Ieri mattina, nel corso di una conferenza dei capigruppo consiliari, il sindaco Piero Rustico ha ventilato l’ipotesi di avvalersi della procedura di riequilibrio finanziario prevista dal Decreto Legge n. 174 del 10 ottobre 2012, per fronteggiare i gravi problemi finanziari del Comune di Ispica.

Il primo cittadino, facendo appello al comune senso di responsabilità, ha invitato i rappresentanti dei gruppi politici in Consiglio a mettere da parte i rilievi e le valutazioni critiche sull’operato della Giunta e a intraprendere un percorso unitario e condiviso di risanamento. Tale percorso consisterebbe nella procedura di pre-dissesto prevista dal Decreto Legge contenente le disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, varato a ottobre dal governo Monti.

In questo modo, il sindaco Rustico ha cercato di accendere i riflettori sulle procedure di salvataggio economico dell’Ente, lasciando in ombra le responsabilità della propria Giunta per la mancata presentazione del bilancio di previsione 2012 e per il disavanzo accumulato a causa della gestione dissennata delle finanze comunali. Un gioco di prestigio, questo, che non gli è riuscito perché, di fatto, il Comune di Ispica è già in uno stato “virtuale” di dissesto. Infatti, dal momento che il bilancio di previsione non è stato approvato in Consiglio comunale entro i termini di legge (31 ottobre 2012), l’Ufficio ispettivo regionale delle Autonomie locali ha avviato la procedura per il commissariamento dell’Ente.

Quello che accadrà nei prossimi mesi a Ispica, a seguito della pesante situazione finanziaria che si è determinata, è facilmente prevedibile: imposte comunali ai massimi livelli, congelamento dei pagamenti per i fornitori e impossibilità a garantire servizi come il trasporto pubblico urbano, la refezione scolastica, l’assistenza agli anziani, ecc..

Ritengo, pertanto, che in un momento in cui si prospettano nuovi sacrifici per i cittadini, chi amministra deve avere il coraggio e l’onestà intellettuale di uscire allo scoperto e ammettere responsabilità ed errori, invece di trincerarsi dietro inviti all’unanimità politica e versioni accomodanti o demagogiche della realtà. Responsabilità politiche ed errori, infatti, emergono con estrema chiarezza se si considera che questa Giunta non ha ancora portato in Consiglio il bilancio preventivo 2012, quando dovrebbe aver già presentato il consuntivo; e che l’assemblea consiliare non ha tuttora contezza del disavanzo dell’Ente che, secondo alcune stime, ammonterebbe a circa 12-15 milioni di euro. Ad aggravare la situazione delle casse comunali hanno contribuito non poco consulenze, sperperi ed eventi. Eppure non sono lontani i giorni in cui Rustico additava Ispica come «un Comune virtuoso».

È singolare, peraltro, che negli altri Comuni in crisi le amministrazioni hanno responsabilmente affrontato i problemi del dissesto, mentre a Ispica questa amministrazione ha nascosto e sta nascondendo fino all’ultimo la gravità della situazione finanziaria e si è chiusa ad ogni dialogo con le forze politiche di opposizione.

Infine ancora una volta è incredibile come il Sindaco Rustico possa aver semplicemente notificato decisioni già di fatto prese: se tutto questo fosse vero, per la prima volta nella storia di ispica, il Consiglio comunale avrebbe di fatto perso il proprio ed esclusivo  ruolo di organo deputato alla programmazione economica e finanziaria dell’ente. Il tutto alla faccia della trasparenza, della partecipazione e del coinvolgimento dell’Aula consiliare.

Per questo chiedo, a nome dei consiglieri del PID-Cantiere Popolare, che il bilancio di previsione 2012, e non altri atti, sia portato in Consiglio. E invito Rustico, che passerà alla storia come «il Sindaco del dissesto», a prendere atto del proprio fallimento politico-amministrativo e a rassegnare le dimissioni, consentendo così alla città di voltare finalmente pagina.


Paolo Monaca

Capogruppo PID-Cantiere Popolare