Torna in carcere il parricida modicano Corrado Moncada (nella foto).

La Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catania, ha emesso l’ordine di esecuzione per la carcerazione cui oggi hanno dato seguito i carabinieri della stazione di Modica. Il provvedimento giunta in conseguenza alla sentenza definitiva nei confronti dell’uomo che il 22 agosto del 2009 uccise in  Via Egitto a Modica Alta il padre Emanuele di 76 anni, colpendolo con estrema violenza mortalmente alla testa e al volto. La Suprema Corte di Cassazione ha, infatti, respinto il ricorso avanzato dell’avvocato Enrico Platania, il difensore, confermando, dunque, la condanna a dieci anni di reclusione emessa dalla Corte d’Assiste d’Appello di Catania in riforma della sentenza di primo grado del 12 ottobre 2010 del Gup del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco che gli aveva inflitto dodici anni.  La sentenza ha disposto, altresì, le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonché quella legale durante la pena a carico dell’arrestato che, a sentenza scontata, dovrà essere sottoposto a due anni di misure di sicurezza in casa di cura e custodia.

Corrado Moncada è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Gesù, dove era rimasto dal momento dell’arresto per quasi due anni prima di essere affidato a una comunità terapeutica di Modica in regime di arresti domiciliari. La sua folle ira si scatenò perché il padre, un ex netturbino comunale, avrebbe dilapidato i risparmi della famiglia giocandoseli al “gratta e vinci”. E’ accusato di omicidio volontario poiché aveva ammesso i fatti. Aveva ucciso il padre con dieci colpi inflitti con un paletto di ferro, quattro dei quali mortali ma aveva sostenuto sempre di essere stato provocato, offeso e colpito per primo dal genitore. Lo psichiatra nominato a suo tempo dal Gup lo aveva definito come soggetto sano di mente per metà ritenendo trattarsi di un uomo facilmente pericoloso.