Giuseppe-Dezio-256x300E’ stata rinvenuta, dopo oltre un mese di ricerche, l’arma utilizzata per commettere l’omicidio di Giuseppe Dezio, l’agricoltore ucciso a Vittoria il 2 febbraio scorso, con una coltellata sferratagli alla gola nel corso di una lite in campagna, scoppiata per futili motivi legati al passaggio lungo una strada interpoderale. I quattro presunti assassini rimangono in carcere.

Era stato nascosto tra i pomodori, ben conficcato nel terreno, in una grande serra, non lontana dal luogo del delitto in c.da Gaspanella, a Vittoria. E’ stato trovato il coltello che ha ucciso Giuseppe Dezio, recidendogli la giugulare, lo scorso 2 febbraio. L’arma era l’unico elemento che mancava in questa triste vicenda che ha portato alla morte l’ agricoltore di 62 anni per pregressi dissidi legati al passaggio di una strada interpoderale con la famiglia Pepi, il cui padre e i tre figli sono accusati dell’omicidio.

Un’arma lunga 30 cm conficcata nel terreno con ancora intrise le macchie di sangue,  compatibile con la tipologia di ferite riscontrate sul corpo del vittima durante l’autopsia. Un’ulteriore conferma si avrà con l’esame del coltello sequestrato e trasmesso al RIS Carabinieri di Messina, che dovranno accertare se le tracce ematiche appartengono alla vittima.

I carabinieri del nucleo Investigativo e della compagnia di Vittoria, coordinati dal sostituto procuratore Valentina Botti, ritengono che gli autori siano Gaetano Pepi, 74 anni, e i suoi tre figli, Alessandro, Marco e Antonino. Tutti e quattro rimangono nel carcere di Ragusa. Il tribunale del Riesame ha rigetto l’istanza di scarcerazione dei tre giovani e gli arresti domiciliari per il padre avanzata dal legale Santino Garufi. Il presidente del collegio, Maria Grazia Vagliasindi, ha confermato dunque la misura cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Ragusa.

Trovato il coltello, considerata l’unica arma per il delitto, il puzzle è completo. Le ferite trovate sulle braccia di Alessandro sono riconducibili al tentativo di difendersi della vittima con lo stesso coltello utilizzato per ucciderlo. Dezio non ha reagito, secondo gli investigatori, con un’altra arma. Addosso al cadavere, nel taschino del giubbotto, sono stati trovati due piccoli coltelli puliti e quindi non utilizzati ai fini della legittima difesa.

I Pepi, accusati di omicidio volontario, durante l’interrogatorio di garanzia non hanno mai fornito la loro versione dei fatti, avvalendosi sempre della facoltà di non rispondere, ad eccezione del padre, che si è intestato l’unica responsabilità dell’omicidio.

Per la procura la tesi è solo un vano tentativo di scagionare i suoi figli da ogni accusa.

Viviana Sammito