“Alle piroette politiche siamo abituati. Ci sono però circostanze rispetto alle quali il sangue ribolle e per le quali gli elettori, la gente comune, ci chiedono spiegazioni”. E’ quanto afferma Ignazio Nicosia (nella foto a sx) del Pdl, ex consigliere provinciale, in merito alla tormentata vicenda della soppressione della provincia iblea.

“Dopo la raccolta di cinquemila firme per dire no alla cancellazione della provincia di Ragusa dalla mappa geografica – afferma Nicosia – avevamo preso atto, con una certa attenzione, della durissima presa di posizione portata avanti dal deputato nazionale del Pdl, Nino Minardo, che aveva fatto sapere in tutte le salse che lui non avrebbe votato, neppure sotto tortura, il decreto legge sulla revisione della spesa pubblica, la cosiddetta spending review. Ci siamo trovati tutti d’accordo con il nostro parlamentare e abbiamo anzi apprezzato il suo scatto d’orgoglio che, da un certo punto di vista, raccoglieva tutto il malumore e l’indignazione che era possibile registrare a fette sul territorio ibleo. Insomma, finalmente qualcuno che mostrava i muscoli.

A distanza di qualche giorno, però, lo stesso Nino Minardo (nella foto a sx), dopo avere presentato un ordine del giorno accolto e inserito nel decreto legge, e in cui si prevedeva non più la soppressione o la cancellazione delle Province bensì il riordino, ci ha fatto sapere che, stando così le cose, era doveroso, per lui, votare la spending review. E tutto ciò non perché la provincia di Ragusa fosse stata salvata ma soltanto perché è stata ritenuta come probabile l’idea di creare un “mostro” territoriale che non sappiamo come si chiamerà ma che potrebbe diventare la “Cata-Sira-Ragusa” oppure la “Ragu-Sira-Catania”. Cioè l’accorpamento delle tre province”. “Ora – continua Ignazio Nicosia – non mi pare che ci sia una linea di logica coerenza rispetto a quanto dichiarato e fatto in precedenza. Le scelte dell’ultima ora tradiscono assolutamente quei principi. Potremmo continuare a fare finta di niente, a girarci dall’altra parte, così come sovente viene fatto. Ma c’è qualcosa che ci rode dall’interno e che impedisce di non denunciare questi comportamenti non lineari.

Mi dispiace che sia costretto a farlo io stesso all’interno del partito in cui, finora, ho militato. Ma è ovvio che se qualcosa deve cambiare, in quanto tutti, al giorno d’oggi, parliamo di cambiamento, dobbiamo avere il coraggio di tirare il sasso e di non ritirare la mano. Mi dispiace per l’on. Nino Minardo, di certo un ragazzo in gamba, ma se si continua a fare la politica così come sempre è stata fatta, sperando che la gente non si accorga della mancanza di coerenza e delle marce indietro, perderemo sempre di più il consenso, l’attenzione e la credibilità da parte della gente”.