Sforzi inutili, quelli di mantenermi distante dalla discussione sul momento politico. Eppure sarebbe stato meglio sforzarmi ancora un po’, soprattutto per il bene di chi poi s’imbatte nella lettura delle mie parole scritte (leggi “perdita di tempo”). Per non dire delle giuste lamentele che potrei provocare da parte di coloro i quali la “politica” la capiscono veramente (altro che me), o perché impegnati direttamente nell’ambito, o perché ascrivibili tra le fonti giornalistiche interessate. In altri termini, che titolo avrei io per scrivere di politica? Pacienzia, per questa volta, qualcosa la scriverò anch’io. Di una cosa – almeno una – il lettore potrà sentirsi rassicurato, non farò la solita trita e ritrita “antipolitica” del momento. Mi giustificano le moltitudini di voci polemiche attualmente in opera e l’inutilità di sentirne altre.

In fondo, poi, qui in Sicilia, appare sicuro uno scenario post elettorale in cui si delinea una situazione già abbastanza chiara sin da ora. E più che chiara, sarebbe preferibile utilizzare il termine “nota”.  Nel senso che chiunque sarà eletto, farà comunque capo a chi c’era prima, e tutti lo sanno. Non mi si fraintenda, non sto parlando di visioni gattopardiane  (o gattopardesche, fate voi), semmai mi sentirei più vicino all’idea che ne aveva De Roberto quando neanche tanto ironicamente faceva esclamare a Consalvo: Io penso che il Paese è di un solo partito (vd l’Imperio). In realtà, quello che volevo dire è che nessuno probabilmente guadagnerà sì tanti consensi utili da garantirgli il governo dell’Isola senza l’accordo con le solite forze Terze. Sembra un dato abbastanza certo, no?  Sul fatto che poi alla fine tale cosa risulti buona o cattiva, non voglio entrare nel merito.

Dunque, dopo questa lunga introduzione, arrivo velocemente al nocciolo della questione di cui volevo scrivere in principio. Leggevo nei giorni scorsi (La Sicilia del 4 Ottobre) a proposito di “preoccupanti” – questo il termine adoperato dall’avvocato generale dello stato De Francisi – intercettazioni telefoniche avvenute tra mafiosi, in merito ad ormai imminenti decisioni da prendere, su scelte e preferenze elettorali. Sono dubbioso, più che “preoccupanti” le intercettazioni, mi sembrano i mafiosi ad essere preoccupati. In fondo, è lo stesso De Francisi che parla di cambio di strategia dei capi cosca: “Come se in passato qualcuno fosse stato buggerato”.

Chi, chi ha buggerato questi poveri piccoli mafiosetti?

Beh, dev’essere stato qualcuno particolarmente “cattivo”, o meglio qualcuno più abile. No, no, meglio esser precisi, probabilmente sono stati buggerati da qualcuno cui le minacce mafiose poca impressione devon fare nell’animo. Un pezzo grosso, ad esempio, grosso veramente…magari nel senso di “ingrassato”. Qualcuno che riesce a intrallazzare a destra e a manca con più libertà di un semplice delinquente; qualcuno che intanto si gode la vacanza sullo Yacht, del resto poi se ne parlerà in seguito; qualcuno che riesce a distrarre fondi verso il suo conto personale con la stessa facilità incontrata da Clark Kent, nel non farsi riconoscere come Superman, quando decide di rimettere gli occhiali (restiamo in tema di supereroi da fumetti); ancora, qualcuno cui comprano edifici a sua insaputa, etc, etc…

Staremo mica parlando dei politici?

Accidenti, non ci avevo mai pensato: se solo i politici si “organizzassero”, potrebbero mettere in scacco qualunque congregazione delinquenziale organizzata.

Ma torniamo ai mafiosi che parlano al telefono: dalle preoccupate intercettazione viene fuori che adesso i malavitosi (intendo i mafiosi) chiedono maggiori sicurezze, prima di spostare il loro blocco di voti in favore del politico interessato. Non si fidano più, hanno paura! Hanno trovato qualcuno su cui la velata minaccia non attecchisce. Anche perché probabilmente, molto spesso, non è neanche afferrata nel significato. E allora possiamo forse immaginare questi poveri piccoli mafiosi che se ne stanno nei loro nascondigli, senza sapere che pesci pigliare, fortemente intimoriti dai comportamenti vacanzieri e spendaccioni dei tanti Batman della Politica.

Ehi, fermi tutti, mi chiedo: non è che niente niente – senza neanche volerlo – abbiamo trovato la via per sconfiggere finalmente e definitivamente la mafia?

Sapete che vi dico, cari lettori, Fiorito, ecco l’uomo che potrebbe essere il nuovo simbolo dell’antimafia. Di lui e dei suoi simili, la mafia ha paura, ormai è chiaro!

Il dato è tratto, ora è tempo di scegliere! Alle urne!!!

Gaetano Celestre