediamento disse che il depuratore di Modica era il depuratore migliore della provincia se non delle Sicilia. Poi invece sono nati i problemi legati allo sversamento che secondo il primo cittadino dipendeva dalle eccessive piogge e comunque dalla presenza di sorgenti che avrebbero alimentato oltre ogni misura le acque che confluivano nel depuratore. Il sindaco ha sempre insistito che il depuratore ha funzionato oltre ogni evidenza contraria.

Gli sversamenti devono poi essere autorizzati da un organo regionale che ha bocciato questa pratica su richiesta dell’ente: quindi il comune non può assolutamente sversare neanche i reflui trattati.

L’assessorato ha rilevato che l’impianto è capace di gestire una popolazione di 50mila abitanti con un coefficiente di 1200 metri cubi orari che se si supera il problema va risolto diversamente. Mai il depuratore di Modica non ha mai superato tale limite e invece in quell’impianto si è sversato.

Sono previsti in questo caso delle multe, cinque ne sono state notificate all’ente per avere immesso reflui non trattati nel torrente. Chiede all’amministrazione che senso ha avere costruito un tubo visto che non si può sversare. L’assessorato rispondendo a una nota dell’ente che chiedeva in tal senso l’autorizzazione, ha dato il diniego assoluto all’uso del tubo. Che senso ha avuto spendere soldi si chiede il consigliere Castello.

Il consigliere poi presenta un video realizzato dai residenti della Fiumara in cui si notano i reflui fangosi prima di entrare nel depuratore che vengono sversati nel fiume.

Il filmato poi fa vedere i reflui sul fiume dopo la visita della senatrice Ornella Bertorotta che continuano a sversarsi nel torrente malgrado sia stato detto da parte del sindaco che l’impianto funzionava.

Prende la parola Piergiorgio Barone del comitato Fiumara, esordisce che il problema andava risolto da parte del Comune prima che tutto ciò accadesse. Problema vecchio di trenta anni e che riguarda tutta la città che usufruisce del servizio igienico sanitario. Condanna il silenzio dei consiglieri comunali e dell’amministrazione che nasconde i dati su questa emergenza in un sito archeologicamente importante. L’amministrazione si sieda a un tavolo assieme a tecnici per risolvere il problema; i tecnici  che governano oggi il depuratore sono stati già condannati.

Fa una cronistoria degli sprechi che sono stati fatti sull’impianto: basti pensare alle dimensioni delle pale dei rotori più grandi delle vasche. Ritiene che questo impianto non può sversare allontanando i fanghi dalla Fiumara. Propone di fare dell’impianto un concentramento di vasche di raccolta acque e con pompe di sollevamento convogliarle nel depuratore di Maganuco. Nelle more chiede al sindaco, agli assessori e i consiglieri che si affidino a tecnici veri come quelli della Passavant società leader nel settore. Accusa il sindaco di stare in silenzio e non dichiarare la verità atteso che gli aveva promesso di tenere informato il comitato Fiumara.

L’ex assessore Meno Rosa precisa, rispetto alle cose dette da Piergiorgio Barone, che quando era amministratore dell’ente ha trovato l’impianto con i floget e quindi non ha alcuna responsabilità su quanto fatto.

Marcello Medica del movimento cinque stelle prende atto dell’assenza di molti consiglieri.

Si chiede che dopo tutto quello che è successo se il cittadino  si potrà fidare dell’amministrazione e del Sindaco. Valuta che la maggioranza dei consiglieri non si sia comportata in modo adeguata rispetto a questa emergenza. Bisognerebbe sapere come sono state spese le somme della comunità europea impiegate dalle precedenti amministrazioni. Alla luce dei fatti si è trattato di sprechi come quelli fatti alla Conca del Salto, reso oggi inaccessibile. Cita le dichiarazioni rassicuranti degli ex Sindaci Piero Torchi e Antonello Buscema sul funzionamento dell’impianto.

Per il consigliere Tato Cavallino necessario risolvere il problema senza muovere critiche e condanne a consiglieri ed amministratori. Si chiede dove sono stasera i tecnici e la società che gestisce che peraltro sono stati invitati a partecipare alla seduta, come conferma il presidente Garaffa ma ne contesta l’assenza. Era stato deciso in conferenza dei capigruppo di istituire una commissione mista per affrontare e risolvere la questione del depuratore. Propone di istituire una commissione con i tecnici, la società che gestisce, il comitato e la parte politica e inserire le somme in bilancio per ingaggiare un esperto in materia di depurazione.

