Le prove per cui sono stati condannati Rosa e Olindo per la strage di Erba sarebbero maturate in “un contesto che definire malato sarebbe un esercizio di eufemismo”. Lo scrive il sostituto pg Cuno Tarfusser nell’istanza di revisione del processo che ha portato alla condanna all’ergastolo per l’omicidio dell’11 dicembre del 2006 di Raffaella Castagna, Paola Galli, Youssef Marzouk, Raffaella Cherubini e per il tentato omicidio di Mario Frigerio. Intanto emerge che ci sarebbe un nuovo testimone, secondo quanto sostiene la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Una prova contenuta nella richiesta di revisione che “tra qualche giorno” i difensori depositeranno alla Corte d’appello di Brescia per chiedere la riapertura del caso.

Dopo la sentenza della Cassazione, arrivata il 4 maggio del 2011, gli avvocati hanno lavorato a lungo – con un pool di esperti – per cercare di ribaltare la condanna. Le indagini difensive hanno portato a rintracciare, pochi mesi fa, un uomo tunisino, finito in un’inchiesta della Guardia di finanza e legato in affari con il fratello di Azouz Marzouk (compagno e padre di due delle vittime), il quale avrebbe offerto una pista alternativa: un regolamento di conti tra bande rivali, legato al mercato dello spaccio, che sarebbe sfociato nell’agguato all’interno dell’appartamento di via Diaz in cui, secondo il suo racconto, venivano nascosti droga e soldi.

La richiesta, indirizzata al presidente della corte d’appello di Brescia è il primo atto di una possibile revisione su quanto accaduto la sera dell’11 dicembre 2006 quando, sotto i colpi di spranga e coltello, furono uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna del piccolo, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Si salverà, solo per un caso fortuito, il marito di Cherubini, Mario Frigerio, unico testimone della strage, morto qualche anno fa.

Della strage di Erba e dell’innocenza di Rosa Olindo ne ha parlato anche la trasmissione di Italia 1 “Le Iene”. Diversi servizi sono stati dedicati a questo grave fatto di cronaca, anche con interviste esclusive in carcere ai due coniugi.

Ecco tutta l’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti in questo video




Con l’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti si dà spazio alle tesi di giornalisti, avvocati e criminologi che hanno studiato le carte processuali, dopo che 3 gradi giudizio e 26 giudici hanno affermato la colpevolezza degli imputati e a 12 anni dai delitti.

Ci sono i dubbi del Ris di Parma: dopo “la mattanza” non viene trovata nessuna traccia dei due condannati sulla scena del delitto e nemmeno di sangue nella loro casa, dove si sarebbero poi cambiati. Ci sono anche dei reperti andati stranamente distrutti, in circostanze ancora da chiarire.

Inoltre, l’unico testimone, Frigerio, in un primo tempo, avrebbe ricordato la presenza di una persona, di carnagione olivastra, mai vista e che non era del posto. Il nome di Olindo Romano emerge in un secondo tempo, dopo che quello stesso nome emerge nel corso di diversi colloqui in ospedale con il comandante dei Carabinieri di Erba, Luciano Gallorini.