SPAZIO AUTOGESTITO A PAGAMENTO

Se vogliamo raccontarci le favole raccontiamocele, ma io in politica ho sempre preferito chi dice cose brutte ma vere rispetto a chi simpaticamente nasconde la verità. La situazione del Comune è grave e quella della Città, in preda ad una crisi epocale di cui non si vede l’uscita, invece mi pare peggiore. La prossima Amministrazione non elargirà sogni ma dovrà cercare di salvare il Comune dal fallimento cercando di evitare il massacro sociale delle fasce più deboli.

Rispetto a questo scenario molti dei rimedi che sento  dare dalla politica di lungo corso, così come da quella di recente proposizione, mi sembrano distanti anni luce rispetto alla serietà propositiva che sarebbe necessaria. Questo mi sembrano i fiumi di “non proposte” di candidati amici di tutti, per tutti, con tutti, sport, turismo e spettacolo. Si pensa che di fronte al possibile disastro prossimo venturo si possa tranquillamente tirare a campare portando avanti la propria personale causa di sistemazione personale, di riavvicinamento lavorativo, di arruffianamento con il potentato di riferimento.

Si pensa che tutto andrà tranquillamente avanti così come è sempre stato, mentre non si colgono i segni del raggiungimento di un punto di non ritorno, che rischia di abbattersi seriamente sull’intera società e modificare profondamente, in peggio,  il clima sociale della nostra comunità.

Prendiamo il Comune: ma le persone ce l’hanno un’idea di quello che vuol dire un dissesto dell’ Ente che si abbatte su una comunità? Una comunità per giunta già in stato di sfaldamento operato da una crisi durissima e lungi dal suo termine. Credo di no. La gente crede che la politica sia un vero schifo, che sia meglio non occuparsene tanto poi alla fine le cose si aggiustano da sole. Allora tanto vale votarsi uno che almeno è un amico oppure uno che almeno gli dai una mano a tornare a casa!

Una idea della politica all’amatriciana che già in condizioni normali è un orrore, in condizioni come quelle attuali è uno dei più potenti ingredienti di una miscela esplosiva.

Il mio timore ed il mio rimpianto più grande è che la nostra società possa finire travolta dalla sua stessa insipienza. In queste condizioni mi sono posto il problema di dare una risposta alla domanda impossibile che tutti mi fanno: cosa ci vorrebbe per cambiare radicalmente tutto, per invertire decisamente la rotta prima di andare a speronare lo scoglio? E volendo evitare la risposta che io trovo più ovvia, cioè che la storia è piena di esempi di ripartenze ma che quasi tutte, purtroppo, sono susseguenti a gravi traumi delle società (guerre, pestilenze, disastri economici), mi sono sforzato di dare una risposta ottimista e propositiva.

L’idea della rinuncia al gettone a prima vista è cosa abbastanza banale, anche se le polemiche che ha suscitato già suggeriscono il contrario.

Lo so benissimo che la cancellazione del gettone, da sola, non salva niente e nessuno,  ma per me rappresenta l’idea di un nuovo approccio alle cure delle cose pubbliche. Mi è sembrato un approccio quasi “eretico” per questi tempi mossi quasi esclusivamente dall’interesse “particulare”, un approccio per suscitare l’idea della riscoperta di valori come il sacrificio personale, la dedizione al prossimo ed alla comunità, il senso del bene comune.   Penso che se non si diffonderà l’eresia di voler fare pubblico servizio per l’unica gratificazione dell’onore e dell’orgoglio che si può trarre dal servire il bene comune difficilmente questa società troverà riscatto indolore. Se non si diffonderà un senso di profonda e solidaristica condivisione dei disagi che affliggono sia il nostro prossimo che l’intera società difficilmente si ristabiliranno gli equilibri. Mai come oggi, secondo me, vale la regola che per uscire dal tunnel o se ne vien fuori tutti insieme o si resta dentro: il cinismo non serve, di cinismo, casomai, si muore.

Guglielmo Ferro – segretario Italia dei Valori – candidato al consiglio comunale Scicli Bene Comune