Processo da rifare per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi a Scilla nel 1994 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria e il ferimento dei carabinieri Silvio Ricciardi, Vincenzo Pasqua, Bartolomeo Musico’ e Salvatore Serra, fatti avvenuti a Reggio Calabria tra dicembre del 1993 e febbraio del 1994. La Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo al boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, e a Rocco Santo Filippone, ritenuto vicino alla cosca Piromalli, comminata dalla Corte d’Assise di Reggio Calabria.

L’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria allargata alle “cointeressenze” tra mafia, ndrangheta, settori deviati dei servizi segreti e massonerie spurie, unite in un progetto ‘politico’ per scardinare l’unità nazionale, aveva trovato accoglimento nei primi due gradi di giudizio, nel 2020 e nel 2023.

La Cassazione invece ha confermato la condanna a Graviano e Filippone solo per il reato di associazione mafiosa. Giuseppe Graviano era difeso dagli avvocati Giuseppe Aloisio e Federico Vianelli, mentre la difesa di Rocco Santo Filippone era rappresentata dagli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano.

Il carabiniere Vincenzo Garofalo era nato a Scicli, il 10 aprile 1960. Fu ucciso a Scilla, 18 gennaio 1994. Assieme alui morì Antonino Fava, anche lui carabiniere.

Lo scilitano Garofalo, dopo aver conseguito la Licenza media assolse nel 1979 gli obblighi di leva quale Carabiniere ausiliario, frequentando il corso nella Scuola Allievi di Campobasso e svolgendo servizio nella Legione Carabinieri di Palermo, Stazione di Riesi. Congedato per fine ferma, chiede e ottiene la riammissione in servizio il 2 aprile 1981. Viene destinato alla Legione di Torino dove opera fino al 1985 nel Posto Fisso Torino San Salvario e nel Nucleo Radiomobile della Compagnia di Torino San Carlo. Per un breve periodo viene aggregato a Milano quale militare autista del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Tornato a Torino viene assegnato alle dipendenze della Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Torino Grugliasco. Il 4 settembre 1985, a domanda, viene trasferito alla Legione Carabinieri di Catanzaro per l’impiego quale militare addetto alla Stazione Carabinieri di Palmi per poi essere impiegato nel 1987 come militare autista nella Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Palmi.

La sera del 18 gennaio 1994, lungo l’autostrada A3 all’altezza dello svincolo per Scilla, Antonino Fava e Vincenzo Garofalo viaggiavano su un’Alfa 75 del Nucleo radiomobile di Palmi. Erano partiti dal carcere di Palmi per un servizio di controllo sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, fino a Villa San Giovanni. Ma poco dopo essersi immessi sull’autostrada notano subito un’auto sospetta, una Fiat Regata, che procede pericolosamente vicino alla loro, e con gli abbaglianti accesi. Lo segnalano alla centrale, ma pochi attimi dopo vengono affiancati e contro di loro vengono esplosi raffiche di mitragliatrice M12. Fava e Garofalo non avranno scampo, moriranno sul colpo, e la loro auto, ormai priva di controllo finirà la sua corsa contro il guardrail. La stessa arma era stata utilizzata in un altro agguato contro un’auto dei Carabinieri con a bordo l’appuntato Silvio Ricciardi e il carabiniere Vincenzo Pasqua (che si salvarono miracolosamente) avvenuto il 2 dicembre 1993 a Saracinello, periferia di Reggio Calabria, e sarà riutilizzata in un altro assalto il 18 febbraio successivo sempre a Saracinello, in cui rimasero gravemente feriti i carabinieri Bartolomeo Musicò e Salvatore Serra.