Hanno tentato di vendere al fotografo Fabrizio Corona documenti segreti sulle indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro: per questo per un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il militare, L. P., è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio, il complice, G. R., di ricettazione.

Secondo la ricostruzione dei pm, il carabiniere, in servizio al N.O.R. della Compagnia di Mazara del Vallo, si è introdotto illegalmente nel sistema informativo dell’Arma, ha estratto copia di 786 file riservati relativi alle indagini sulla cattura del padrino, arrestato dal Ros il 16 gennaio scorso, e li ha consegnati a G. R.;  quest’ultimo avrebbe poi contattato Corona per tentare la vendita dei documenti. Poi, su indicazione dello stesso fotografo si sarebbe rivolto ad un direttore di un quotidiano online, proponendogli di acquistare il materiale.




Ieri intanto, 31esimo anniversario della strage di Via d’Amelio, la corte d’assise d’appello di Caltanissetta ha confermato la condanna all’ergastolo del boss Matteo Messina Denaro, accusato di essere stato uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

Il collegio, presieduto dal giudice Maria Carmela Giannazzo, ha accolto la richiesta avanzata dai procuratori generali Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono.

Il padrino, difeso dall’avvocato d’ufficio Adriana Vella, ha rinunciato a collegarsi dal carcere in cui è detenuto per ascoltare il dispositivo.