Dall’ ANSA

 

Un autotrasportatore di 44 anni che stava manifestando sulla strada statale 10, ad Asti è stato investito mortalmente da un tir condotto da una donna di nazionalita’ tedesca che non partecipava alla manifestazione. Secondo i primi riscontri della polizia stradale, si tratterebbe di un incidente avvenuto intorno alle 5. L’episodio è stato confermato da Trasporto Unico, l’organizzazione sindacale che ha indetto la protesta.

E ALLA FIAT DI CASSINO, SALTA IL PRIMO TURNO – Lo stabilimento Fiat di Cassino, nel Frusinate, si è fermato questa mattina durante il primo turno di lavoro dalle 6 alle 14. Il blocco della produzione è stato determinato dalla protesta dei tir scattata domenica sera in tutta la Ciociaria.

ITALIA PARALIZZATA, CHIESTA PRECETTAZIONE

di Massimo Nesticò

Partito dalla Sicilia, lo sciopero dei tir ‘contagia’ tutta l’Italia, causando blocchi e disagi alla circolazione e non solo. Domani stop per il primo turno di tutti gli stabilimenti Fiat a causa del mancato rifornimento dei componenti. E si fa concreto il rischio di un aumento di prezzi nei mercati. Il Garante sugli scioperi attacca chiedendo la precettazione e parla di blocchi “inaccettabili”. Il ministero dei Trasporti li definisce “ingiustificati” ed il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri assicura che “non saranno tollerati”. La protesta proseguirà fino a venerdì, ma mercoledì è in programma un incontro che potrebbe essere decisivo tra Governo e rappresentanti dei camionisti.

La mappa delle proteste contro gli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell’Irpef – sulle quali vigilano due gruppi di lavoro riuniti al Viminale, uno centrato sull’ordine pubblico e l’altro sulla circolazione – coinvolge quasi tutte le regioni. A Torino i tir hanno bloccato la tangenziale Sud. In Campania code alle barriere autostradali. Sulla A3 camion incolonnati e rallentamenti. A Napoli i blocchi hanno rallentato la raccolta dei rifiuti. Problemi anche per le imprese. Domani si fermeranno gli impianti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e Sevel Val di Sangro.

I mugnai, da parte loro, lanciano l’allarme cibo. Pane e pasta, affermano, sono a rischio nell’arco di 48 ore se non verrà ripristinata la normalità del trasporto su strada. Dal Governo, dal mondo delle imprese, ma anche da quello sindacale, sono partiti attacchi all’iniziativa di protesta. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ricordato di aver convocato le associazioni dell’Autotrasporto lo scorso 11 gennaio proprio per fare il punto su problemi e richieste e di aver assunto in quell’occasione “concreti impegni, immediatamente attuati”. Dunque, ha aggiunto, “non si giustificano le gravi azioni di blocco che tuttora persistono”. Il ministro dell’Interno, da parte sua, ha fatto sapere che “non saranno tollerati i blocchi stradali. Fin dove si può useremo il dialogo, però bisogna anche tenere presenti i diritti dei cittadini”.

L’Authority di garanzia sugli scioperi ha scritto ai ministri di Interno e Trasporti affinché valutino se non sia il caso di emanare l’ordinanza di precettazione nei confronti delle organizzazioni degli autotrasportatori. “I blocchi causati dalla protesta – ha detto il presidente Roberto Alesse – sono inaccettabili” ed ha annunciato l’apertura di “un procedimento per valutare le sanzioni da irrogare a chiunque stia violando la legge e danneggiando i cittadini”. Confindustria ha chiesto al Governo di “ripristinare immediatamente la normalità dei trasporti stradali. Un fermo dei servizi non può trasformarsi in blocchi illegali, che impediscono alle imprese di poter svolgere liberamente le proprie attività e ai cittadini di circolare sulla rete stradale”.

Critiche anche altre associazioni degli autotrasportatori. E si è spaccato il fronte del movimento dei Forconi che ha fatto partire la protesta. Martino Morsello, uno dei leader, è solo. La sua linea dura per continuare a mantenere alto il livello della protesta in Sicilia non è passato. E’ prevalsa la linea di Mariano Ferro e Giuseppe Scarlata che hanno deciso di attendere l’incontro previsto mercoledì prossimo tra il governatore Lombardo e il premier Monti.