Il presidente Garaffa sottolinea che i tecnici sono stati invitati, era loro compito e dell’amministrazione favorirne la  presenza in consiglio attesa l’importanza dell’argomento che si sta trattando dopo aver sentito la procura della Repubblica in ordine alle conclusioni delle indagini; si dichiara d’accordo con la istituzione di un commissione mista per affrontare le problematiche di cui si sta discutendo.

Giovanni Antoci propone alcune soluzioni come quella di far confluire i reflui del quartiere Sorda a Maganuco, coinvolgere il Consorzio di Bonifica nel gestire i reflui in più attraverso la canalizzazione da loro gestita. Il problema risiede nell’Utc di Modica che dovrebbe risolvere il problema.

Concetta Morana del movimento cinque Stelle di Scicli riferisce che da decenni va avanti il problema delle acque non depurate che si sversano nel torrente Modica – Scicli determinando grave pregiudizio alla salute della comunità sciclitana, altro che depuratore funzionante!

Nel 2013 riferisce che tanti sciclitani hanno perso il posto di lavoro per le denunce che portarono alla chiusura dei villaggi turistici. Quello che sta accadendo condiziona la salubrità delle acque che finiscono nei rubinetti delle case degli sciclitani. Queste sono azioni a delinquere a danno di due comunità. Al sindaco dice che non si può negare l’evidenza e che è il garante della sicurezza della comunità modicana e di convesso di quella sciclitana. Auspica all’amministrazione di dare una svolta e il movimento cinque stelle spingerà, con tutti gli strumenti legali e civili, per evitare che questa situazione continui.

Il consigliere Giorgio Falco rileva che nel maggio scorso, nella conferenza di servizio convocata su quest’argomento, il presidente del consiglio comunale non invitò l’amministrazione. Rimane fermo il fatto che il problema va risolto. Chiede che la registrazione integrale di questo consiglio aperto sia inviata alla Procura della Repubblica a tutela dell’ente in quanto si sta screditando l’amministrazione.

Il presidente Garaffa sostiene che l’amministrazione è stata sempre presente alla conferenza dei capigruppo.

L’avv.Rita Trovato, del gruppo laboratorio di Scicli, chiede al sindaco che si faccia chiarezza e dia certezza sull’assenza di pericoli che possano provenire dal cattivo funzionamento del depuratore di Modica; bisogna costruire una soluzione in sinergia dimostrando di sapere lavorare in efficienza e con il buon senso necessario.

Adriano Spadaro del movimento Cinque Stelle riprende la visita della senatrice Bertorotta nel depuratore nel corso del quale il sindaco aveva assunto impegno a consegnare documenti, cosa che non è stata fatta. Con l’amministrazione si ritrovano d’accordo nel dare una soluzione strutturale al depuratore riconoscendo uno stato di emergenza. Bisogna creare un tavolo tecnico al fine di affrontare e risolvere il funzionamento del depuratore poggiando su relazioni e confronti con consulenti di settore. Necessario dare un sistema di differenziazione tra il sistema idrico e il sistema fognario; bisogna  individuare un piano complessivo di uso dell’acqua per evitare perdite e sprechi.

Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa, ritiene che esiste un problema che riguarda altre comunità come quella di Scicli. L’amministrazione comunale, il consiglio comunale devono dare una risposta di natura comprensoriale.

Non ritiene che questa sera sia venuta fuori una soluzione tecnica e adeguata. Valuta che la seduta aperta deve avere un senso determinando una soluzione: nominare, nell’arco di quindici giorni, un gruppo di lavoro, presente l’amministrazione, che individui il modo per uscire fuori, proponendo misure tecniche, da questa situazione. Una volta che s’individua la soluzione tecnica bisogna reperire le risorse per concretizzarla.

Il consigliere Andrea Rizza valuta che dagli interventi, dal filmato che c’è un problema tecnico.

Sarebbe stato interessante poter ascoltare il parere del prof. Giuseppe Cirelli sul depuratore e che non gli è stata data la possibilità di farlo. Ritiene giusta l’istituzione di una commissione mista.

Meno Rosa, ex assessore all’ecologia del Comune, valuta che ci si trovi di fronte ad un malato grave ma non c’è un medico che possa curare e quindi si è nell’impossibilità di individuare una soluzione. Giudica grave il fatto che nel depuratore di Modica ci fu un periodo in cui erano depositati i reflui di ditte private, cosa che lui al tempo vietò. Stigmatizza l’assenza dei tecnici in consiglio comunale perché la questione in discussione è di natura tecnica e quindi la loro presenza sarebbe stata utile per capire cosa sta succedendo.

