don fortunato di noto Pensare ad una sorta di vigilanza, un ‘help alert’, un sms da inviare ai genitori dopo l’appello in classe se il bambino non è presente. Un avviso che molto probabilmente può salvare la vita. E’ ciò che suggerisce il presidente dell’Associazione Meter don Fortunato di Noto intervenendo da Avola (SR), sulla vicenda del bambino di 8 anni trovato morto a Scoglitti, nel ragusano.

Il sacerdote la definisce “dolorosa e drammatica” e si augura “che la vicenda venga presto chiarita nella dinamica dato che così come sono andate le cose gli scenari possono essere molteplici e che preoccupano non poco. Esprimiamo vicinanza e siamo profondamente addolorati quando muore un bambino è sempre qualcosa di triste. Una morte che rattrista e dispiace, ma che a maggior ragione chiede attenzione”.

“E di attenzione ne dobbiamo avere a prescindere – conclude – quando vediamo dei bambini vagare soli. Possibile che nessuno si sia accorto di questo piccolo? Davvero non si poteva fare niente per lui? Ricordiamo che non sono mai figli degli altri, ma tutti figli nostri”.

L’associazione «Meter» nasce ad Avola anni fa, per volontà del suo fondatore, don Fortunato Di Noto, che già in precedenza aveva lavorato in ambito associativo al fine di promuovere e difendere l’infanzia, diventando un nome noto in Italia e all’estero.

La parola «meter» è di origine greca e significa «accoglienza, grembo» e, in senso più lato, «protezione e accompagnamento».  Meter vuole essere un significativo punto di riferimento in Italia e all’estero, per educare alla cultura dell’infanzia, per prevenire abusi e maltrattamenti, e progettare interventi mirati di aiuto concreto alle vittime degli abusi sessuali, attuando la «Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza» del 1989. In tal senso, l’associazione si erge sulla convinzione che non basta la repressione, demandata alle sole forze di polizia, per stroncare il turpe commercio di minori nel mondo. Ci vuole anche una rete capillare di persone competenti e motivate, capaci di collegarsi con la società in cui vivono, perché si crei una mentalità di vigilanza, di sostegno e protezione dell’infanzia come tale, rendendo l’abuso, e l´omertà che lo copre con i suoi paludosi silenzi, un crimine insopportabile per la coscienza collettiva.

Numerosi sono i riconoscimenti nazionali ed internazionali che sono stati consegnati a don Di Noto, fra cui l’alta onorificenza di «Cavaliere della repubblica italiana» per l’impegno profuso nei confronti dell’infanzia. Al suo attivo ha numerosi articoli e saggi in riviste nazionali e internazionali sul tema dello sfruttamento sessuale dei minori, è inoltre autore di importanti testi.