di Carmelo Riccotti La Rocca

(tutte le interviste e gli articoli richiamati sono stati realizzati dall’autore di questo articolo)

…..il 29 aprile del 2015 arriva il decreto di scioglimento firmato dall’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano: Scicli è ufficialmente sciolta per mafia. Si è molto parlato di “silenzio della politica”, dai locali ai vertici, ma in realtà in quei giorni ci furono delle dichiarazioni, anche pesanti, per esempio da parte dell’allora governatore Rosario Crocetta “con una evidente commistione – come dirà il deputato Giorgio Assenza –  tra il suo ruolo istituzionale e quello di capo di partito politico”. “Mi spiace che a Scicli non si andrà a votare – furono le affermazioni di Crocetta – e che non sia stata colta l’occasione per chiudere con il passato. Il Megafono e altri avevano dato disponibilità a candidare un esponente delle forze dell’ordine, se altri partiti avessero avuto il coraggio si sarebbe evitato lo scioglimento.” Qualche giorno dopo la pubblicazione del decreto, Crocetta fece una “passeggiata” a Scicli. Noi in quella occasione lo intervistammo, intervista che vi riproponiamo qui di seguito, ci scusiamo per la qualità ma quel che è importante è il contenuto:




Mafia o cosa?

Insomma, a Scicli, secondo quanto riportato dal decreto di scioglimento, “esisteva una radicata presenza mafiosa di personaggi che anche con gravi azioni delittuose hanno esteso nel tempo il loro controllo sul tessuto economico e sociale”. Che a Scicli ci fosse un gruppo criminale che cercava di inserirsi nel tessuto socio-economico lo abbiamo detto in premessa nel precedente articolo. Ma quanto questo gruppo ha realmente influito sull’attività politico-amministrativa? E perché, se così era, politici e funzionari del Comune non sono stati indagati? È innegabile che, soprattutto nel settore rifiuti, qualcosa negli anni precedenti allo scioglimento non andava e forse, su alcuni aspetti bisognava indagare più a fondo, ma se poi ci atteniamo al processo Eco bisogna escludere la presenza di un’associazione mafiosa in città. In realtà, se si vanno a leggere le carte del processo, incluse le trascrizioni delle intercettazioni, emergono delle dinamiche a volte anche paradossali: la richiesta di 20 euro per comprare qualcosa ai figli, il prestito di un casco perché al momento non ci sono i soldi per acquistarne uno, la mancata chiamata al veterinario per curare il cavallo perché vuole essere pagato, la Porche in garage, ma non ci sono i soldi per assicurazione e benzina ecc ecc. Può essere questo definito controllo sul tessuto socio-economico? La mafia è altra cosa e abbiamo imparato che oggi va ricercata in altri atteggiamenti ed intrecci.  Certo, ci sono le minacce, giri strani di richieste di denaro a personaggi non entrati nel processo e poi le telefonate ai “politici”, ma non sappiamo se questi ultimi siano stati convocati a chiarire determinate dinamiche, ma nei fatti nessuno, a parte Susino, è stato rinviato a giudizio. Ripeto ancora una volta: eravamo di fronte ad un gruppo di criminali giustamente condannati per i loro reati, ma per la magistratura non erano mafiosi. Sul  conto di Mormina c’è una relazione della DIA che lo collega a Cosa nostra catanese, nello specifico alla famiglia Mazzei, ma gli esiti processuali non hanno mai dato conferme di ciò.

