“Scicli non vuol fare la fine della Val d’Agri in Basilicata, il nostro oro sono i beni culturali e non il petrolio”. Queste le parole del circolo Legambiente “ Il Carrubo” di Ragusa e del circolo Legambiente “Kiafura” di Scicli che intervengono ancora una volta sul progetto di trivellazione della Società Irminio.

Nello scorso mese di aprile infatti i due circoli hanno presentato ulteriori osservazioni all’istanza di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto di “rilievo geofisico 3d Scicli” nell’ambito del permesso di ricerca “Scicli” da parte della societa’ Irminio. La riapertura dei termini per la presentazione delle osservazioni  si è resa necessaria a seguito dell’obbligo disposto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Nel Video le dichiarazioni del direttore nazionale Stafano Ciafani rilasciate durante la sua visita in Provincia di Ragusa a Canale 74.

 

Alla Irminio srl di produrre la relazione paesaggistica riguardante tutta l’area interessata dalle attività della stessa società sul territorio comunale di Scicli. L’assenza della relazione paesaggistica  era stata segnalata da Legambiente circa un anno fa. Ma nonostante l’invito rivolto dal Ministero ad essere precisi, Legambiente avrebbe riscontrato delle presunte irregolarità per quanto riguarda le fasce di rispetto relative ai beni archeologici e architettonici. “Non vogliamo chiamarla allergia da Piano Paesaggiastico” – scrive Legambiente in una nota –  ma risulta comunque evidente che questa incoerenza sia poco giustificabile soprattutto verso una comunità, come quella di Scicli , che sta scommettendo tutto il suo futuro sui beni culturali e non vuol sentire parlare di impianti di rifiuti che trattano le acque di strato dei pozzi petroliferi e di trivellazioni”.