Il Commissario Scarso sopprime il Liceo Linguistico di Ispica. Gli studenti: siamo pronti ad incatenarci

Ha scatenato molti malcontenti la Delibera n°382 del  5 Novembre, del Commissario Straordinario della Provincia di Ragusa, Giovanni Scarso.

Nella suddetta delibera,  Scarso per garantire  l’equilibrio economico e finanziario dell’ente Provincia, per  contenere le spese, dispone  la soppressione del Liceo Linguistico “J.F.Kennedy” di Ispica, a partire dall’anno scolastico 2013/2014.

L’estrema decisione di chiudere l’Istituto scolastico è stata presa dal Commissario Scarso in maniera unilaterale senza alcun confronto. La  delibera è stata pubblicata sull’ Albo Provinciale soltanto l’11 Novembre scorso, creando un’ulteriore difficoltà agli studenti e all’organico scolastico, in quanto la delibera sarà esecutiva dal prossimo 26 Novembre e a loro è concesso soltanto un esiguo lasso di tempo per reagire.

Dalla parte del “Kennedy” si è schierata Tiziana Scuto del Movimento del Territorio, che contesta a gran voce la decisione assunta da Scarso.

A causa della grande crisi il territorio è già stato testimone di una considerevole sconfitta con la chiusura  della facoltà di Legge di Ragusa, ma adesso chiudere un istituto che ha formato ragazzi per 35 anni, non soltanto del territorio ma anche da città limitrofe, vuol dire aver davvero perso. E’ sancito dalla Costituzione, il diritto umano all’istruzione, e quale modo migliore per superare questa degradante crisi, se non quello di formare dei ragazzi preparati e competenti; ma tutto questo non sarà possibile fin quando saranno le istituzioni stesse a togliere i mezzi agli studenti.

Lunedì 19 Novembre si terrà nei locali scolastici un’assemblea  studentesca per decidere la  linea di protesta; inoltre ogni studente si è munito di Appello Pubblico per raccogliere quante più firme possibili. I rappresentanti degli studenti hanno dichiarato: “non ci rassegneremo silenziosamente a questa decisione, ma abbiamo tutte le intenzioni di andare a protestare alla provincia stessa, a costo di incatenarci al palazzo se è necessario, fin quando qualcuno non ci darà delle soddisfazioni”.

Serena Levante