Il dr. Giammatteo Spadaro, agronomo, ritiene che la questione può essere affrontata con un margine di soluzione. Ci sono rischi sanitari per la pubblica igiene dovute all’uso delle acque reflue.

Rileva criticità nel sistema depurativo nonostante le importanti risorse investite. Si può cambiare il regolamento comunale per favorire nuovi sistemi naturali di trattamento di basso costo e fattibili.

Il consigliere Luigi Giarratana si dispiace del fatto che non possa chiedere a un tecnico se il depuratore funziona o meno. Valuta gli interventi sin qui avvenuti con le soluzioni che sono state proposte. Se ci sono delle soluzioni che si possono praticare lo si faccia.

Il dr. Antonio Duchi, di Legambiente Ragusa, valuta che l’inquinamento delle acque è lungi dal risolversi anche se lo sversamento avviene in un tempo breve.

Nel campo delle acque è mancato l’intervento della politica. In quasi tutti i depuratori della provincia ci sono problemi. La comunità tutta deve prendersi carico di questo problema perché l’acqua è un bene comune utile alla salute e agli impieghi in agricoltura. Un territorio a vocazione turistica deve avere un sistema di depurazione acque ottimale. Necessaria, dunque, una gestione partecipata delle acque.

Giorgio Cavallo di Legambiente Modica ritiene che il problema ci sia; l’ha dimostrato il filmato.

Non si comprendono alcuni fenomeni di funzionamento del bypass anche la notte quando la popolazione è inattiva. Necessario allora avere una conoscenza complessiva del sistema fognario modificando l’approccio culturale su questo problema e costruendo una soluzione unitaria.

Il consigliere Giovanni Scucces valuta passaggio fondamentale porre la rete idrica comunale nel piano triennale delle Opere Pubbliche. Necessario fare un controllo sulle acque bianche che s’intromettono nel sistema depuratore. Nel 2013 è stato votato un regolamento secondo il quale i cittadini sono costretti ad allacciarsi alla rete fognante, dove possibile, e usare sistemi innovativi dove non c’è questa possibilità. Propone la redazione di un documento con tutte le proposte fatte che la commissione urbanistica che li possa valutare.

Riprende la soluzione di convogliare le acque reflue del quartiere Sorda nel depuratore Maganuco e questo toglierebbe qualche problema; bisogna proporre il progetto e magari farlo finanziare con fondi europei visto che si tratta di tutela ambientale.

Il sindaco Ignazio Abbate, nella replica, sostiene che rispetto al lavoro che si è fatto sul depuratore, sulla sua gestione e sulle normative emanate dalla Regione siciliana, le amministrazioni comunali sono vittime di un sistema legislativo in una continua evoluzione.

L’amministrazione è intervenuta per quello che ha trovato secondo le norme vigenti.

Si sono completate opere rimaste incomplete rispetto ai lavori previsti dal progetto finanziato con i fondi della CE. Cita le opere di completamento costate circa il 10% delle spese sostenute; interventi necessari per il funzionamento del sistema. Sono stati impiegati tecnici interni senza ricorrere a consulenti o esperti. La gestione del depuratore, dopo il confronto con il prof. Cirelli, funziona e va in sofferenza quando riceve quantità di acqua superiore per cause non riconducibili ai residenti: acque bianche e acque nere confluiscono nel depuratore. A febbraio sono cominciati i problemi dopo una stagione copiosa di piogge e con le sorgenti che hanno scaricato sulla rete comunale un enorme quantità di acqua aumentando il flusso normale sopportabile dal depuratore. Questo indicano le relazioni dei tecnici comunali e della società che gestisce l’impianto.

Bisogna fare in modo che nel prossimo inverno ciò non accada. Riprendendo una riflessione della Cgil il problema deve investire tutti i 12 comuni della provincia di Ragusa perché il problema è comunale e pensare così, di gestire meglio i finanziamenti che devono essere mirati; quindi il dibattito si deve aprire in tutta la Sicilia e in tutti gli enti.

L’impegno che l’amministrazione prende e che sarà fatto un bando per individuare una professionalità esterna adeguata che dia un apporto tecnico importante che ci dia una soluzione del problema; sarebbe necessario poter gestire il surplus di acqua che confluisce nel depuratore.

