Una delle citazioni più divertenti, riportate nello Sciocchezzaio di Flaubert, è tratta da La Religion Naturelle di Simon:

“L’agnello è mangiato dal lupo. È questa una prova della bontà della Provvidenza: perché così sfugge alla malattia e alla vecchiaia.”

Io non so se questa giustificazione potrà, nei prossimi giorni, in qualche modo agevolare la coscienza di chi già sente nello stomaco la voracità che innalza lamentele, in brontolii sordi ma insistenti. Saranno giornate campali, degne dei migliori eroismi di “panza”, tra battaglie interminabili sui piatti e bevute epiche. Di sicuro, la citazione, non sarà di aiuto nei confronti delle ragioni degli agnelli e di coloro che si porranno dalla loro parte. Pazienza per questi ultimi, ho l’impressione che anche quest’anno l’agnello finirà nelle “mpanate”. Superior stabat Lupus…

E cosa augurare allora, a coloro che l’agnello mangeranno, e a quanti invece fingeranno di farsi piacere qualche brodaglia vegetale? Piuttosto che utilizzare mie parole, rimanendo in tema di scrittori transalpini, riprendo una quanto mai calzante dichiarazione iniziale e programmatica dal Gargantua e Pantagruel:

“E per dirvi qualche cosa di chi vi parla, io credo per parte mia d’essere disceso da qualche ricco re o principe del tempo che fu; perché mai non s’è visto uomo che abbia più gran passione d’essere re e ricco di me: allo scopo di star sempre in festa, non lavorare, non aver fastidi, e far diventare straricchi tutti i miei amici e tutte le persone dabbene e di cultura. Ma me ne riconforto col pensiero che certo nell’altro mondo lo sarò, anzi più ancora di quanto oserei augurarmi nel presente. E così anche voi in simile o miglior pensiero confortatevi delle vostre sventure, e bevete fresco, sempre che sia possibile.”

 

Siate re, mangiate, bevete e divertitevi… ma soprattutto fatelo in compagnia di quante più persone possibile!

Buon Natale

 

Gaetano Celestre