Carmelo Riccotti La Rocca

La Sicilia del 19 maggio

Partiti in 9 e arrivati in 43. È stato un crescendo di solidarietà il progetto di volontariato messo in piedi nel Capoluogo ibleo dalle associazioni “Ragusa in Movimento” e Paracadutisti d’Italia” che, iniziato il periodo di lock-down, hanno deciso di attivare un servizio per assistere persone sole.  I componenti delle due associazioni, autorizzati dalla Protezione Civile di Ragusa, hanno per lo più risposto alle chiamate di anziani e disabili rimasti da soli in casa andando a portare loro beni di prima necessità. È stata un’attività partita quasi in sordina, ma pian piano le due associazioni sono diventate un punto di riferimento per le Istituzioni, ma soprattutto per i cittadini. Nella parte centrale dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19, arrivavano una media di 30/40 telefonate al giorno. Sono stati mediamente in 15 i volontari più attivi che, quotidianamente, hanno raggiunto le case dei ragusani, dalle campagne fino ad arrivare a Marina di Ragusa. «Una cosa che mi ha molto colpito – commenta Michele Savarese, componente di entrambe le associazioni – è vedere quanti anziani siano rimasti soli in condomini “fantasmi” nella frazione marinara ragusana». Sono stati loro principalmente a chiamare per chiedere ai volontari se potevano andare a fare la spesa o acquistare dei medicinali. L’attività delle due associazioni, poi, è diventata sempre più articolata aggiungendo anche un servizio di raccolta alimentare grazie al contributo preziosissimo di aziende private. «È doveroso ringraziare tutti i privati e le aziende che hanno donato beni di prima necessità – afferma ancora Savarese -, in particolare le società Ergon ed Alba Bio che si sono distinte in generosità.




Durante questo percorso abbiamo cercato di non lasciare solo nessuno, in particolare abbiamo ricevuto il ringraziamento della numerosa comunità albanese che quotidianamente è stata supportata dai nostri ragazzi anche grazie agli interpreti che fanno parte delle due associazioni». Molto successo, poi, ha riscontrato l’iniziativa di Pasqua, con la donazione delle uova di cioccolato ai bambini. Tante le storie che i volontari si porteranno dentro per tutta la vita: dagli anziani che, in fondo, avevano bisogno di compagnia o, semplicemente, di incoraggiamento, a situazioni magari particolari che oggi possono raccontare con enorme soddisfazione e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di davvero utile per il prossimo. Interessante, ad esempio, la storia di una famiglia di Trieste che, una volta percepito ciò che sarebbe accaduto con l’arrivo del Covid 19 e consigliata dai medici, è partita subito in roulotte alla volta di Ragusa poco prima che le restrizioni potessero impedire di farlo. La loro figlia ha un grave problema respiratorio ed il mare, per lei, è una cura miracolosa. Rimanere chiusa a Trieste sarebbe stato letale. Una volta arrivata a Ragusa la famiglia ha acquistato casa a Marina in pochissimi giorni, ma poi il lock -down ha impedito a tutti di uscire dalle proprie abitazioni. La famiglia triestina era all’interno di una casa praticamente vuota, così ha chiamato i volontari delle associazioni Ragusa in Movimento e Paracadutisti d’Italia consegnando carta di credito e pin per acquistare beni per migliaia di euro. Hanno cioè mostrato nei confronti dei volontari, una fiducia incondizionata. «Ci ha colpito molto – racconta Nello Cutrone, uno dei volontari –vedere questa famiglia che si è rivolta a noi come unico riferimento in una terra che conoscevano a malapena. Ci ha emozionato anche vedere quanti sacrifici hanno fatto in brevissimo tempo per amore della propria figlia».




«È stata una prova dura – conclude Michele Savarese ritornando a parlare dell’attività di volontariato –  e sicuramente l’emergenza ancora non è finita, ma tutti coloro che hanno deciso di scendere in prima linea, aiutando la comunità, dando tutto e non chiedendo niente, hanno dimostrato i valori della solidarietà e del coraggio da sempre patrimonio della nostra Ragusa».

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