polizia vittoriaLa Polizia di Stato denuncia per calunnia, simulazione di reato e procurato allarme, un vittoriese che per paura del cognato ha chiamato  il 113 riferendo di essere in fin di vita perché pugnalato dalla moglie.

“Aiuto mia moglie mi ha accoltellato alla schiena perdo sangue, sento freddo e sono stanco; per favore aiutatemi, lei è scappata, io sto per morire”. E’ questo il contenuto dell’agghiacciante richiesta d’aiuto di un vittoriese di 44 anni che ha chiamato, intorno alle 18 di ieri, la polizia di Stato.

Il caso si era presentato come un tentato omicidio ma in realtà era un bluff! In collegamento telefonico l’uomo agonizzante ha raccontato di essere stato ferito dalla moglie ma quando 10 poliziotti, pronti a fare scattare l’arresto,  sono arrivati nell’abitazione hanno invece  denunciato l’uomo per calunnia, simulazione di reato e procurato allarme. Aveva pianificato la messa in scena perché dopo un litigio con la moglie, lei aveva raccontato i fatti al fratello, il 44enne avendo paura della reazione del cognato  si è finto quasi morto accusando la coniuge. Lei arrivata a casa ha trovato i poliziotti ed è rimasta senza parole, ignara della chiamata di soccorso del marito che si era ferito invece alla mano dopo avere infranto, durante il litigio, un vetro.  Nessuna coltellata alla schiena, come lui ha raccontato al telefono, facendo mobilitare auto di polizia e ambulanze.

“Mi ha dato 4-5 fendenti, aiutatemi perdo sangue”. Sono state le uniche indicazioni date all’operatore dalla presunta vittima all’operatore che  non è riuscita neanche a indicare la via di casa. E’ stato allertato il 118 che senza un indirizzo esatto non ha fatto partire l’ambulanza, mentre dall’altro capo del telefono il 44enne ha spiegato di sentire freddo, sintomatologia delle emorragie, di avere sonno. Nel frattempo l’operatore lo ha tenuto sveglio e ha dato dei consigli per tamponare l’emorragia. Il vittoriese, per fare intendere che le sue condizioni stavano peggiorando, ha fatto cadere il telefono a terra e per 6 minuti la conversazione è rimasta aperta mentre l’operatore sentiva il vittoriese rantolare, tanto da sollecitare nuovamente le pattuglie ad affrettarsi per l’imminente pericolo di vita. Trovata l’abitazione i 10 poliziotti accorsi si sono accorti che si trattava di una farsa ed è stata la moglie del 44enne a fare luce sui fatti. Ora l’uomo deve rispondere di calunnia, simulazione di reato e procurato allarme.

Viviana Sammito