L’arrivo dei Commissari

Comunque, Scicli è sciolta perché città mafiosa e, dopo il primo commissariamento targato Trombadore, arriva la triade composta da: Tania Giallongo, Antonietta D’Aquino e Gaetano D’Erba. Susino da qual momento scomparirà, mediaticamente parlando, e solo nelle ultime settimane, dopo la pubblicazione della relazione sul ciclo dei rifiuti, ha cominciato a raccontare qualcosa sul periodo pre-scioglimento.   “…C’era uno dei tre prefetti – dirà Susino in un’intervista rilasciata a Video Mediterraneo subito dopo la pubblicazione della relazione della commissione Antimafia – che quotidianamente mi aspettava all’entrata del Comune e mi invitava a dimettermi, io rispondevo sempre sostenendo di essere con la coscienza pulita, a quel punto lui un giorno mi disse: Dottore, allora non ha capito niente, noi intanto il fango glielo buttiamo…”. Dopo anni si è scoperto anche che la commissione di indagine si è insediata subito dopo il no della Giunta Susino all’Acif (questo lo vedremo in un prossimo capitolo). Con il loro arrivo i Commissari blindano il Comune (da un lato è giusto così, dall’altro hanno anche evitato il rapporto con la stampa, quindi con i cittadini). Ci sono degli atti che lasciano molto perplessi, due su tutti: l’accordo con il CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) per trasformare la cava di di argilla in contrada Truncafila in una discarica per gli inerti provenienti dai lavori di sbancamento della nascente autostrada Siracusa-Gela sul lotto denominato “Scicli“. Una scelta che creò non poco allarme in città. L’altra, invece, la proroga alla RTI che gestiva la raccolta rifiuti pur vedendo meno l’azienda capofila. Un Comune sciolto per mafia anche per le eccessive proroghe alla ditta dei rifiuti continua a fare le proroghe anche in presenza dei Commissari?

Ne parlai in questi due articoli:

  1. Scicli la Terra dei Fuochi della Sicilia Sud Orientale? Per qualcuno il rischio c’è

 

Su Truncafila un passo indietro è doveroso e, in qualche modo, va a dare una spiegazione alle parole dette dal vice-sindaco di Venticinque, Teo Gentile, riguardo il sospetto che la giunta sia caduta per la volontà di voler tutelare il territorio da nuove discariche. Il nesso si trova in un comunicato stampa pubblicato dal Comune di Scicli il 10 dicembre 2010 che potete leggere cliccando qui. 

Si parla di parco extraurbano a Truncafila ed un passaggio è importantissimo: «La giunta Venticinque ha deciso di inserire il progetto nel Piano Triennale delle Opere pubbliche, tagliando la testa al toro rispetto a ipotesi di allocazione di nuove discariche nella contrada sciclitana».  All’amministrazione erano arrivati insomma dei segnali che facevano pensare alla possibilità che nell’area di Truncafila potesse nascere una discarica, così l’idea di iniziare a pensare a come tutelare l’intera zona.

L’opposizione dei commissari e l’idea del complotto

I commissari si opposero poi al ricorso presentato da 13, tra consiglieri comunali ed amministratori, in carica al momento dello scioglimento, fatto sicuramente atipico.

Nonostante il processo penale escluda la presenza di un’associazione mafiosa in città, sia il CGA che Il Consiglio di Stato, rigettano il ricorso legittimando lo scioglimento.




Da Truncafila all’idea di un mega-complotto ideato per favorire la nascita di discariche e piattaforme laddove la politica si era opposta, il passo è breve, e il sospetto viene sempre più alimentato dalle notizie che arrivano sul sistema Montante. Uno dei maggiori sostenitori dello scioglimento era il senatore Beppe Lumia, del PD, che poi si è scoperto essere deus ex machina del sistema, il quale per far sciogliere Scicli, presentò anche interrogazioni parlamentari non ascoltando mai la base dei partiti, né la senatrice sciclitana Venera Padua allora in carica. Un altro molto accanito sul caso Scicli era il senatore pentastellato Mario Michele Giarrusso che, in quel periodo, presenziò in diverse occasioni a Scicli tra una pizzata e una passeggiata.

Qui di seguito due interviste realizzate nel 2018 con Bartolo Iacono (avvocato, di recente ascoltato dalla Commissione regionale Antimafia) e  Marco Causarano (uno dei ricorrenti contro lo scioglimento) .

 

I Commissari convocati dalla Commissione Territorio e Ambiente, per la prima volta si parla di Acif

Ma andiamo avanti (anche se indietro nel tempo): 5 aprile del 2016, all’Ars si parla di Truncafila in una audizione richiesta dal deputato Giorgio Assenza che convoca i componenti di Start Scicli, tecnici e i Commissari per chiedere conto e ragione sulle scelte adottate su un’aera che la politica avrebbe voluto elevare a parco extraurbano, volontà disattesa. Quel giorno a Palermo c’ero anche io e da un paio di giorni avevo in mano il decreto che autorizzava l’impianto Acif, così attesi la conclusione dell’incontro per poter chiedere delucidazioni ai Commissari (per la prima volta). Di seguito l’intervista realizzata al commissario D’Erba che, sull’Acif, sembra cadere dalle nuvole.

Qui si apre un altro capitolo che affronteremo la prossima settimana……

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