24 novembre 2015

EMANUELE,

“La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose…

e le cose buone non muoiono mai!”

emaDue anni da quel 24 novembre 2013…..due anni da quando la mia vita si è inondata di te. Due anni intensi, intrisi di dolore, sofferenza e speranza che si rinnovano nei mille e mille incontri ottenuti con tanti giovani, in cui il Tuo nome è stato pronunciato dalle labbra di un Padre e di una Madre. Due anni in cui a migliaia ragazzi e ragazze, giovani e adulti, figli e genitori hanno ascoltato e restituito un senso ad un vuoto incolmabile…

Non ti ho mai parlato direttamente, ma lo faccio ogni giorno attraverso tutti quei ragazzi di cui mi innamoro  per la straordinaria bellezza  che lasciano intravedere. Quella bellezza che tu hai,  e che oggi si rinnova nelle aule delle scuole, nelle parrocchie, nelle biblioteche e in ogni luogo in cui viene raccontata la tua storia.

E’ vero Ema, non è semplice riuscire a comunicare con Voi giovani … non è facile sapervi ascoltare. Noi adulti ci concediamo spesso  ad una forte ambiguità che ci divora e ci fa agire incerti. Viviamo, sempre più, la felicità di un figlio adolescente come un dovere, senza renderci conto di sottrarvi alla giusta misura della vita. La verità è che abbiamo così paura di sbagliare, ma ancor più di poterlo ammettere. E soprattutto, mi duole riconoscerlo,  troppo spesso vi precludiamo, di riflesso, la possibilità di conoscere attraverso lo sbaglio. Questo pone noi mondo adulto, cieco e sordo di fronte alla vostra straordinaria bellezza. Una bellezza che ha necessità di raccontarsi nelle proprie piccole incertezze e nelle piccole fragilità quotidiane.

Credo che la vita conduca le nostre esistenze attraverso percorsi per certi versi incomprensibili e lontani dal nostro “ideale”…. e questo  rende il viaggio ancora più complicato. E’ davvero faticoso crescere … a maggior ragione in questa nostra epoca piena di grandi illusioni che, mascherandosi da modelli di vita, ci abbandonano alla solitudine nei momenti difficili.

Il tuo gesto acuisce ogni volta che viene narrato quel dolore di cui abbiamo tanta paura e che trascina in un vortice di emozioni, facendo traballare la sedia su cui incollati, ascoltiamo la voce narrante. Ho ascoltato tante volte la voce di tuo padre raccontare i tuoi ultimi istanti, e tutte le volte non ho resistito alla tentazione di immedesimarmi … io figlia … io madre … io spettatrice inerme di un dramma che si ripete nel ricordo dei tuoi genitori.

Il tempo, le persone incontrate, gli sguardi incrociati in questi due anni, i pianti e gli abbracci regalati in tuo nome,  hanno però reso in me chiaro un progetto al quale non potevo venir meno…trasformare un vuoto, un dolore,  in energia a servizio del cambiamento e della comprensione. Un progetto rivolto tanto ai tuoi coetanei ma ancor di più a quel mondo fatto di adulti che, incontrandosi, imparano a raccontarsi le loro debolezze e iniziano a costruire nuovi significati.

Testimoni di tutto questo i tuoi genitori, che oggi più che mai, hanno la consapevolezza di quanto amore avevano dentro per te. Lo avevano dentro  dal giorno in cui sei arrivato, un amore che oggi contagia tutti coloro che si aprono all’ascolto e fornisce un esempio difficile da ignorare.

Ma tu Ema? Cosa te ne fai di tutte queste parole?… adesso che hai accesso a ogni profondo angolo di cuore, adesso che hai forse tutte le risposte che cercavi al culmine dei tuoi 16 anni?

Quante volte ho avuto la sensazione di poterti trattenere, di poterti stringere e recuperarti all’irreparabile…quante volte ho sognato di farlo…ed è così che mi chiedo quante volte è ancora possibile farlo attraverso l’impegno e la pratica che trovano casa nella Fondazione nata in tuo ricordo.

Il tuo papà, come sai, (e lo conosci bene) ha deciso di far conoscere al mondo il tuo pesciolino rosso,  che fa rivivere ogni singolo giorno attraverso il calore e l’amore di tutte quelle persone  alle quali dona la sua anima. Poi, sai bene chi lo sostiene in tutto questo … lo sai … è la tua Mamma, Serenella.

Ricordo quando per la prima volta ho abbracciato tua madre e tuo padre, quanta emozione, quanta energia…avevo paura che qualcosa andasse male, e, che loro potessero non sentire la mia anima. La  sensazione è svanita solo dopo pochi minuti…è bastato guardare attraverso i loro occhi, la tua immagine riflessa, mi spiegava il loro senso, mi faceva capire cosa io potessi fare per loro, e dove potevo arrivare. Eccomi qui, oggi più uniti che mai…più sinceri e bisognosi di raggiungere attraverso te Ema, la consapevolezza delle cose importanti che ancora non avevamo compreso e capito.

Ema, ti vivo ogni giorno, lo sai, ti vivo in Gianluca, Federica, Ilaria, Giovanni, Alberto, Emma, Nicol, Carmen, Rebecca, ecc.. non potrai mai morire. Nel ricordo, nella memoria, nella testimonianza di un sacrificio che nella nostra quotidianità è presente…

L’omertà forse non ti renderà giustizia…..

“Il tribunale di Brescia ha condannato a sei mesi con pena sospesa un 21enne accusato di favoreggiamento per la morte di Emanuele Ghidini,  il 16enne che il 24 novembre di due anni fa si lanciò nel fiume Chiese a Gavardo, dopo aver assunto Lsd.

Il 21enne oggi a processo avrebbe coperto ripetutamente un coetaneo che per la Procura ha materialmente venduto al giovane suicida il francobollo con droga sintetica“.

Alessia Russo

Nella foto sotto, Gianpietro Ghidini e Alessia Russo negli studi di Video Mediterraneo. A Marzo 2016 Gianpietro Ghidini, papà di Emanuele, sarà in provincia di Ragusa per continuare ad incontrare i giovani studenti ragusani, per portare ancora una volta il messaggio della Fondazione Ema Pesciolino Rosso.

ghidini alessia