da La Sicilia dell’11 aprile

“Mi è sembrato di vedere un altro Guarascio”. A dirlo il portavoce dei Forconi, Mariano Ferro, ma fortunatamente l’esito è stato molto diverso rispetto alla tristemente nota vicenda dello sfratto nel vittoriese. Per la quarta volta l’ufficiale giudiziario è arrivato in contrada Guarnieri, tra le campagne sciclitane e la frazione di Sampieri, per eseguire l’esecuzione ai danni di Giorgio Occhipinti, proprietario di una tenuta di oltre 40 ettari venduta all’asta per 495 mila euro lo scorso anno.

Al loro arrivo l’ufficiale giudiziario e le Forze dell’ordine hanno trovato ancora una volta Giovanni Occhipinti, nipote di Giorgio, legato con le catene al cancello di ingresso della tenuta. “Non siamo dei delinquenti – ha ribadito più volte- siamo disposti noi stessi a dare ai nuovi proprietari le chiavi, ma vogliamo una sentenza del giudice”. In effetti è questo il grande inghippo di questa vicenda diventata forse un caso unico in Italia: il signor Occhipinti si è visto omologare il piano di sovrindebitamento dal giudice arrivando a pagare ai creditori già circa 25 mila euro, ma dall’altra parte lo stesso Tribunale ha autorizzato la vendita all’asta dell’immobile.




Una questione che ancora non si è risolta e che ha portato ai continui rinvii dell’esecuzione coatta. Stavolta, rispetto alle precedenti, gli umori erano molto diversi con il legale della parte acquirente non disposto più a rinviare e i Forconi giunti in massa a sostegno del signor Giorgio Occhipinti il quale, fino al giorno precedente aveva scritto al presidente del Tribunale ed altre istituzioni per chiedere la sospensione dello sfratto in attesa di una sentenza del giudice. “Qui – ha affermato il legale dell’esecutato, Danilo Giannone- le cose sono due: o il Tribunale riconosce il piano di sovraindebitamento annullando la vendita o invece vende l’immobile ma risarcisce Occhipinti per quanto già pagato. La migliore cosa sarebbe quella di sequestrare la tenuta e mettere quale custode lo stesso Giorgio Occhipinti in attesa della decisione del giudice”.




Per questa procedura sono in corso anche indagini da parte della Procura di Catania per turbativa d’asta, ma le parti ancora non hanno notizie sull’esito che potrebbe far cambiare le carte in tavola. Dopo una serie di colloqui tra l’ufficiale giudiziario i legali e le forze dell’ordine, con Giovanni Occhipinti che non ne voleva sapere di slegarsi dal cancello, si è optato per entrare da un’altra zona del terreno, ed è stato in quel momento che è scoppiato il finimondo. Una volta tagliata la rete l’ufficiale giudiziario stava per fare ingresso nel terreno, ma a quel punto Giovanni Occhipinti, anticipandolo, si è cosparso il corpo di benzina minacciando, con accendino in mano, di darsi fuoco se solo avessero varcato il confine. In un attimo è scoppiato il panico, con alcuni dei Forconi intervenuti a protezione di Occhipinti e con le Forze dell’ordine che provavano a far desistere il nipote dell’esecutato dal compiere un gesto così grave. Dopo minuti interminabili di interlocuzione, dove non sono mancati momenti di scontro tra le parti, l’ufficiale giudiziario, dopo aver verbalizzato il tutto, ha deciso di rinviare l’esecuzione rimettendo il tutto al giudice. Tutto finito? Se non arriverà una sentenza a chiarire la situazione presto si ripeterà, per la quinta volta, lo stesso copione.