Valuta pericoloso trasportare i reflui che vanno depurate in loco. L’amministrazione ha fatto quello che doveva fare: impiegare i soldi del bilancio per mettere in condizione l’impianto di funzionare.

Valuta che il depuratore è calibrato per il fabbisogno; se c’è da portare avanti un progetto innovativo per la depurazione delle acque, l’amministrazione è pronta a recepirlo e a concretizzare una soluzione pilota. Denuncia gli sperperi che si sono registrati in tutti i depuratori d’Italia.

Con la senatrice Ornella Bertorotta ha avuto un dialogo sereno e si è impegnato a fargli avere le carte che ha richiesto e con il prof. Giuseppe Cirelli si è aperto un rapporto di collaborazione che l’amministrazione perseguirà. Il sindaco intende attivare il ruolo della commissione urbanistica su questa tematica come è giusto che sia. Cita che si è data una scelta dal punto di vista amministrativo: ha scelto la linea del silenzio alle polemiche preferendo il lavoro e dare soluzione. Quindi con questo atteggiamento non si vuole nascondere nulla.

Poi nel piano delle opere pubbliche si devono inserire opere con almeno il progetto preliminare e non redigere il libro dei sogni. Poi la politica stabilisce le priorità. Valuta che la questione aperta non può essere circoscritto solo al comune di Modica ma bensì anche agli altri enti locali della provincia: il problema della salubrità delle acque è complessiva. Nessun pregiudizio per inviare gli atti di questa seduta alla magistratura.

Necessario fare i progetti e poi individuare i finanziamenti per realizzare le opere.

Il prof. Piergiorgio Barone evidenzia la sua delusione; il sindaco non ha ammesso alcuna responsabilità: non ha detto se il depuratore funziona o meno. Un bell’esempio di sofismo. Si sostiene ancora l’aumento del flusso nel sistema dovute a piogge o a sorgenti e il problema prima non c’era. Né ha saputo dare una risposta in ordine ad eventuali perdite dopo avere garantito un’ispezione di merito. Nega che non ci sono miasmi come invece dice il sindaco. L’impianto è stato certificato per 1676 metri cubi orari e quindi potrebbe funzionare in modo ottimale. La gestione della SPM ha prodotto un dimensionamento del personale, affidamento con turni assurdi e con un impianto che è chiuso per troppo tempo e quindi non è monitorato. La logica non può essere quella del risparmio. Non si sanno quanti vassoi di fanghi sono recuperati e questo fa pensare. Pretende che il consiglio possa individuare delle soluzioni.

Il consigliere Ivana Castello rileva che il sindaco non ha parlato del diniego, del dipartimento regionale delle acque, dato all’amministrazione per lo sversamento anche delle acque depurate che è vietato. Non ha dato risposte sull’esistenza del tubo utile a sversare i reflui in surplus. Denuncia il fatto che quest amministrazione da un incentivo ad esperto rispetto a quello nominato dalla precedente amministrazione che era a costo zero. Si chiede che è stata cambiata versione di volta in volta e quindi non c’è chiarezza.

Il consigliere Giovanni Scucces ritiene che nel piano triennale delle opere pubbliche ci siano progetti con studi di fattibilità che non sono stati inseriti. Anzi ha fatto richiesta per cinque elaborati.

L’ing. Sansone del movimento Cinque Stelle contesta l’eccesso di acqua nelle condutture fognarie; si pretende di avere un impianto funzionale nell’interesse della collettività.

Auspica quello detto oggi non siano promesse politiche e comunque sarà fatto un’azione di vigilanza.

Il consigliere Vito D’Antona stigmatizza il comportamento del sindaco irriverente e assente, nel secondo intervento del prof. Piergiorgio Barone.

Stasera registra che i problemi sono antichi e che oggi bisogna pagare un esperto; questa sera sono venute fuori proposte importanti, cosa che doveva fare il sindaco al quale consiglia di mettere insieme le migliori risorse e con le proposte fatte stasera per individuare una soluzione al problema che sarà portato in consiglio per discuterlo e finanziarlo. Non tutto è scerbatura, non tutto sono luminarie. Questo è un problema che va affrontato subito e in modo serio.

Il presidente Roberto Garaffa invita tutti gli intervenuti a depositare le proposte all’ufficio di presidenza; immediatamente sarà convocata una conferenza dei capigruppo, presente l’amministrazione, perché le proposte possano diventare atti concreti da portare in commissione e quindi nel civico consesso.