In stand by le ex province siciliane. Il 31 dicembre è, infatti, scaduto il mandato dei vecchi commissari dopo ben tre proroghe e nessuno sembra essersi ricordato di prolungare ulteriormente i vertici dei nove enti soppressi e mai sostituiti.

A pagarne le conseguenze in termini di disservizi è soprattutto l’area iblea.

Il 31 dicembre è scaduto il mandato dei commissari dopo ben tre proroghe, non c’è alcun prolungamento dei termini, le ex province sono senza vertice. Dario Cartabellotta, commissario a Ragusa, è decaduto.

Il 29 novembre si doveva andare al voto per l’elezione dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane ma è stata sospesa per effetto dello stop alla legge imposto dall’Ars dopo l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri.

Ma il governo non ha nominato i nuovi commissari ne ha pensato alla proroga degli esistenti. A pagare le spese di un iter farraginoso è Ragusa, soprattutto i disabili. Per loro dal 7 gennaio non può essere assicurato il servizio di trasporto e assistenza nelle scuole. In 160, in tutta l’area iblea, rischiano di perdere un servizio essenziale che, potrà contare su un trasferimento regionale inferiore di 2 milioni di euro rispetto al precedente anno amministrativo. La situazione dei diversamente abili in provincia è la più drammatica, tant’è che è stato convocato un incontro a Catania, in cui saranno presenti tutte le Anffass e le associazioni di tutela dei diversamente abili, per un confronto e per decidere come muoversi per tutelare questa fascia debole. “Ancora una volta il governo non si smentisce – ha commentato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars – e riporta la sua rivoluzione al livello del più misero braccio di ferro tra i vari componenti della coalizione di maggioranza per decidere sulla spartizione delle ambite nove poltrone di commissario delle ex province siciliane”.

Falcone ha fatto sapere di volere presentare una interrogazione urgente per conoscere i criteri sia di esclusione che di scelta con cui sono individuati i responsabili degli enti di area vasta.

Viviana Sammito