sandroGambuzza[1]“ Il dimezzamento del valore del diritto annuale se da un lato può apparire come un mero sgravio per le imprese, si traduce concretamente in una forte limitazione per le imprese stesse, specialmente di quelle agricole ragusane, le quali non potranno più ricevere la medesima attenzione da parte della Camera di Commercio sia in termini di attività cogenti circa la puntuale tenuta del Registro delle Imprese, degli Albi, Ruoli ed Elenchi e sia in termini di attività non cogenti quali gli interventi per l’abbattimento degli interessi passivi delle imprese, quelli destinati alla promozione delle produzioni agroalimentari di qualità, le iniziative finalizzate al controllo della qualità delle produzioni zootecniche, il sostegno ai Consorzi di tutela dei prodotti riconosciuti a livello comunitario e, last butnotleast, la Fiera agroalimentare del mediterraneo giunta alla quarantesima edizione.”

Questo è il commento del Presidente di Confagricoltura Ragusa, Sandro Gambuzza, in merito al recente provvedimento adottato dal Governo Renzi che ha dimezzato, per decreto, le entrate delle Camere di Commercio Italiane.

“Purtroppo in pochi dicono le cose come stanno veramente. Il 98% delle aziende agricole,  versavano 96 euro di diritto camerale annuo. Adesso con la “rivoluzione” voluta dal Governo ne verseranno 48 che secondo il Premier è “un bel risparmio per le imprese”. Ma al Governo qualcuno ha mai spiegato cosa e quanto in concreto le imprese perderanno ?”

“ Forse è utile fornire alcuni dati ” continua il Presidente “ per inquadrare i termini generali della questione: nel 2013 il 72,2 % delle imprese complessivamente iscritte alla Camera hanno versato annualmente 96 euro, da ora in poi ne verseranno 48. Un altro 11,5 %  ha versato 200 euro ( adesso ne verserà 100 ),  il rimanente 16,3 % ha versato 247euro ( adesso ne risparmierà 123,5 annui ). Solo una trentina di grandi imprese con numerose unità locali in provincia hanno versato una somma superiore a 1.500 euro”

“Le conseguenze di tale provvedimento, sulla Camera di Commercio, sarà presto sotto gli occhi di tutti. Le entrate passeranno dagli attuali quasi cinque milioni di euro a due milioni e mezzo. Equivalente esattamente al costo del personale. Resteranno fuori, per esempio, tutti gli interventi del piano promozionale, dalla formazione agli interventi per l’accesso al credito, dai progetti di internazionalizzazione a quelli di promozione e valorizzazione dei prodotti di eccellenza, gli interventi per le nuove infrastrutture quale l’Aeroporto di Comiso. Resteranno fuori le pensioni ( 1,2 milioni di euro annue ) dei dipendenti andati in pensione e in  prospettiva anche quelle dei dipendenti che andranno in pensione purche’ entrati in Camera di Commercio prima del 1995, che in Sicilia (altra anomalia) sono a carico delle Camere stesse.”

“ Insomma, a voler pensare male” incalza il Presidente “ sembra una norma voluta e dettata al Governo da poche ma grandi imprese di caratura nazionale che avrebbero fatto forse meglio a suggerire un modello diverso di riforma, partendo dal fatto che qui la cosiddetta spendingreview non c’entra un tubo, poiché lo Stato non versa un centesimo al sistema camerale”

Conclude il Presidente Gambuzza “L’auspicio è che vi sia un doveroso ripensamento da parte del Governo nazionale prima ancora di rendere efficace tale norma che creerebbe inevitabilmente danni alle imprese stesse, riducendo il loro livello di competitività a seguito di un calo inevitabile di servizi istituzionali di cui oggi più che mai necessitano”.