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Nei giorni scorsi ho avuto occasione e piacere di poter partecipare alle attività organizzative di MeetEdit (un grande meeting del Libro siciliano, se dobbiamo cercare una traduzione con interpretazione autentica). Il mio animo, fondamentalmente ozioso, e una sorta di coscienza rilassata che lo accompagna, mi suggeriscono l’idea che l’apporto da me fornito non è stato fondamentale, per cui non potrò prendermi grandi meriti, e per i minimi dovrò rifarmi alle valutazioni di chi concretamente ha preparato questo grande evento. Mi riferisco agli ideatori, i grafici, il webdesigner, etc, etc. Ma il punto della questione è che occorre spostare l’interesse dell’eventuale lettore di questo articolo, dalle rappresentazioni meramente formali dei “ringraziamenti di rito” (e simili), a una discussione intorno all’idea di Lettura. Ossia, come affrontare questo meeting del Libro, della lettura, dei lettori e degli editori?

Non è ozioso – o forse lo è, ma ne faccio un vanto – chiedersi cosa possa significare “leggere” e di conseguenza cosa possa significare oggi, quali incidenze possa avere sul vivere presente (quotidiano, azzarderei dire) e quali gli pronostichiamo a breve termine. Suppongo che riguardo le attività politiche – non si pensi alle energie da spendere nobilmente all’interno della polis, ma bensì all’odierno e a volte gretto agire dell’amministrazione pubblica – la lettura, il pensiero, e affini, sono attività che non hanno una concreta rilevanza, e ciò a dispetto di tanti saggi (a volte saggiucoli) che ogni giorno vengono stampati a nome di qualche politologo/tuttologo più o meno noto. Dunque vorrei che si affrontasse la questione prescindendo da tale ambito, per calarla (o elevarla) in quello estetico del vivere, dopo avere assegnato preventivamente alla forma quel valore di salvazione da associare allo svolgimento etico dell’uomo, anche al di fuori della polis (purtroppo occorre infine porre dei dubbi anche su quelle nobili energie, con speranza di smentita!). L’uomo può essere salvato dalla lettura? La prima definizione di lettura che mi viene in mente si accompagna a quella del “conoscere”:

Conoscere è l’unico reale imperativo cui l’uomo è soggetto, tale attività non può prescindere dall’aspirazione alla lettura. Leggere è elemento essenziale di una concatenazione di volontà che attraverso il sognare, l’immaginare, il creare, conduce alla conoscenza di ciò che sarà o dovrà essere. Il futuro è forse già scritto, ma per conoscerlo occorre saper leggere.

L’ozio, per quel che mi riguarda, mi viene in aiuto. Nel senso che l’infelicità per le condizioni dell’uomo nella società moderna, o l’eventuale pessimismo, il nichilismo e tutto il resto, sono osteggiate con forza considerevole dall’idea che esiste il mare, l’abbandonarsi ai flutti (in galleggiamento, si intende; da vivi, pur fingendosi morti) in pieno rilassamento, estetico ed etico! Sarà l’estate a influenzare il mio ottimismo?
Non appaio ottimista?
È una questione di punti di vista! Ad ogni modo, è così che affronto, personalmente, un meeting dedicato alla lettura. Sarei curioso di conoscere e di intraprendere una discussione sulle altre interpretazioni dell’evento. E forse è proprio questo il senso ultimo – etico ed estetico – di MeetEdit. Ci vediamo nelle giornate del 23, 24 e 25 Maggio.

Gaetano Celestre