Storia di un imprenditore vitivinicolo vessato da pastori
- 26 Marzo 2015 - 21:54
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di Viviana Sammito
<<Qualsiasi terreno secondo il loro modo di fare diventa spazio di pascolo per le loro pecore entrano ed escono a loro piacimento tagliando rete e quant’altro. Loro spesso si offrono come guardiani delle proprietà, invece questo servizio che loro vorrebbero assicurare serve per controllare le produzioni per poi, al momento della raccolta, chiamare squadre di Gela ben addestrate e organizzate che razziano ogni tipo di frutto che trovano per essere venduto sul mercato dagli ambulanti, ovvero mercato nero>>.
E’ il racconto di un enologo di Ragusa, F.M., (per tutelarlo e per sua richiesta non facciamo il nome), proprietario di enormi distese di terreni per la coltivazione della vite e per la produzione di ottimi vini, nella zona di Pedalino a Comiso, che traccia un copione fedele alle sceneggiature di film di mafia. Ma questa è realtà. Triste realtà.
E’ lo stesso imprenditore che ha denunciato per danneggiamento alla Polizia di Comiso i due pastori di Gela, suocero e genero, tra cui uno dei due conosciuto per omicidio, appartenente al clan Piscopo, dopo averli trovati dentro le sue distese, insieme con il gregge. Si erano introdotti divellendo la rete di protezione, girovagavano nella proprietà privata, davanti agli sguardi fissi dei proprietari, rivolgendo minacce. Non è la storia di un solo imprenditore ma analoghi fatti hanno visto vittime altri lavoratori che oggi hanno costituito un comitato per dire No alla Mafia e soprattutto per continuare a lavorare con dignità. Lo si può fare? Si, secondo l’imprenditore che rivela un’altra realtà, forse ancora più triste: solo con l’autorevole intervento di un politico locale.
La storia è presto raccontata dall’imprenditore coraggioso che ha deciso di denunciare tutto agli agenti. Noi riportiamo il racconto fedelmente.
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Oltre ai danni delle singole aziende questi greggi incontrollati stanno cambiando il paesaggio della strada del vino dell’areale di produzione del Cerasuolo di Vittoria D.o.c.g. I greggi incontrollati, le auto rubate smantellate e abbandonate dentro i vigneti o caseggiati sono causa di desertificazione e non di valorizzazione del territorio.
I pastori si sono pure organizzati nel depredare i palmenti di antico interesse storico con annessi caseggiati. Smantellando pietre e pavimenti vendendoli al mercato nero come anche vecchi torchi di grande interesse storico culturale, sculture, capitelli e quant’altro….antiche memorie di una civiltà vitivinicola.
La viticoltura crea e da grande personalità e importanza al territorio VALORIZZANDOLO.
In un area come quella del Cerasuolo di Vittoria unica D.o.c.g siciliana è incomprensibile che paradossalmente esista questa sorta di far west…
Tengo a precisare che questo sistema di sopraffazione parte dalle campagne di Chiaramonte Gulfi fino a Scoglitti e Marina di Ragusa.
Non si può pensare di fare enoturismo in questa area in queste condizioni.
Questi pastori spesso non possiedono un metro quadro di terreno ma se ne appropriano con violenze.
Viviana Sammito
bucefalo
In questi casi bisognerebbe sputargli in faccia e mandarli nelle zolfatare a lavorare sottoterra come rossomalpelo senza dargli la possibilità di procreare altra ignoranza che deturpa i NS territori. Ma i carabinieri si scantunu re picurari… Che sistema di merda!