di Viviana Sammito

moscato-conferenzaIl sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, ha voluto fare chiarezza  sulle accuse mosse dalla procura di Catania sull’indagine “Exit Poll”. Il primo cittadino è indagato per corruzione elettorale nell’ambito dell’operazione della guardia di Finanza che ha portato all’arresto sei persone, tra esponenti della Parte della comunità vittoriese è arrivata puntuale all’incontro con la stampa convocato dal sindaco, Giovanni Moscato, indagato per corruzione elettorale nell’ambito dell’indagine sul voto di scambio politico – mafioso,  che ha portato all’arresto in carcere di esponenti del clan della Stidda  e ai domiciliari l’ez sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, e il fratello Fabio, consigliere comunale, sospeso stamattina dalla Prefettura di Ragusa.

Giovanni Moscato  ha voluto fare chiarezza per difendere la sua famiglia e la sua moralità circondato dalla giunta e, alle spalle, dai consiglieri, in segno di unità e piena fiducia. Il primo cittadino ha, punto per punto, illustrato l’ordinanza e le accuse che gli sono state mosse ma per le quali ancora il Gip si deve pronunciare. “Io non farò alcuna dichiarazione sugli altri indagati per correttezza” ha anticipato Moscato e con un ritorno al passato ha ricordato un anno fa quando gli era stato inviato l’avviso di garanzia ed era stato interrogato per voto di scambio ma oggi la sua posizione si è penalmente alleggerita, il reato è stato derubricato in corruzione elettorale perchè è emerso che Giovanni Moscato non ha avuto rapporti con la criminalità organizzata e con la mafia. Il sindaco ha approfondito il punto sull’aggiudicazione della gara d’appalto del servizio dei rifiuti solidi urbani perché, secondo la procura, lui, in uno stato di sudditanza verso l’ex sindaco Nicosia, con un accordo sottoscritto ha stabilizzato 60 dipendenti della Tekra. E’ stato lui a formulare la domanda: può un sindaco licenziare i dipendenti di una ditta privata?

L’appalto dei rifiuti ha avuto una storia tormentata che il primo cittadino ha ripercorso puntualmente con date ben precise: il 21 giugno ha giurato da sindaco, il giorno dopo è stato sentito in procura, il 31 giugno è scaduto il contrato con la Tekra che ha rinnovato con le proroghe, il primo luglio ha nominato un commissario e ha rimosso il dirigente del settore  Urbanistica, Giuseppe Chiofalo e il segretario generale che, secondo Moscato, facevano ostruzionismo sull’indizione di una nuova gara d’appalto. Con il nuovo segretario, Antonello Fortuna, il comune ha approvato il progetto della raccolta differenziata. Il 6 ottobre è avvenuta l’aggiudicazione della gara d’appalto attraverso una trattativa sindacale e con la Prefettura. Il 12 dello stesso mese Moscato ha chiesto alla ditta di non assumente persone coinvolte nella criminalità organizzata.

Un sindaco che ha gridato alla legalità, che fino a ieri è stato in consiglio comunale per l’approvazione di atti importanti <<perché la macchina amministrativa non si deve fermare>>. Lui andrà avanti e a testa alta, anzi rilancia e con lui tutta la città che, a fine conferenza stampa, lo ha applaudito dimostrando di avere piena ancora fiducia nel suo operato e di credere alla sua estraneità ai fatti contestati.

I PUNTI OSCURI DELL’ORDINANZA SECONDO IL SINDACO

L’indagine sul conto del sindaco Giovanni Moscato presenta dei punti oscuri, delle inesattezze nelle contestazioni mosse dalla procura di Catania, anche nelle intercettazioni telefoniche.

Partiamo subito da queste ultime: la Procura ha trascritto una conversazione in cui Moscato è stato informato dell’appoggio di persone appartenenti al Partito Democratico nella fase di ballottaggio. Ma il mittente della telefonata è Giuseppe Scuderi, sostenitore di Moscato ed eletto nella lista “Riavvia Vittoria”, nonché fratello di Lorenzo Scuderi, che è il segretario cittadino del Pd. Nulla di strano se un appartenete allo stesso partito del sindaco  conferma il sostegno.

<<Che l’elettorato di altri movimenti politici mi abbiano dato il voto, non è certamente mia responsabilità, ma una loro scelta>>, ha risposto.

L’altro punto riguarda la stabilizzazione di 60 lavoratori nella ditta che aveva in appalto, dal 2013, iI servizio dei rifiuti solidi urbani a Vittoria.  Il sindaco non potrebbe licenziare i dipendenti di una ditta privata anche se all’interno di questa ci fossero appartenenti ai clan, ma alla nuova ditta, che si è aggiudicata l’appalto, ha chiesto di non assumere persone coinvolte dalla criminalità organizzata.

La Procura contesta al sindaco di avere percepito redditi dall’allora sindaco, Giuseppe Nicosia, per incarichi dal 2006 e il 2016. Il primo cittadino ha chiarito che ha solo beneficiato del gettone di presenza quando era consigliere comunale all’opposizione e né lui né i collegi del suo stesso ufficio legale hanno accettato incarichi dal governo Nicosia.  Nessuna intercettazione registra rapporti tra Giovanni Moscato e gli altri indagati. Il sindaco, Giovanni Moscato, insieme con i legali Pietarossi ed Enrico Trantino, chiederà di essere interrogato a giorni. Al momento non si profila alcun rischio di scioglimento per mafia del consiglio anche perché il provvedimento cautelare ha coinvolto un solo consigliere comunale. Giovanni moscato va avanti e non ha intenzione di mollare. Domani è previsto alle 9 a Catania l’interrogatorio di garanzia nei confronti dei fratelli Nicosia, difesi dall’avvocato Maurizio Catalano.

LA PREFETTURA SOSPENDE FABIO NICOSIA DAL CONSIGLIO COMUNALE

COMUNE DI VITTORIA – SOSPENSIONE DI NICOSIA FABIO DALLA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE

Con provvedimento del Prefetto Maria Carmela Librizzi in data odierna è stata dichiarata la sussistenza della causa di sospensione dalla carica di consigliere comunale, prevista dall’art.11 del Decreto Legislativo del 31 dicembre 2012 n.235, nei confronti di Nicosia Fabio, a seguito dell’avvenuta formale conoscenza dell’esecuzione della misura cautelare domiciliare.

L’interessato era stato eletto consigliere comunale in occasione delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Vittoria del 5 giugno 2016.

Tale provvedimento, adottato nei confronti del predetto consigliere comunale in esito alla comunicazione da parte dell’Autorità Giudiziaria competente, in quanto destinatario dell’anzidetta misura coercitiva, è stato inviato al Comune per l’esecuzione.

La predetta misura cautelare è stata eseguita nell’ambito della recente operazione di polizia giudiziaria, denominata “Exit Poll”, condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, coordinata dalla Procura della Repubblica etnea, che ha interessato il richiamato consigliere comunale per scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni amministrative del Comune di Vittoria, tenutesi nel giugno 2016.